Gli struffoli

Gli struffoli

Maria Amendola

Secondo alcuni studi  sembra che questi dolcetti tipici della tradizione natalizia italiana, e in generale tipicamente napoletana, siano giunti in Italia attraverso i greci ai tempi della terra della Magna Grecia dal  VIII sec A.C., quando l’espansione greca verso occidente, toccò  Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia e Campania. Il nome “struffolo” deriva dalle parole greche “strongoulos”  (che significa ” arrotondato”) e da “pristòs” (che significa tagliato), unendole nasce “strongoulos pristòs”, che nella Magna Grecia è poi diventata per assonanza “strangolapre(ve)te”, parliamo di gnocchetti molto compatti.

Nella cucina greca ancora oggi si prepara una dolce simile agli struffoli  e si chiama “Loukoumades”  (ghiottonerie). Ma la loro probabile origine la si deve cercare in Spagna, infatti nella cucina andalusiana troviamo “piñonate”, differisce solo l’aspetto degli struffoli, anziché palline l’impasto è un po’ più lungo. La somiglianza tra i due dolci è dovuta sicuramente al lunghissimo periodo di vicereame spagnolo a  Napoli. Inizialmente questa leccornia non era associata al Natale, infatti non se ne fa cenno in questo senso nell’antico ricettario del 1634 di Giovan Battista Crisci “Lucerna de Corteggiani”, Napoli.

Da esso fu preso spunto per altre ricette dell’Italia Centro-meridionale:

  • variante tipica tarantina “Sannacchiudere”;
  • in Tuscia le frittelle di pasta soffice e leggera che altrove vengono definite “castagnole”;
  • a Palermo troviamo “strufoli”, con una f;
  • in Umbria e in Abruzzo gli struffoli si chiamo “ci cerchiata”, perché le palline fritte hanno la forma dei legumi (cicerchie, ma che hanno semi velenosi che possono provocare;
  • due famosi cuochi, nei rispettivi trattati di cucina del 1600, citano come “strufoli” dei dolci che hanno la medesima preparazione di quelli napoletani, parliamo del palermitano Carlo Nascia(1630-1705 ca) e  del marchigiano Antonio Latini (1642-1696).