Salerno: Concorso “La magia del Natale in ogni tempo”, lavori I.C. “Fresa Pascoli” – Nocera Superiore

Salerno: Concorso “La magia del Natale in ogni tempo”, lavori  I.C. “Fresa Pascoli” – Nocera Superiore

Dirigente Scolastico Michele Cirino

Docente Proff. MariaPia Salzano, Vincenza Ciancio

La storia di Anton

Anton era un bambino di colore, scampato per un pelo alle atrocità di una guerra africana.

Venne salvato da tre donne che dirigevano un orfanotrofio, dove trascorse alcuni anni in un continuo viavai, cambiando istituto una volta ogni due anni, come era usanza di quel paese. All’età di 12 anni, aveva già cambiato tre orfanotrofi, lasciando ogni volta quei pochi amici che riusciva a farsi, con tanta tristezza nel cuore. Le tre donne, però, non lo avevano mai abbandonato, né lasciato solo, rimanendo con lui in tutti i suoi spostamenti. Una sera si ritrovò a parlare con una delle tre donne, che aveva il suo stesso colore della pelle e con la quale si sentiva più a suo agio nell’esprimere i suoi sentimenti:

“Io ho paura che non mi adottino mai” – disse Anton

“Anch’io alla tua età ero in un orfanotrofio, ma stai tranquillo. Sono certa che ti adotteranno presto.” Lo rassicurò la donna.

Arrivò dicembre e, con lui, si avvicinava la data del passaggio presso un altro istituto. Non era riuscito a farsi molti amici e gli altri ragazzi che erano lì prendevano in giro Anton dicendo:
“ Se passa un altro anno fai il record mondiale ahahahahah” o anche semplicemente “ Non ti adotteranno mai ahahahah” Ma Anton non faceva molto caso a questi insulti.

A Natale, Anton avrebbe dovuto fare  il trasloco. Quel giorno una delle tre donne disse: “Anton è ora di andare”

“Sono pronto per cambiare di nuovo orfanotrofio” disse in lacrime il ragazzo.

“No” rispose la donna

“Cosa?”

“Anton… Ti hanno adottato”.

La gioia di Anton non era descrivibile con le parole e le sue lacrime da tristi, divennero felici.

Si avverò un vero e proprio miracolo di Natale. Gli anni successivi Anton non chiese nulla per Natale perché il regalo che gli avevano fatto i genitori adottandolo gli sarebbe bastato per tantissimi anni. Poi quando sentiva qualcuno che pretendeva dei regali, Anton si arrabbiava molto, ma non usava la violenza: gli faceva capire che non c’era regalo più grande della fortuna di passare il Natale con i propri genitori.

Gianmaria Bonacci, classe II sez. A

La Povertà nel periodo natalizio

Quando novembre arriva agli sgoccioli, sembra farsi sempre più piccolo, pronto a dare spazio a quello che per noi è il mese più magico dell’anno, che più di ogni altro riesce a farci sognare e sperare in un mondo migliore: “Dicembre”!

Ogni anno ci prepariamo a dare il nostro benvenuto al Santo Natale, una festività che per noi Cristiani vuol dire soprattutto Pace e Serenità, due parole facili da pronunciare, ma che allo stesso tempo rappresentano qualcosa sempre più difficile da raggiungere.

Soprattutto, pensando alle tante tragedie che affliggono il mondo, bisogna sentirsi fortunati ad avere un tetto sopra la testa e un uscio caldo dove tornare. Tra le tante e meravigliose storie che dicembre porta con sé, ce n’è una che però non viene raccontata dai nonni davanti al fuoco, bensì da un signore in giacca e cravatta che parla la sera alla televisione: la storia di quel bambino di un anno, morto al freddo del confine tra la Polonia e la Bielorussia, colpevole solo di essere nato in un paese dove la guerra è la normalità.

A dicembre, così come in ogni altro mese dell’anno, quel bambino avrebbe meritato solo di essere accolto e riscaldato, di crescere e di giocare, ma soprattutto meritava di vivere.

La storia di questo bambino è solo una di tutte quelle che ci sono ogni giorno in parecchie parti del Mondo, che raccontando di persone che non hanno nemmeno un tetto sotto il quale dormire, alle quali basterebbe davvero poco per trascorrere un Natale migliore. È triste pensare che tanti ragazzini di giovane età, non potranno avere al loro fianco, in questi giorni, i propri genitori, perché resi orfani dalle atrocità della guerra. La cosa peggiore e che fa più rabbia è l’assoluta indifferenza con la quale ci comportiamo di fronte a tutto ciò. Come potrà risolversi il problema della povertà nel Mondo, se non siamo neanche in grado di aiutare il prossimo nelle cose più piccole? Tutto ciò non potrà mai accadere, fino a quando non saremo in grado di affrontare la nostra, ben più pesante e colpevole, povertà di valori e di ideali. L’altruismo, la fratellanza e l’amore per chi è meno fortunato di noi, devono diventare i fari del nostro percorso di vita.

Solo così potremo davvero dare un po’ di luce al Natale dei più bisognosi, degli ultimi, di quelli che continuano a chiederci aiuto e ai quali rispondiamo dandogli le spalle.

Anche io, quest’anno, ho deciso di scrivere una storia: durante le festività natalizie, dirò ai miei genitori di accompagnarmi in giro per la mia città, alla ricerca di persone meno fortunate, alle quali fare un dono ma soprattutto regalare loro un piccolo sorriso, con la speranza che tanti altri possano essere mossi da buoni sentimenti.

Cozzolino Vivian, Classe I, Sez. A

 

La Magia del Natale

Il Natale è il periodo dell’anno che preferisco di più, sarà l’armonia che diffonde, sarà il luccichio delle luci degli addobbi, sarà la felicità di trascorrerlo in famiglia, mi trasmette sempre un senso di gioia. Il Natale è davvero magico, la sua magia si manifesta in tanti modi ma la più importante è senz’altro legata alla nascita di Cristo che porta nei cuori di tutti i credenti amore, gioia e felicità. Il Natale è magico perché si cerca sempre di essere più buoni, di aiutare gli altri per la soddisfazione di vedere la gioia sul viso di una persona bisognosa. Del Natale adoro anche le piccolezze che si sono aggiunte negli anni, come per esempio gli addobbi. Mi piace vedere le strade abbellite e luccicanti, le case ricche di colori e luci, in particolare i giardini incantati che vengono allestiti nelle grandi ville perché mettono in risalto anche le piccole cose. Nella maggior parte delle famiglie è tradizione fare l’albero di Natale, addobbato con palline e luci colorate, il presepe, in cui allo scoccare della mezzanotte del 25 dicembre si pone nella culletta Gesù Bambino, come segno della sua nascita.

A Natale è anche bello ricevere doni e poterli ricambiare, ma devono essere pensieri che scaldano il cuore a chi li riceve e non arrabbiarsi per non aver ricevuto ciò che si desidera. Infatti penso che dovrebbe essere insegnato il vero valore del dono, un dono inteso non in senso materiale, ma il senso più vero di esso come la condivisione, la gioia di poter stare in famiglia e con tutte le persone a cui vogliamo bene. Il Natale senz’altro ha cambiato aspetto, cambia con il passare degli anni in tutti noi. Da bambini adoravamo il Natale solo per la magia dei regali, per l’albero e per le luci ma crescendo la vera magia del Natale si nasconde nel nostro cuore, nella nostra bontà, nel poterci aiutare a vicenda, nella fortuna di poter trascorrere le sante feste in compagnia, perché a Natale… nessuno dovrebbe stare solo!

Marida Villani 2 I

Mia Raposo e Ilary Nizza della classe 2 I

Poesia di Villani Pasquale classe 1ICartellone di Palumbo Isabel, Petti Marika e Petti Serena.