Salerno: chiusura Vicolo della Neve, Andrea De Simone “Il Vicolo della poesia di Gatto deve vivere!”

Chiude il Vicolo della Neve e Salerno perde un altro pezzo della sua identità.
Intere generazioni di salernitani hanno gustato i piatti della cucina di tradizione: il vecchio forno a legna ha sempre reso più gustose pietanze già saporite.
Il tegamino di rame senza bordi ha servito pizze e calzoni, pasta e fagioli, polpette al sugo, baccalà, patate, cotiche, peperoni imbottiti, parmigiana di melenzane, carciofi.
Piatti semplici e genuini che hanno sempre conquistato i clienti molto più di una pietanza estremamente elaborata della haute cuisine. Spesso, infatti, sono i sapori tradizionali quelli che scaldano il cuore e che determinano il buon esito di un pranzo o di una cena.
Chi di noi non lo ha scelto, anche a ora tarda, dopo il cinema, il teatro o una riunione politica.
Cibo, allegria e posteggia per anni hanno animato le serate in città. Indimenticabili i “fatti” dei vecchi camerieri che raccontavano delle gesta  di “Sciacquariello” e di “Peppiniello” impegnati a deliziare il palato di artisti famosi che sono passati per il Vicolo. A quegli stessi tavoli si sono seduti Giorgio Amendola, Clemente Tafuri che ha dipinto le pareti, Alfonso Gatto che ha scritto versi straordinari e tanti altri.
Con questa chiusura la nostra città è più povera e la nostra gastronomia purtroppo, parla sempre più napoletano e meno salernitano.
Porte chiuse ed indifferenza feriscono i vecchi clienti, ma anche chi ha a cuore Salerno che da anni “assapora” delusioni, fallimenti e ingratitudine verso i rappresentanti della tradizione salernitana nei diversi settori produttivi. La città europea che intende sviluppare il turismo tutto l’anno non si costruisce con l’effimero o altre iniziative importate.
Bisogna far leva sul ricco patrimonio di cui dispone Salerno.
Speriamo che ci sia qualcuno disponibile ad accettare la sfida: riaprire il Vicolo della Neve.
Il Vicolo della poesia di Alfonso Gatto deve vivere:
“Il vicolo aveva la neve
dal dolce nome granito
un uomo triste che beve
il suo vino appassito,,,,
Andrea De Simone