Nocera Inferiore: Comitato Giustizia contrattuale, dumping contrattuale nei centri di riabilitazione accreditati, modifica art. 8 sexies co 5 D.lgs 502/1992 e altre iniziative per contrastarlo, lettera a Rappresentanti istituzionali

Il Comitato Giustizia contrattuale (che riunisce i Centri di Riabilitazione accreditati ai sensi dell’articolo 26 L. 833/78 che applicano il contratto AIOP/ARIS delle strutture Sanitarie all’interno della regione Campania) intende con la presente sottoporre alla Vostra attenzione il problema sempre più grave, a livello nazionale e regionale, del dumping contrattuale.

In estrema sintesi, si precisa quanto segue:

 

  1. Il problema del dumping contrattuale è sempre più devastante e, giustamente, sempre più al centro dell’attenzione e della mobilitazione anche delle OO.SS.

Lo testimonia il fatto che negli ultimi anni le tipologie di contratto siano passate da 300 a oltre 900, con una esplosione di contratti “pirata” il cui unico obiettivo è fare dumping contrattuale a danno dei lavoratori.

  1. Il dumping contrattuale è sempre inaccettabile e pericoloso, anche nelle fasi di crisi, ma lo è tanto più in una fase di ripresa e resilienza come quella dei prossimi anni. Diventerebbe però assolutamente intollerabile se fosse sollecitato e incentivato da un ente pubblico quale la Regione e per servizi di interesse generale come quelli sanitari.

 

  1. L’esempio della riabilitazione è indicativo. In Campania il contratto di riferimento, quello AIOP/ARIS per il personale dipendente delle Strutture Sanitarie, è adottato solo dal 40% dei centri. L’altro 60% adotta contratti diversi, ovviamente molto più vantaggiosi per l’impresa a danno dei lavoratori.  Nel Lazio i contratti pirata sono adottati dal 40% dei centri e nelle altre regioni la situazione è simile.

Le differenze contrattuali sono enormi:

Sul costo del lavoro:

come è chiaro dalla tabella, il risparmio rispetto a coloro che applicano il contratto AIOP/ARIS delle Strutture Sanitarie, va dal 14,90 % dell’AIAS fino al 34,04 di chi applica il contratto ARIS del 5/12/12 per il personale dipendente da RSA e Centri di Riabilitazione

Questo determina minori costi sul fatturato:

si va da un minor costo sul fatturato del 9 % dell’AIAS al 18 % per chi applica il contratto ARIS del 2012. Facendo un calcolo sulla media semplice questo significa che solo in Campania 23 milioni di euro l’anno del budget della riabilitazione vengono tolti ai lavoratori.

1. Ciò crea una situazione di concorrenza sleale: soggetti che offrono gli stessi servizi con lo stesso riconoscimento economico da parte delle Regioni, in verità operano in condizioni del tutto diverse con forte svantaggio per coloro che applicano il contratto di rifermento più favorevole ai lavoratori.

 

  1. Inoltre determina conseguenze pesanti a) sulla qualità dei servizi per i cittadini da parte di strutture che, in quanto accreditate, rappresentano il Servizio sanitario pubblico; b) sui livelli occupazionali (tutti i contratti prevedono 38 o 40 ore di lavoro settimanale anziché 36 del contratto AIOP).

Il nodo fondamentale è che chi applica i contratti “pirata” ha gli stessi riconoscimenti e benefici di chi applica il contratto AIOP/ARIS Strutture Sanitarie, ben più oneroso e rispettoso dei diritti dei lavoratori. Questo porterà sempre più aziende a scegliere i contratti “pirata”.  In sostanza un danno enorme per tutti: lavoratori, cittadini, Servizio Sanitario Pubblico.

Cosa fare per porre fine a questo scandalo?

Tre cose.

a)     Da parte delle Regioni deve essere stabilito come requisito essenziale dell’accreditamento l’applicazione del CCNL cd. leader, vale a dire di quello che, oltre che essere sottoscritto da organizzazioni datoriali e dei lavoratori in possesso di requisiti effettivi di rappresentatività, risulti essere il più vicino, per contenuti normativi ed economici, a quello della sanità pubblica, ovvero quello AIOP/ARIS per le Strutture Sanitarie. Infatti risulta inconcepibile come tra i requisiti richiesti per l’accreditamento (mq. per posto letto, spazi di vivibilità interni ed esterni, numero e qualità del personale) non sia previsto quello fondamentale del CCNL applicato, necessario per garantire la qualità della assistenza.

 b)     Pertanto è necessario emendare il vecchissimo e anacronistico art. 8 sexies del D.lgs 502/92, comma 5, in cui si legge: “Il Ministro della sanità, determina le tariffe massime da corrispondere alle strutture accreditate in base ai costi…, calcolati su un campione rappresentativo di strutture accreditate, preventivamente selezionate secondo criteri di efficienza, appropriatezza e qualità della assistenza…”.

Proponiamo di sostituire il predetto articolo con il seguente testo: “le tariffe vanno determinate sulla base del costo della vita, dei costi standard di produzione e di quote standard di costi generali, tenendo conto, a tali fini, dell’obbligatoria applicazione del contratto leader del settore che maggiormente si avvicini, dal punto di vista normativo ed economico, al Contratto della Sanità Pubblica”.  

 c)      Sempre da parte delle Regioni, in via subordinata e transitoria, stabilire tariffe differenziate sulla base dei contratti applicati, per cui i contratti che fanno riferimento ad altre Associazioni, come l’ANFFAS o l’AIAS, siano classificati in fascia B e gli altri ancora in fascia C.

In questo modo si riuscirà finalmente a interrompere il circolo vizioso che rischia di rendere vani decenni di lotte per i diritti dei lavoratori, danneggiare ulteriormente le imprese virtuose che adottano i contratti più tutelanti, abbassare la qualità dei servizi ai cittadini. Tutto il contrario di “ripresa e resilienza”.

RingraziandoVi per l’attenzione diamo tutta la nostra disponibilità per ogni tipo di approfondimento, informandoVi che contro il dumping contrattuale le imprese virtuose e i sindacati dei lavoratori continueranno a battersi con la massima determinazione e in tutte le forme consentite.

 dott. Francesco D’addino

in rappresentanza dei Centri di Riabilitazione ex art. 26 L. 833 che applicano il contratto AIOP/ARIS delle Strutture Sanitarie