La Voce e la Vita della Chiesa: “Aprirsi alla vita oltre gli ostacoli”

Diac. Francesco Giglio

Ieri 7 febbraio la Chiesa ha celebrato la “Giornata per la Vita”.

Per l’occasione e nel rispetto delle norme anticovid, l’Arcivescovo Bellandi, in cattedrale ha presieduto una celebrazione eucaristica, in comunione con i rappresentanti dell’Ufficio di Pastorale della Salute, della Pastorale della Famiglia e del Comitato Diocesano per la Vita.

La finalità dell’incontro liturgico è stata quella di elevare al “Dio della vita” la preghiera di farci apprezzare, sempre e di più, il grande dono della vita e della libertà.

Il binomio “libertà e vita” è inscindibile. Costituisce un’alleanza feconda e lieta, che Dio ha impresso nell’animo umano per consentirgli di essere davvero felice.

La pandemia ci ha fatto sperimentare in maniera inattesa e drammatica la limitazione delle libertà personali e comunitarie, portandoci a riflettere sul senso profondo della libertà in rapporto alla vita di tutti: bambini e anziani, giovani e adulti, nascituri e persone in fin di vita.

Nelle settimane di forzato lockdown quante privazioni abbiamo sofferto, specie in termini di rapporti sociali!  Nel contempo, quanta reciprocità abbiamo respirato, a riprova che la tutela della salute richiede l’impegno e la partecipazione di ciascuno; quanta cultura della prossimità, quanta vita donata per far fronte comune all’emergenza!

La “43° Giornata per la Vita 2021” vuol essere un’occasione preziosa per sensibilizzare tutti al valore dell’autentica libertà, nella prospettiva di un suo esercizio a servizio della vita: la libertà non è il fine, ma lo “strumento”per raggiungere il bene proprio e degli altri, un bene strettamente interconnesso. Dire “ ”alla vita è il compimento di una libertà che può cambiare la storia.

Così potremo accogliere, con gioia “Ogni vita umana, unica e irripetibile, che vale per se stessa, costituisce un valore inestimabile”.

Ogni uomo merita di nascere e di esistere. Ogni essere umano possiede, fin dal concepimento, un potenziale di bene e di bello che aspetta di essere espresso e trasformato in atto concreto; un potenziale unico e irripetibile, non cedibile. Solo considerando la “persona” come “fine ultimo” sarà possibile rigenerare l’orizzonte sociale ed economico, politico e culturale, antropologico ed educativo.

L’esercizio pieno della libertà richiede la verità: se desideriamo servire la vita con vera libertà, occorre che i cristiani e tutti gli uomini di buona volontà, s’impegnino a conoscere e far conoscere Colui che ci rende veramente liberi perché è  “ la Via, la Verità e la Vita”.

Il messaggio “dell’Enciclica Evangelium vitae” di San Giovanni Paolo II, secondo Papa Francesco, è “più che mai attuale” ed aggiunge: “Al di là delle emergenze, come quella chi stiamo vivendo oggi, si tratta di agire sul piano culturale ed educativo per trasmettere alle generazioni future l’attitudine alla solidarietà, alla cura, all’accoglienza, ben sapendo che la cultura della vita non è patrimonio esclusivo dei cristiani, ma appartiene a tutti coloro che, adoperandosi per la costruzione di relazioni fraterne, riconoscono il valore proprio di ogni persona, anche quando è fragile e sofferente”. (udienza di Papa Francesco, 25 marzo 2020, a 25 anni dall’Evangelium vitae).

Accogliamo allora l’accorato invito di Papa Francesco che, con forza, ha ribadito: “Rispetta, difendi, ama e servi la vita, ogni vita, ogni vita umana! Solo su questa strada troverai giustizia, sviluppo, libertà, pace e felicità!’”.