Covid-19: verità allo specchio, cos’ha provocato?
Dott. Vincenzo Petrosino*
Il Covid-19 sotto certi aspetti era atteso . Non si conosceva da dove, quando e come sarebbe arrivato, ma era comunque atteso.
Il genere umano, animale e vegetale interagisce continuamente con l’ambiente. Esistono continue lotte per la difesa e la sopravvivenza, le piante producono sostanze per proteggersi, gli uomini e gli animali sono continuamente in lotta con agenti fisici chimici e microbiologici.
Come si evolve il genere umano, così anche le piante, gli animali, oltre ai batteri e ai virus… fra questi c’è chi diventa resistente ai chemioterapici, chi muta cambiando caratteristiche o saltando di genere, passando dal regno animale all’uomo.
Tralasciando ogni eventuale e tra l’altro possibile e non fantascientifica manipolazione del virus, che comunque potrebbe confermare chi ha la possibilità di avere in mano la mappa genetica del Sars-CoV-2, una mutazione di un virus era in fondo prevista e possibile.
Forse, purtroppo come ho già raccontato, nel mondo eravamo tutti distratti da altre cose. Covid ci ha colti di sorpresa mentre guardavamo altrove.
Opere fantastiche, viaggi interplanetari, elettronica a gogò, tecnologia robotica… insomma l’umanità stava peccando di onnipotenza, gi proiettata con la testa sul pianeta rosso, mentre sulla terra c’è ancora molto da sistemare.
Ecco che un essere “non vivente”, un mostriciattolo di milionesimi di millimetro si è inserito tra di noi e, anche perché forse in parte sottovalutato, ha fatto vittime e seminato panico e terrore, danni a uomini e donne, danni economici, sociali e psicologici.
Abbiamo in parte arginato la pandemia chiudendoci in casa, cambiando e interrompendo tanti rapporti e abitudini, in fondo ci siamo nascosti al virus che sta fuori inanimato.
Ora parliamo di ripresa, ma sarebbe opportuno guardarci bene tutti allo specchio: siamo innanzitutto gli stessi di qualche mese fa ?
Fisicamente, certamente sì, magari più ingrassati dalla vita sedentaria, ma dentro di noi qualcosa per forza è cambiato.
Dobbiamo per molto tempo comprendere che bisogna rispettare le distanze, scordiamoci di concerti… discoteche… movida e bar… cambierà il rapporto uomo spazio.
Ricordiamoci, davanti allo specchio, delle strette di mano e dei baci e degli abbracci che scambiavamo con amici e conoscenti….
Ricordiamoci dei tram e degli autobus… dove alle ore di punta, ad ogni frenata, c’era il rischio di cadere l’uno sull’altro.
Ricordiamoci delle file agli sportelli pubblici, al comune, alle biglietterie dello stadio… sugli spalti stessi dello stadio.
Ecco , non pessimismo ma riflessione allo specchio, siamo gli stessi ma siamo cambiati e dobbiamo cambiare al momento per forza.
Ci porteremo dentro il timore di entrare in quattro in ascensore…anche se sulla targhetta vediamo scritto portata massima cinque persone… o andare in chiesa tutti insieme alle funzioni.
Non sono spaventato tanto dalla fase uno della pandemia, sono preoccupato per la qualità della vita della fase due e tre… e del ritorno brutale alla fase uno.
Sono certo che ci vorranno degli anni per dimenticare e purtroppo per quanto si voglia raccontare, solo una vera cura per la Covid-19 potrà riportarci la vera serenità. E quando l’avremo trovata bisognerà pensare ad un’eventuale…. altra futura sorpresa.
Forse la lezione potrebbe essere stata utile per l’Umanità.
Non possiamo oggi pensare a spostamenti senza motivo tra regioni diverse, figuriamoci tra Stati diversi.
Ora bisogna davvero essere prudenti, poiché la fase due sarà più delicata della fase uno.
Immaginate cosa potrebbe accadere se in un’azienda riaperta, dopo essere tornata al lavoro, iniziasse a registrare qualche caso di contagio?
Immaginate cosa potrebbe accadere in un hotel, in uno stabilimento balneare o in un villaggio turistico?
Sono convinto che qualche restrizione in più per qualche tempo, in attesa anche che la sanità si stabilizzi su questa emergenza, sia la cosa più saggia da perseguire.
La politica, i politici e i politicanti devono fare la loro parte, ma anche ascoltare chi ha titoli e competenze in materia, qui bisogna pensare davvero in modo saggio, prudente, diverso e anche innovativo.
Vedo i colleghi in tv abbastanza abbottonati e lasciano alla politica le scelte dopo aver dato “i consigli”… io direi di lasciare un buon margine di prudenza al consiglio più ottimista dei tecnici!
Certo bisogna aiutare le fasce deboli e anche le piccole e medie imprese che, comunque sia, avranno sempre e per lungo tempo qualche problema.
Lo specchio deve riflettere la nostra immagine forte e decisa, uguale a prima della pandemia, ma deve raccontarci la verità, magari condita con un poco di ottimismo.
*Oncologo chirurgo – Salerno