San Rocco, un Pellegrino venuto da lontano contro epidemìe

Solo in Italia si  contano circa tremila devoti a San Rocco, segno evidente della grande devozione popolare dei tempi passati. Inoltre, in quasi tutte le chiese d’Italia, in una pala d’altare, affresco  o una statua si trova immancabilmente la figura di San Rocco. Da solo o accompagnato da altri Santi, è facile identificarlo e distinguerlo, perché in genere ha con sé un cagnolino e mostra un bubbone della peste  su una coscia scoperta.

E’ rappresentato come un viandante: con il bastone, il mantello, il cappello, la mantellina  e la conchiglia del pellegrino, utilizzata come bicchiere naturale, per placare la sete nei corsi d’acqua.

Rocco nacque  in Francia nel XIV secolo, in una famiglia benestante, residente a Montpellier. Intorno ai vent’anni, dopo aver perso entrambi i genitori, vendette tutti i suoi averi, si affiliò al Terz’ordine francescano e fece voto di recarsi in pellegrinaggio a Roma.

Arrivato in Italia, dove la peste seminava morte, lungo il cammino si mise al servizio degli appestati e operò miracolose guarigioni. Giunto a Roma, risanò perfino un cardinale, il quale poi lo presentò al papa Urbano V.

Sulla strada del ritorno verso il proprio paese Rocco proseguì la sua opera di conforto e di assistenza ai malati di peste, finché scoprì di essere stato lui stesso colpito dal morbo. Si allontanò, dunque, dalla città di Piacenza, dove si trovava, e si rifugiò in una capanna vicino al fiume Trebbia. Qui un cane lo trova e lo salva dalla morte per fame, portandogli ogni giorno un tozzo di pane. Ecco perché il fedele quadrupede lo accompagna nelle raffigurazioni.

Ristabilitosi, Rocco s’incammina nuovamente, ma, per sua sventura, viene arrestato come persona sospetta e gettato in carcere a Voghera, dove trascorre gli ultimi cinque anni della sua vita. Muore il 16 agosto di un anno compreso tra il 1376 ed il 1379 ancora in giovane età, a non più di 32 anni.

L’associazione Europea Amici di San Rocco, tiene viva oggi la sua testimonianza  di vita.

Nata nel 1999 con il desiderio di proporre un San Rocco  sempre attuale, un Santo il cui profumo è solo quello del Vangelo, che i suoi insegnamenti sono per tutti esempi da imitare ed il su grande amore per l’umanità da testimoniare.

Riflettendo sulla vita di S. Rocco si riscopre il messaggio evangelico delle beatitudini, la povertà, l’umiltà e la misericordia specialmente verso i fratelli provati dalla povertà, dalla sofferenza e dalla malattia.

Ripensare la vita di S. Rocco, vuol dire seguirlo nell’unirsi con Lui all’Amico vero, Cristo Gesù, maestro, modello e guida di ogni battezzato.

È ciò che ha voluto evidenziare Fratel Costantino De Bellis dando vita al  grande sodalizio “Amici di San Rocco ” per mettere in risalto il grande impegno del Santo nel seguire Cristo Gesù.

Meditando sulla vita di S. Rocco ciascuno dovrà mettere in pratica quegli impegni devozionali e tradizionali.

L’associazione Europea Amici di San Rocco sta portando avanti uno scrupoloso ed attento cammino spirituale, che vede coinvolti tutti i fedeli e devoti al Santo della carità, impegnati per una nuova evangelizzazione nella dimensione del Concilio Vaticano II.

Viste le sue vicende biografiche, San Rocco diventò il protettore degli appestati e, per estensione, l’intercessore da invocare in caso di epidemie.

Coronavirus, un’epidemia di cui si conosce poco, che sta mettendo in ginocchio il mondo intero. C’è un Santo in particolare, a cui si fa ricorso proprio in periodi come questi, ed è San Rocco da Montpellier. La sua devozione inizia nel pieno Medioevo quando, contro la terribile piaga della peste, veniva invocato affinché placasse il contagio. Attualmente il suo culto ha varcato i confini italiani ed europei; solo in Italia vi sono tremila chiese, oratori e Santuari, è  patrono di ben 1386 comuni e compatrono di 890 paesi, un santo molto venerato in Basilicata e nel sud Italia, a cui rivolgersi con fede in questo momento delicato della nostra storia.