CUB Scuola Università Ricerca "Riapertura Scuole in sicurezza!", mobilitazione nazionale “Curiamo la scuola”

Con lo sciopero di oggi la CUB Scuola Università Ricerca chiede la riapertura in sicurezza con classi meno numerose più aule e più personale, in edifici risanati e messi a norma. Rivendichiamo la stabilizzazione dei precari su tutti i posti disponibili e consistenti aumenti salariali dopo 12 anni di blocco stipendiale. Siamo al fianco degli studenti nella richiesta di una didattica migliore e in presenza. Vogliamo tutele vere per studenti e lavoratori “fragili”: persone che non possiamo far ammalare e alle quali dobbiamo garantire il diritto alla lavoro e allo studio.
Oggi, nel secondo giorno dell’iniziativa di mobilitazione nazionale “Curiamo la scuola” lavoratori e studenti hanno riempito le piazze di molte città. Nel momento in cui scriviamo sono da poco terminate le manifestazioni indette a Roma, Genova, Milano, Torino, Padova, Vicenza, Bologna, Livorno, Firenze, Napoli e Catania; in altre città la protesta si svolgerà nel pomeriggio.
Restiamo in attesa dei dati ufficiali ma, la vivacità delle piazze e le notizie che riceviamo dai colleghi ci fanno pensare che, nonostante il silenzio dei grandi media, lo sciopero nazionale di oggi  registrerà una partecipazione al di sopra delle attese.
In tutti i cortei e presidi odierni abbiamo ricordato alla cittadinanza quali siano i principali punti di criticità che si trovano all’origine della nostra protesta e denunciato le dimenticanze, omissioni, bugie e storture celate dietro gli annunci puramente propagandistici del Governo e della ministra Azzolina. Siamo stanchi di retorica e promesse vuote e rivendichiamo un immediato cambio di rotta. Servono subito forti investimenti in edilizia, la stabilizzazione immediata dei precari, tutele per studenti e lavoratori “fragili”, consistenti aumenti salariali per il personale il cui stipendio è fermo da 12 anni.
Da anni la nostra scuola è ammalata per colpa di chi l’ha gestita –non importa che il ministro di turno si definisse di destra o di sinistra o, come l’attuale, né di destra né di sinistra- ma in questi due giorni abbiamo dimostrato che è possibile curarla e che abbiamo proposte concrete per farlo. Sappiamo anche che il nostro sistema d’istruzione non è al centro dell’interesse di chi si alterna al governo del Paese perciò continueremo la nostra battaglia per una scuola pubblica, sicura, di qualità e  che abbia il massimo rispetto per tutti i suoi studenti e per il personale che ne garantisce il funzionamento.

La mobilitazione non si ferma!

Prossimo appuntamento il 23 ottobre,

sciopero generale nazionale indetto dalla CUB