Covid- 19 il giorno dopo

dott. Carmine Paternostro
Se Atene piange, Sparta non ride, peste ad Atene? Gli Spartani hanno avvelenato i pozzi di Atene, con morituro Pericle, il saggio, già condannato dall’ostrakon sull’acropoli… caccia all’untore… è stata la Cina a mettere in libera uscita il virus, afferma Trump, per sospettabili motivi di interesse e avversione. Parole, parole, tante, allarmismo, pronunce diverse degli uomini di scienza, ispirati nell’oscurità dell’ultima pandemia e politici perspicaci, vigili, attenti in preventive ordinanze severe, anche in tema economico, in epoca di pallido sole. Mentre Manzoni torna di moda nei ricordi dei vecchi studenti, non si sa se il suo libro di invito a nozze proibite, sia ancora giacente negli scaffali dei giovani o addirittura letto.
E, da vecchio medico di contrada, mi sia consentito di dire anche la mia.
Vedo le Pandemie come flussi, corsi e ricorsi storici o mutazioni nel mondo dello Inn e lo Yang della tradizione cinese: un tempo peste, colera dominavano il mondo, richiedevano sacrifici agli dei per placare ira e vendetta in un do ut des rituale, ove il peggio ricadeva sempre sul debole. Poi Spagnola, Asiatica, che ho conosciuto, ieri HIV, Sars… ma la Sars non era dovuta a… Coronavirus? Allora era noto? Oggi ha mutato vestito e ricompare, notturno, come il radar del pipistrello. E’ tutta colpa di quel perfido e acido filamento nucleico, in possesso del virus, che chiede ospitalità alla cellula per moltiplicarsi e mettere in crisi le nazioni del mondo. E’ questa la riposta del globo alle violenze dell’uomo vorace? E’ una selezione naturale, tornata di moda, che abbatte i più deboli? E’ la decisione di Zeus di inviare guerre nel mondo, per abbassare l’alto numero di presenze umane? In Italia la prole è sempre più scarsa e, non a caso, siamo stati virtuosi anche nell’affrontare il malefico virus perverso. La malattia è sitemica, va curiosando in tutti gli organi in nostro possesso, in ogni stagione. Non basta insufflare il polmone, ma alzare lo sguardo ad un orizzonte più vasto. Chissà, forse, una autopsia precoce, il ricorso al siero, con anticorpi di donatori (gratuiti) miracolati, avrebbero anticipato i tempi e permesso la pratica di un’opportuna terapia di sostegno, oltre alle misure preventive in atto.
Visti i tanti asintomatici, ritengo, in primo luogo, che, potenzialmente, tutti potremo venire a contatto col virus nei tempi o, direttamente o, tramite un buon vaccino testato.
L’uomo deve rassegnarsi a combattere particelle lesive ed evocare risposte difensive naturali nel proprio organismo o artificiali. In secondo luogo, considerando l’alta diffusione nel globo ed in Italia, la riduzione del ricorso alla terapia intensiva, quindi dei ricoveri e dei decessi, ritengo che il virus, dopo aver imperversato come un tornado, stia perdendo in potenza. Quindi niente allarmismi, ma prudenza e osservanza di semplici regole e pazienza. Siamo usciti dal guscio dopo lunga clausura, sopravvissuti e fortunati. E’ d’obbligo un pensiero ad altre nazioni discriminate, impoverite, sfruttate dalle civiltà potenti: bambini malnutriti e morenti, partorienti all’aperto, sieropositivi, malarici, gente senz’acqua, cibo, un conforto ed, oggi, nello strabico post modernismo attuale anche con Covid!
Il virus ha un biglietto da visita con chiaro messaggio: Se gli abitanti del mondo si terranno per mano, ricordando Epulone, il discorso della montagna, si avvieranno sulla via di Emmaus ed il mondo sarà sano e più bello e non avremo una seconda puntata.