Incoroniamo un Virus!

Dott. Carmine Paternostro

Nel timore di una pandemia “spagnola” o “asiatica”, si presenta, inattesa, una pandemia diversa. Protagonista un virus che ha mutato l’abito: Coronavirus, Covid 19.

Il vecchio coronavirus esiste da sempre. Comportava quei fastidiosi raffreddori della durata di 6-7-giorni, poi tutto tornava normale. Parole delle mie vecchie pagine di medicina…

Oggi tutto è diverso. Perché un virus mutato? Provenienza? È normale chiederselo. Chi gli ha timbrato un passaporto universale? Chi lo ha imbarcato in voli veloci? Intendo dire genesi, capacità replicative, virulenza, facile trasmissibilità. Resta la pericolosità. Si diversifica tra uomo e uomo. E’ affidata alle capacità reattive, immunopoietiche dell’individuo, alla concomitanza di altre forme morbose. Sono ovvie considerazioni anche al di fuori del campo medico.

Questo virus richiama al diluvio catartico di Noè, spero con danni minori, in una società dove è facile conoscersi on line, per telefonino, cioè avere amici virtuali, vocali, essere trafitti da un improvviso colpo d’amore, sposarsi e poi…sciogliersi come la neve. E i figli? Abbiamo vissuto in un mondo diverso, ove globalizzazione, tecnocrazia hanno bruciato creazione, sentimenti, fantasia, quel poco che consentiva a piccoli artigiani locali e negozietti fattivi “sotto casa” di sopravvivere in serenità e dignità. La modernizzazione dell’economia ha arricchito pochi, affamato molti, donde migrazioni, latrocini, tipo post unità (?) d’Italia savoiarda e lombrosiana, organizzazioni delinquenziali sempre più evolute e raffinate, commercio d’armi, inquinamento… Ebbene, questo virus combatte una terza guerra mondiale diversa, ci disarma e nel contempo ci ammonisce nella prospettiva di un futuro… Anche da Fatima giunse un messaggio…

Tra vent’anni quanto piangeremo i danni di un cambiamento climatico velocemente progressivo. Ma le 7 sorelle decidono, impongono… e mi chiedo: “perché è morto Mattei, Gheddafi, Saddam? E prim’ancora Reza Pahlavi, scià di Persia?”. Iddio ha donato, l’uomo ha esagerato a proprio esclusivo profitto, non ha custodito l’Eden terrestre, lo violenta ogni giorno, come se dovesse vivere sempre! Lazzaro implora una mollica di pane! L’Epulone di oggi risponde, proponendo una “selezione della razza”, in questo momento difficile di intubazioni e mascherine! Sfidare, sostituirsi a Dio è mortale! Nell’arsura desertica, Epulone chiederà una goccia d’acqua. Sarà tardi! Dove andremo? Questo virus è un segno, invia un messaggio. Saprà l’uomo far virare l’economia mondiale a vantaggio dei poveri, deboli, pentirsi della tratta dei neri, della schiavitù imposta, dello sfruttamento, della colonizzazione operata dai paesi cosiddetti “civili”, in Africa, India, Australia, Canada, Malta, Gibilterra ecc. ecc. ecc., accogliere finalmente i migranti, in disperazione e guerre? Saprà trasformare la politica economica di tasse e risparmi in politica del reale bisogno?

Stiamo raggiungendo un punto di non ritorno, siamo ai confini. Pessimista? No! L’uomo “è a Sua Immagine”, sa meditare. Pensandoci bene, questo virus è meno lesivo delle 10 piaghe d’Egitto! Incoroniamolo! In fondo delinquenti, spacciatori, ladri sono a riposo e finalmente anche i politici, nelle loro contese. Quasi tutti sono stati al governo, eppure c’è chi esalta il proprio operato, chi aspramente lo critica, ma CHI ha ridotto l’Italia così (!!!)? La nostra bella Italia d’arte, storia, cultura, eleganza, mare, monti, cucina ridotta in mutande!!! Eppure ogni colpevole o affine guadagna tanto, mentre la nostra sanità, che mette a repentaglio la propria esistenza a vantaggio degli altri, deve accontentarsi, in confronto, di spiccioli. Qual è il rapporto responsabilità, qualità lavorativa, sacrificio, rischio di un medico, infermiere, ricercatore e “lavoro” di un giocatore di calcio o di un manager di qualche grossa impresa, magari fallita, di un politico, diciamo, di secondo piano, in termini retributivi?

Noi, plebei, grazie al virus, a casa, siamo seduti in salotto, conosciamo meglio i figli, conversiamo in famiglia, senza la fretta di correre, socializziamo, questa volta, grazie ai telefoni, leggiamo testi cartacei, selezioniamo, in Tv, programmi non violenti, poco osceni o immorali. Non è facile. Siamo in ristoro.

Ma all’ansia del virus si aggiunge una nuova preoccupazione: alla fine, quale sarà il conto da pagare?