Salerno: Editrice Palladio, presentazione VI volume “Le Pergamene Angioine di Capua”

L’Editrice Palladio di Salerno presenta il VI volume de “Le Pergamene Angioine di Capua“, sedicesima edizione in ordine di tempo del “Corpus Membranarum Capuanarum“, diretto dal prof. Giancarlo Bova.

Il lavoro concerne un periodo che va dal 1283 al 1292 in cui vengono analizzate le opere degli arcivescovi Marino Filomarino, Cinzio della Pigna e Salimbene, nonché quelle dei re di Napoli Carlo I d’Angiò, Carlo Martello e Carlo II. L’Autore si interessa particolarmente delle transazioni economiche della Chiesa di Capua e della storia del monastero di Sant’Angelo Informis. Si sofferma inoltre sulla figura del pittore Lorenzo, che presumibilmente affrescò la stupenda chiesa di S. Maria la Fossa, sui Salemme di S. Prisco, di origine ebraica, di cui Bova ha trattato per la prima volta nel 2007, e sulla famiglia Nivia, presso Pignataro, tra XI e XII sec., messa in relazione con il toponimo “ad Nivanum”, presso Grumo di Capua e Recale (Caserta). Bova pubblica documenti inediti relativi al Carnevale di Schiavi (Liberi, 1291) e di Capua (1272, e metà 1500). Rileva altresì la presenza a Capua di Agostino Boccaccio (1285), che anticipa (sempre a Capua) quella di un suo probabile parente, il celeberrimo Giovanni (1339). Nell’occasione, non tralascia di sottolineare la diffusione nel territorio tra il XIII e XIV secolo dei nomi Durante e Beatrice. Nel complesso le opere di Bova raccolgono la più importante documentazione membranacea inedita di Capua (svariate migliaia di pergamene), relativa alla storia dei villaggi di Terra di Lavoro – tra cui S. Prisco, Curti, Casagiove, Recale, Pontelatona, Pantuliano, Cicotito, Pignataro, Vitulazio, Bellona, Musicile, Casalba, ecc.

Nel 1991 l’arcivescovo Luigi Diligenza (1978-1997), volendo rimediare alla degradazione della ricca storia locale in lavoretti scolastici di scarso rilievo, diede finalmente al prof. Bova l’incarico di analizzare in maniera dettagliata e significativa le pergamene diocesane. Da quell’anno scopo del nostro Autore è stato quello di approfondire gli aspetti della vita quotidiana, sociale, religiosa ed economica del territorio e di comprenderne le componenti etniche. Attualmente le pergamene pubblicate nel “Corpus Membranarum Capuanarum”, da lui diretto, sono circa 1500 e il Corpus ha avuto vasto consenso al punto che il celebre medievista francese Michel Balard della Sorbona di recente ha detto: «Giancarlo Bova, con la sua ricchissima opera ha fatto conoscere alla Comunità Scientifica di tutto il mondo la storia di Capua e di Terra di Lavoro»!

Il lavoro del Bova è però soggetto a plagi, soprattutto online, da parte di ricercatori storici improvvisati che il più delle volte stentano a leggere, tradurre e datare le pergamene, assoggettandosi a essere succubi di taglia e incolla dei testi e degli apparati critici, che impediscono l’accesso produttivo a nuove vie di ricerca. A tal uopo Bova, diffida chiunque a inserire in pagine web, o a stampa, dati desunti dalle sue opere, parafrasandoli o falsificandone la data di pubblicazione.

G. BOVA, Le pergamene angioine della Mater Ecclesia Capuana (1283-1292), VI. L’Età dei Templari, Palladio editrice, Salerno, dicembre 2019, 624 pagine, 24 tavole a colori e 8 in bianco e nero.