Salerno: Collettivo Handala, appello per riconoscimento cittadinanza onoraria a Abdullah Öcalan

Abdullah Öcalan, è il leader riconosciuto dei curdi, un popolo di 40 milioni di persone divisi tra diversi paesi del medio oriente, principalmente Turchia, Siria, Iraq e Iran. In seguito alla richiesta del riconoscimento della propria identità di popolo e dei diritti sociali e civili, il popolo curdo è stato al centro di diverse guerre civili combattute negli ultimi decenni tra le organizzazioni politiche curde e gli stati nazionali in cui i curdi vivono.

Abdullah Öcalan è il simbolo vivente della lotta del popolo curdo, per il riconoscimento e per la sua autodeterminazione. Per più di quattro decenni ha lavorato per trasformare il conflitto da una lotta armata in una lotta politica e raggiungere una pace giusta e duratura, in particolare per quanto riguarda la popolazione che vive in Turchia. Tuttavia egli si trova in un carcere speciale turco, nell’isola di “Imrali” in condizioni giudicate “disumane” dalla corte europea dei diritti dell’uomo (2003).

L’isolamento cui da oltre 16 anni è sottoposto, viola i suoi diritti umani, mette in costante pericolo la sua sopravvivenza, ostacola i contatti con la sua famiglia e il suo team legale. Inoltre il suo isolamento impedisce di svolgere pienamente il suo ruolo di mediazione per la soluzione della questione curda. Infatti dall’interno della sua cella, attraverso i suoi scritti e i suoi appelli, Öcalan ha continuato a svolgere un ruolo centrale nella politica della Turchia, così come continua ad esercitare una rilevante influenza tra il movimento curdo. Öcalan è stato in grado di spingere la guerriglia curda ad aderire a molteplici cessate il fuoco. Nessun altro è in grado di esercitare una tale influenza sulle forze curde. Le sue proposte costruttive per una soluzione politica hanno costituito la base dei negoziati, durati 3 anni, tra il governo turco e il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) per una soluzione pacifica del conflitto.

La proposta di Öcalan per la pace e la riconciliazione tra turchi e curdi è incentrata sulla richiesta di una maggiore “autonomia democratica” all’interno della Turchia, ossia nel riconoscimento delle differenze culturali e nazionali dei curdi all’interno di uno Stato unitario. Öcalan è stato in grado di proporre una soluzione negoziata, avanzando proposte dettagliate che invitano entrambe le parti ad adottare misure per giungere a una fine definitiva del conflitto. Dando una possibilità concreta di pace, egli ha utilizzato il suo carisma per ottenere ripetuti cessate il fuoco unilaterali da parte dei guerriglieri curdi.

Nel 2009 furono avviate le “Riunioni di Oslo”, negoziati segreti, tra Öcalan, una delegazione nominata dal governo dello Stato turco e i membri senior del PKK che si basarono sul documento intitolato “Base della tabella di marcia per i negoziati” scritto da Öcalan ed in cui le parti concordarono tre protocolli che contenevano un piano graduale per la fine del conflitto e una soluzione politica alla questione curda.

Nel 2013 Öcalan ha iniziato un nuovo processo di negoziazione, il cosiddetto ‘Processo di Imrali’. Negli ultimi 20 anni, Öcalan ha sviluppato una filosofia politica che si distingue per una visione alternativa della società, promuove la parità di diritti tra persone di tutte le nazionalità e credenze e, soprattutto, promuove il riconoscimento concreto dei diritti e della libertà delle donne in tutti i settori della società. Il successo del movimento curdo nel Rojava (zona settentrionale della Siria a maggioranza curda), non solo nella lotta contro il terrorismo dell’ISIS, ma anche per un modello inclusivo di convivenza tra gruppi etnici e religiosi per lungo tempo diffidenti tra loro, fa affidamento sulle idee e sul paradigma di Öcalan. Nel Rojava l’inclusione di tutti i gruppi etnici e religiosi come assiri, arabi, siriaci e caldei cristiani nelle amministrazioni cantonali è nata grazie al sostegno di Öcalan e all’applicazione del modello da lui sviluppato, il cosiddetto “Confederalismo Democratico”.

Gli sforzi di Abdullah Öcalan per la pace e la democrazia non sono stati solamente accolti dai curdi in Turchia, ma anche dagli altri gruppi etnico-religiosi in Siria, che combattono contro l’ISIS insieme ai curdi. Il modello di convivenza inclusiva è servito e può servire come un potente strumento per la pace, la stabilità e la prosperità per i popoli della regione. Ci sono state molte campagne avviate per la libertà di Öcalan. In una campagna di raccolta firme condotta nel 2005-2006, circa 3,5 milioni di persone provenienti da tutte le parti del Kurdistan hanno firmato una dichiarazione affermando che essi considerano Öcalan come il loro leader politico. Una seconda campagna di raccolta firme per chiedere la “Libertà per Abdullah Öcalan e gli altri prigionieri politici in Turchia ha raccolto in totale 10.363.000 firme.

La questione curda può essere risolta solo attraverso il dialogo e attraverso misure concrete che rispettino i diritti umani dei gruppi etnici e religiosi in Turchia. Con l’ascesa di partiti politici popolari come HDP, che di recente ha ottenuto lo storico ingresso nel Parlamento turco, la domanda del popolo della Turchia per la pace, per la sua democratizzazione, per le riforme politiche, la parità di genere e dei diritti umani è in aumento. É essenziale che il governo turco riprenda i negoziati per prevenire ulteriori spargimenti di sangue. Le azioni di Öcalan nel corso degli ultimi anni hanno dimostrato che il leader curdo è in grado di svolgere un ruolo di equilibrio per quanto riguarda gli interessi turchi e curdi. Questo equilibrio è la condizione preliminare per una pace durevole e legittima.

La liberazione di Abdullah Öcalan è un fondamentale contributo alla soluzione del conflitto è quindi inevitabile. Continuare a mantenere il silenzio ed isolare Öcalan significa contribuire ad ignorare la questione curda in Turchia e non riuscire a compiere passi concreti verso le riforme politiche per una reale democratizzazione.

Crediamo che la nostra città debba assumere una posizione chiara rispetto a quei conflitti che riversano migliaia di disperati sulle nostre coste, una posizione che punti naturalmente a una pace duratura e rispettosa delle varie etnie, religioni e culture coinvolte. Questa soluzione non può che passare attraverso quel Confederalismo Democratico che in pochi anni ha trasformato il Rojava in una concreta speranza di cambiamento per chi crede in un mondo più giusto, senza oppressione e sfruttamento dell’uomo sulla donna, del ricco sul povero, del genere umano sul mondo naturale. Convinti che la liberazione di Öcalan favorirà il successo del processo di pace in Turchia, in Siria e in altre zone di conflitto, sulla scia di analoga iniziativa già adottata da città come Palermo, Napoli, Palagonia, Riace e Reggio Emilia, chiediamo che il Comune di Salerno conceda la cittadinanza onoraria a Abdullah Öcalan.