San Cipriano Picentino: coop.sociale Marianella Garcia Villas, Capogrosso “Politica a danno dei disabili!”

I disabili hanno salvato i bilanci dei comuni dei Picentini. Tagliando 6 € al giorno per ogni ospite alla retta dei Centri socio educativi del Piano di Zona S4, i comuni hanno evitato il dissesto finanziario. Grazie disabili!

Credo sia doveroso e giusto mettere al corrente tutti i cittadini dei nostri comuni di questa titanica impresa, che uno sparuto gruppo di persone portatori di disabilità hanno compiuto, involontariamente e contro ogni loro intenzione, sia chiaro, a favore dei nostri sindaci, preoccupati di salvare dalla bancarotta le loro amministrazioni. Ma … stiamo parlando di circa 1.300,00€ all’anno di risparmio per ogni cittadino inserito in un Centro socio-educativo diurno. Miserabili 1.300,00€  che nel bilancio di uno qualsiasi dei nostri pur piccoli comuni credo rappresenti un’inezia. Ma per raggiungere questo immane obiettivo i nostri sindaci hanno dovuto riflettere e consultarsi per ben 5 mesi… e dopo tante rassicurazioni che la retta sarebbe stata ripristinata a 30,00€ al giorno, come per il passato, dopo tante parole di stima e di apprezzamento per il lavoro che si svolge in favore di queste persone in difficoltà, ci è arrivata la doccia fredda che di ripristino, se si vorrà parlare, dovremo aspettare il 2020! Ma … non siamo già agli sgoccioli del 2019 e il 2020 non farà il suo ingresso tra solo 50 giorni?

Questo è il modo di far politica dei nostri amministratori “lunga promessa con l’attender corto/ti farà trïunfar ne l’alto seggio” (Canto XXVII-Inferno) cioè promettere molto e concedere poco. Parlare, rimandare, differire consente di continuare a governare senza troppi intoppi.

Questa storia, che ha avuto il suo epilogo nella riunione del Coordinamento istituzionale del Piano Sociale di Zona S4, Venerdì 8 novembre, ha avuto inizio nel mese di APRILE quando, senza alcun preavviso, senza alcuna preventiva consultazione con le Cooperative Sociali gestori del servizio, le Associazioni di tutela del territorio, le famiglie degli utenti la Coordinatrice del Piano di Zona comunicava, con una pec, una determina approvata dal Coordinamento istituzionale che stabiliva di abbassare dal primo luglio la retta dei Centri socio-educativi diurni da 30,00 a 24,00€. Si sottolinea che per anni abbiamo lavorato con una retta di 30,00 al giorno per 8/9 ore di servizio compreso il trasporto e mensa, anche se la Regione Campania per questo tipo di servizio semiresidenziale prevede per i CSP D (centri sociali polifunzionali diurni) una retta di € 47,73 al giorno!

Nella stessa veniva comunicato che le Cooperative si sarebbero dovuti far carico di chiedere ai parenti dei ragazzi che frequentavano i Centri diurni, di contribuire con risorse proprie a coprire il costo della mensa e del proseguimento del servizio anche nel pomeriggio. Abbiamo chiesto immediatamente un incontro urgente con la Coordinatrice del Piano per far presente che una organizzazione del nostro Centro in questa maniera aveva dei risvolti di criticità. I ragazzi che usufruiscono del nostro servizio provengono da sei comuni dei Picentini e percorriamo 100 km andata e ritorno per far loro frequentare le attività a Casa Giovanna. Spesso col traffico ed eventuali intemperie occorrono due ore per arrivare a destinazione. Chiudere le attività dopo quattro ore significava dover portare i ragazzi a casa dopo le ore 13.00 e far pranzare qualcuno dopo le ore 15.00. Un disagio in più che continuiamo a infliggere a ragazzi già particolarmente provati, e anche alle loro famiglie. Se optiamo per il contributo familiare e manteniamo la mensa e le attività pomeridiane si crea una discriminazione perché alcuni non essendo in condizione di far fronte a questa spesa, resterebbero a casa o frequenterebbero solo alcuni giorni. Se lasciamo la libertà di scelta, rimanere e contribuire, o tornare a casa per il pranzo, la Cooperativa dovrebbe fare col pulmino non più due percorsi al giorno ma quattro, con disagi e spese ulteriori. Tutto questo, detto e ridetto è stato valutato e preso in considerazione. Tutti sono rimasti colpiti ed hanno mostrato grande disponibilità e sensibilità. Ma venerdì 8 novembre tutto viene dimenticato  e per un mero calcolo economico di così piccola entità si dimentica la sensibilità, l’attenzione manifestata, la volontà di venire incontro e si decide di lasciare tutto nella totale confusione. Siamo allibiti!

Si sta distruggendo un lavoro di 27 anni per costruire una realtà di sostegno ad una fascia di persone particolarmente a disagio dei nostri territori, una realtà nata quando ancora nella nostra Regione per l’handicap c’erano solo i centri di riabilitazione. E’ vero che i Centri sociali polifunzionali non sono ritenuti nella nomenclatura nazionale servizi essenziali, ma è vero pure, che la sostanziale situazione di minorità che caratterizza queste persone con disabilità, rende l’intervento socio-educativo nei loro riguardi indispensabile per garantire loro un livello di vita umanamente accettabile. Anche per questo l’Italia risulta divisa irrimediabilmente in due. Al centro nord questi servizi funzionano già da moltissimi anni ed hanno attenzione e sostegno economico degli Enti pubblici degno del servizio che rendono. Da noi stiamo costatando invece che l’interesse e la sensibilità che vengono espressi a voce in molte occasioni, sono sostanzialmente falsi perché manca o è molto deficitario il concreto sostegno economico che li renderebbe credibili e veri.

Sembra che nell’ultimo coordinamento i Sindaci confermando la riduzione della retta hanno rimandato nel prossimo anno la possibilità di ripristinare la retta a 30,00 Euro. Noi vogliamo richiamare i nostri Amministratori alle proprie responsabilità e a manifestare sincerità e serietà. Se si vuole mettere davvero tra parentesi questo scorcio di anno e farci ripartire nel 2020, con la serenità necessaria, devono attuare quanto promesso e stabilire in un Coordinamento istituzionale, da fare entro la fine di questo anno, che la retta ritorni a 30,00 Euro al giorno.

 

Cosimo Capogrosso