Alcalinizzare il corpo, per evitare infermità

dott. Michele Montuori

Un corpo acido è un corpo malsano: quando esso è acido, si crea un ambiente indesiderato nell’intestino, in cui prosperano malattie, batteri e lieviti

Per neutralizzare e rimuovere l’acidità esso preleva minerali da organi vitali e ossa, di conseguenza importanti riserve minerali, come calcio, sodio, potassio e magnesio saranno ridotte provocando danni e acidosi.

La maggior parte degli alimenti che consumiamo favoriscono l’acidità, come latticini, cereali, carne e zucchero. Ora, poiché il corpo accumula costantemente gli scarti acidi del metabolismo, questi rifiuti devono essere neutralizzati o espulsi in qualche modo, ma. al fine di neutralizzare gli acidi, il corpo ha bisogno di cibi alcalinizzanti, che favoriscono i giusti processi biochimici nel nostro organismo e sono ricchi di vitamine e sali minerali.

Rientrano, fra i suddetti, frutta e verdura di stagione e ben matura, oli vegetali (in particolare l’olio di oliva extravergine spremuto a freddo, quello ancora presente nelle nostre colline), semi oleosi e frutta secca, sebbene, in generale siano considerati alcalinizzanti i seguenti alimenti: tutti i vegetali, comprese le insalate; i tuberi e le radici; le patate (specie se mangiate con la buccia); la frutta (compresa quella acida); la frutta essiccata; le mandorle e gli anacardi, le acque minerali alcaline; il bicarbonato di sodio; il sale marino integrale (assolutamente no quello iodato).

Esistono peraltro in commercio diversi tipi di integratori naturali alcalinizzanti: basta scorrere internet, e se ne trovano una miriade. Uno per tutti, ad esempio, è il Sustenium Plus.

Ora, voglio descrivere, qui di seguito, la pozione alcalinizzante che io facevo assumere ai miei pazienti – dopo averli visitati e averne constatato, attraverso un preciso interrogatorio, la non osservanza di corrette regole alimentari (quasi sempre dovuta ad assunzione di insaccati e latticini, perlopiù: ero in un paese di montagna, e qui prosciutti e salami volavano che era una meraviglia) -, con la quale facevo evitare loro, nella gran parte dei casi, il ricorso all’ospedale. Ecco in cosa consisteva.

1) Facevo sciogliere, insieme ad un cucchiaino di zucchero (che avrebbe un’azione più o meno simile al fosforo omeopatico), due cucchiai di Alcalosio polvere o di Citrosodina granulare in un bicchiere alto, mezzo colmo di acqua tiepida oligominerale, sino a quando i granuli non fossero del tutto disciolti.

2) Solo allora, quando i granuli di Alcalosio o Citrosodina fossero stati per l’appunto del tutto disciolti, si poteva aggiungere il succo di uno o due limoni biologici, i quali – contenendo, come l’Alcalosio o la Citrosodina, oltre la beneficissima vitamina C, anche acido citrico, un acido debole capace di spostare acidi forti e quindi realizzando infine un’alcalinizzazione) –  aumentavano così notevolmente il potere tampone di quella miscela.

3) Infine, il tutto andava rimescolato – con l’aggiunta di un altro mezzo bicchiere d’acqua -, e bevuto a sorsi.

Miracolosamente, i miei pazienti riprendevano vigore entro pochi minuti dall’assunzione della suddetta pozione, e, constatandone il miglioramento generale, ordinavo loro riposo e più attenzione ai cibi da assumere: niente ospedale.

Al di là della constatazione di malattie, alcalinizzare il corpo nel suddetto modo è consigliabile ogni giorno, in particolare la mattina, appena svegli: un vero input per la buona formazione di ormoni ed enzimi, quindi per la permanenza della buona salute.

La ragione più profonda di quest’alcalinizzazione mattutina rimane il blocco di quegli acidi che durante la notte vanno ad invadere il mesenchima.

La miscela suddetta sarebbe controindicata, unicamente, negli uremici terminali (molto meno dell’1% del totale degli ammalati), cioè a coloro che, nella classificazione bioelettronica, si trovano in uno stato alcalino ossidato, uno dei quattro dinamici stati di cui già parlava Ippocrate nell’antichità, e che Vincent (proprio con la bioelettronica cui viene associato il suo nome) ha ripreso ai giorni d’oggi, a buon ragione della classe medica più avanzata.