Salerno: USB, adesione a manifestazione a Roma 20 ottobre “Nazionalizzare QUI e ORA”

Alle ore 8 del 20 ottobre, dalla sede della Federazione Provinciale USB di Salerno (Via Posidonia – Torrione), partiranno bus per partecipare alla manifestazione nazionale di Roma. Altri bus partiranno da Napoli e dalla provincia salernitana.

20 ottobre: Nazionalizzare QUI e ORA !

Quella in programma sabato prossimo a Roma si annuncia come una grande manifestazione che vuole chiudere definitivamente un lungo periodo cominciato all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, nel quale la privatizzazione delle società pubbliche strategiche e la corsa ad esternalizzare attività e servizi pubblici sono state presentate come le uniche vie per assicurare efficienza e risparmi. La storia ha dimostrato che non c’era nulla di più sbagliato.

Quando a parlare di nazionalizzazioni e di ritorno alla gestione pubblica dei servizi utili ai cittadini eravamo solo noi della USB, sembravamo un po’ marziani catapultati in chissà quale pianeta. Oggi il contesto sta cambiando e si è aperto uno spiraglio per proporre una politica d’investimenti pubblici e un recupero in mano pubblica delle attività affidate ai privati.

Sabato 20 ottobre, un ampio arco di forze sindacali, sociali, politiche, con in testa l’Unione Sindacale di Base, scenderà in piazza a Roma per rivendicare lo stop alle privatizzazioni e la nazionalizzazione delle imprese e dei servizi strategici.

Da molti, troppi anni, si è fatta strada e consolidata l’idea secondo cui la privatizzazione dei servizi sarebbe garanzia di efficienza e la nazionalizzazione, al contrario, una utopia irrealizzabile. Gli effetti della cessione ai privati delle aziende pubbliche sono però sotto gli occhi di tutti. Il crollo del ponte Morandi di Genova è solo l’ultima terribile immagine che riassume il senso e gli effetti dei processi di privatizzazione che intendiamo combattere.

20 ottobre: Nazionalizzare è meglio che curare!

In campo previdenziale non è sufficiente ridurre gli effetti della Legge Fornero e agevolare l’uscita di chi ha almeno 62 anni di età, occorre rilanciare la previdenza sociale pubblica modificando il sistema di calcolo degli assegni pensionistici per assicurare in futuro pensioni pubbliche dignitose. La previdenza complementare privata non è mai decollata, giustamente sosteniamo noi, perché i lavoratori non vogliono affidare il proprio TFR alla speculazione. Nel pubblico impiego il Fondo Sirio è stato soppresso per mancanza di adesioni ed accorpato al Fondo Perseo. Sono segnali significativi dei quali bisogna tener conto.

Anche il settore Istruzione è stato investito da un’ondata analoga. Esiste un imperativo dominante, un filo rosso che lega le ultime riforme della scuola, dalla legge sull’autonomia scolastica alla legge 107: l’aziendalizzazione, la burocratizzazione e  la privatizzazione della scuola pubblica statale. I governi italiani hanno in questo supinamente recepito le direttive dell’Unione europea, da decenni interessata alla diffusione capillare della cultura di impresa e di mercato nei sistemi di istruzione e formazione. Tale processo ha investito tanto i lavoratori, quanto gli studenti e le studentesse. I primi hanno dovuto subire la graduale trasformazione di un sistema sempre meno indirizzato alla formazione di coscienze critiche, libere e alla costruzione di una comunità democratica ed egualitaria e sempre più simile a una fabbrica vincolata e subordinata alla logica del profitto; i secondi soffocati da una didattica sempre più interessata all’acquisizione di competenze funzionali al mercato del lavoro e alla logica di impresa. L’Alternanza scuola lavoro riassume l’essenza stessa di tale ondata.