Pietrelcina: grande affluenza per 108° anniversario Prime Stimmate San Pio

Michele Gagliarde

Si sono tenute lo scorso venerdì le celebrazioni commemorative della Prima Stimmatizzazione di San Pio da Pietrelcina, avvenuta presumibilmente il 7 settembre 1910 nella contrada di Piana Romana dove la famiglia dell’allora giovane frate cappuccino aveva un podere e dove Lui spesso si ritirava, affetto com’era da una malattia misteriosa che lo tratterrà nel suo paese natale per ben 7 anni impedendogli di condurre  vita comunitaria con i frati,  per respirare l’aria buona della campagna e per immergersi nel silenzio e nella bellezza di un ambiente naturale  che gli consentisse un  più facile contatto con il Cielo.  Ricaviamo questa data da una lettera che Egli inviò al suo provinciale Padre Benedetto da San Marco in Lamis l’8 settembre 1911, nella quale  accenna al misterioso fenomeno, manifestatosi la sera precedente, che il giovane frate afferma di non saper “né spiegare né comprendere. In mezzo alla palma delle mani è apparso un po’ di rosso quasi quanto la forma di un centesimo, accompagnato da un forte ed acuto dolore in mezzo a quel po’ di rosso. Questo dolore era più sensibile in mezzo alla mano sinistra, tanto che dura ancora. Anche sotto i piedi avverto un po’ di dolore”. Questa la descrizione del prodigio fatta dallo stesso San Pio, il quale fa sapere a Padre Benedetto che “questo fenomeno è quasi un anno che si va ripetendo, però adesso era da un pezzo che più non si ripeteva”, scusandosi col Padre Provinciale per non avergli riferito nulla in precedenza adducendo come motivazione “la maledetta vergogna” e sostenendo che, anche in quel momento, ha dovuto farsi molta violenza per dirglielo. Conosciamo così bene la natura di queste prime stimmate avute sotto l’olmo di Piana Romana, ben diverse da quelle, comparse sotto forma di vere piaghe aperte e grondanti di sangue il 20 settembre1918 a San Giovanni Rotondo e che il Padre porterà impresse sul Suo corpo per ben 50 anni, anche per via di alcune testimonianze orali, in primis della madre Maria Giuseppa de Nunzio e dell’allora parroco di Pietrelcina don Salvatore Pannullo. Fu lo stesso don Salvatore a  confortare il giovane frate  pregando insieme a Lui il Signore affinché togliesse i segni esteriori di tali ferite. Le stimmate effettivamente scomparvero, ma non scomparve  lo struggente dolore che Padre Pio testimonia spesso in prima persona nella sua corrispondenza epistolare coi superiori, come nella lettera del 21 marzo 1912 destinata a padre Agostino da San Marco in Lamis, suo direttore spirituale: “Dal giovedì sera fino al sabato, come anche il martedì è una tragedia dolorosa per me. Il cuore, le mani ed i piedi sembrami che siano trapassati da una spada; tanto è il dolore che sento”. Nei tre giorni precedenti alla ricorrenza,  ogni sera alle 18:30, i devoti del Santo hanno partecipato al triduo di preparazione  con la Santa Messa presieduta dal guardiano fra Fortunato Grottola  e con a seguire il nuovo appuntamento dei  “Dialoghi sotto l’Olmo”, un ricco approfondimento degli aspetti socioeconomici e teologici degli anni di permanenza di Padre Pio a Pietrelcina. Alla Tavola Rotonda  hanno preso parte diversi esperti del Santo delle Stimmate e del luogo che l’ha visto nascere, crescere e formarsi. Il sindaco di Pietrelcina Domenico Masone ha tenuto  l’intervento di apertura su “L’autorità civile e religiosa del tempo” . L’architetto dott. Paolo Tresca, presidente dell’Archeoclub di Pietrelcina ha invece analizzato  l’aspetto storico e urbanistico di Pietrelcina negli anni ’10, focalizzandosi poi sulle notizie storico-ambientali della Piana Romana del tempo e infine soffermandosi sulle dinamiche economiche e le relazioni sociali nel paese di Padre Pio. L’ arcivescovo di Benevento S. E. mons. Felice Accrocca, insigne studioso del francescanesimo,  ha analizzato invece  “La spiritualità francescana di Padre Pio”  soffermandosi in un secondo momento sulle Stimmate  del Poverello d’Assisi,  mettendole anche a confronto nella fenomenologia e nelle circostanze in cui si sono verificate con quelle del giovane cappuccino pietrelcinese, vero alter Franciscus dei nostri tempi.  Infine è stata la volta di Fra Fortunato Grottola che da profondo conoscitore di San Pio ha  messo dapprima a confronto  l’umanità di Padre Pio con i suoi primi fenomeni mistici avvenuti per gran parte durante i misteriosi sette anni di malattia e di permanenza a Pietrelcina (1909-1916), per poi focalizzarsi in modo particolare sulle Prime Stimmate del Santo ricevute a Piana Romana.  Proprio a ricordare quell’evento cardine dell’ “infanzia spirituale” vissuta dal Padre nel suo paese natale, primo segno di conformazione piena, anche nel corpo, di quest’ “umile frate che prega” al Crocifisso e prima vera realizzazione della  vocazione del Santo pietrelcinese ad essere “Cireneo di Cristo” e  “vittima perfetta” per la salvezza dei fratelli come Lui stesso scrisse sull’immaginetta-ricordo della Sua Ordinazione Sacerdotale , il 7 settembre alle 18:30, nell’Aula Liturgica Padre Pio Santo a pochi passi dall’Olmo delle Stimmate, si è tenuta una Messa Solenne presieduta dal guardiano fra Forunato Grottola  preceduta da una Solenne Processione con le statue di Padre Pio e di Maria SS. della Libera, la “Madunnella Nostra” tanto amata da San Pio, le quali, partite dalla parrocchia Santa Maria degli Angeli, hanno percorso, portate sulle spalle dei pellegrini, la stessa mulattiera  che ogni giorno percorreva il giovane frate stigmatizzato, raggiungendo Piana Romana mentre recitava il Santo Rosario. Ha preso parte alla concelebrazione anche  fra Matteo Lecce, consigliere della Provincia Religiosa Cappuccina di Sant’Angelo e Padre Pio, venuto in rappresentanza del ministro provinciale fra Maurizio Placentino e accompagnato da numerosi frati accorsi da diversi conventi della provincia  religiosa stessa. Al termine Solenne Processione Eucaristica verso la Cappellina “San Francesco” che custodisce l’Olmo delle Stimmate  dove  i coniugi presenti hanno rinnovato le loro promesse matrimoniali  ponendosi sotto la speciale  benedizione del Santo delle Stimmate che alla famiglia teneva moltissimo, a tal punto da esclamare profeticamente, nei primi anni sessanta: “I nostri figli non avranno lagrime per piangere gli errori dei genitori. Non vorrei trovarmi nei panni dei vostri figli e dei vostri nipoti”. Egli  così prefigurava, con sguardo lungimirante, l’odierna crisi familiare che è la base della crisi morale della società, superabile solo attraverso un fermo recupero dei valori cristiani autentici in un’ottica di totale affidamento al Signore, che deve essere il vero centro di ogni famiglia che si definisce cristiana.