Lourdes: Antonietta Raco “Guariti nel cuore, la gioia di servire”

dal nostro inviato il Direttore Rita Occidente Lupo

A Lourdes per servire e per ringraziare. Antonietta Raco, un tempo affetta da sclerosi laterale primaria, una variante della Sla, da 9 anni ritorna a Lourdes dopo essere stata guarita. E lo fa con lo spirito di servizio, nel voler soccorrere gl’infermi e nell’usare un marcato tratto di carità verso i pellegrini. Con la divisa unitalsiana, lucana, il suo sorriso confortante verso i giovani e quanti per la prima volta decidono di vivere tale esperienza. Nitidi i ricordi corrono tra gli alberi che sfilano dal treno in corsa, che mangia i kilometri sulle rotaie, per raggiungere la Terra benedetta. Visitata per ben 18 volte dalla Vergine, che volle affidare ad un’umile pastorella, il compito di risvegliare le coscienze, assopite dal peccato e di lasciare un segno, quello dell’acqua, come purificazione dalle proprie colpe. Anche Antonietta s’immerse in quell’acqua, sgorgata dalla Roccia di Massabielle nel 1858.

“Una mattina, con la mia carrozzina, mi recai alle piscine a Lourdes, per farmi immergere nella vasca come tanti. Mi sentii ad un tratto come afferrata sul collo, mentre una voce femminile bellissima mi sussurrava di non temere. Per ben 3 volte tale incoraggiamento: scoppiai in lacrime per la commozione, nonostante avvertissi lancinanti dolori alle gambe. Il personale delle piscine mi stette accanto nell’immersione. La mia preghiera, per una bambina gravemente inferma, non per me! All’uscita sentii le gambe leggere, mentre il pensiero fuggì a quella piccola di Francavilla in Sinni, in provincia di Potenza, che speravo potesse guarire. Terminato il pellegrinaggio, a casa. Ma qui, alle premure di mio marito, sedia a rotelle-divano, dovetti rivelare quanto avevo avvertito a Lourdes, spinta da una dolcissima voce interiore, che mi diceva di rivelare al mio compagno di vita, che le mie gambe funzionavano. Così mi sollevai in piedi e lui potette constatare che non avevo più bisogno della carrozzina. Naturalmente i medici che mi seguivano a Torino, come il sacerdote che spiritualmente mi frequentava, furono informati dell’accaduto e divennero poi testimoni che ero diventata autosufficiente.

Tutti i referti medici sono stati depositati al Bureau Medical, affinchè la commissione scientifica possa procedere ad accertare quanto m’è accaduto. Io intanto vivo la mia vita, spendendomi per gli altri. Di qui la convinzione del servizio volontario. Lourdes è fonte di centinaia di guarigioni, spesso non dichiarate o non ancora accertate, ma soprattutto è la ricarica per vivere la propria quotidianità, nel proprio ambiente ed attua centinaia di guarigioni che sfuggono agli occhi superficiali, giacchè sono quelle dell’animo, per tanti che in tale luogo trovano la pace ai propri tormenti interiori!”