Bracigliano: estate a ritmo di sagre

Anna Maria Noia

“Bracigliano in festa. C’era una volta”: in tal modo è intitolata la serie di iniziative – enogastronomiche ma anche etnografiche ed antropologiche – promosse dal 29 giugno al primo luglio, dalle 20.30, a palazzo De Simone. La suggestiva magione secentesca fungerà da location e scenario ideale alle manifestazioni: in programma degustazioni a base dei tanti prodotti tipici del Braciglianese (alcuni sono preparati con cura e perizia anche dai frati nei conventi del luogo), come la rinomata ciliegia (“cerasa”, in tante varietà: spernocchia, palliaccia…); il noto mallone (piatto a pase di verdure come broccoli e patate – ma non solo; i nostri avi contadini lo denominavano “sciatizzo” – cioè “lasciato” oppure il termine deriva da “satis” – abbastanza); la celebre soppressata del posto; il “mascuotto” (pane duro, biscottato per poi “sponzarlo” in acqua) e altre pietanze ispirate ai tempi che furono. E alle ricette tramandate di madre in  figlia – naturalmente. Vi saranno rievocazioni storico-letterarie – sulla falsariga de “Il cunto de li cunti” (o “Pentamerone”), ad opera dello scrittore campano Giambattista Basile. Al centro del progetto di un parco letterario omonimo. A Bracigliano proprio. Tra le altre, numerose occasioni di intrattenimento: il contest nazionale “Talenti in passerella. Non solo bella”, alla XI edizione – rivolto a ragazze spigliate che non siano soltanto belle, ma che possiedano una bella personalità ed un carattere vivace e volitivo. (il 29 giugno, alle 21); il balletto “Napolitanando”, una due atti a cura dell’associazione “Studio dance” di Anna Maria Clarizia e Rosario D’Urso (il 30 alle 21, nel piazzale antistante palazzo De Simone); infine “Festa Giò madonnari” – per bimbi dai 6 ai 14 anni, domenica 1 luglio – ore 16. Sempre a Bracigliano, nuovamente nella dimora del ‘600. Con l’uso dei colori per esprimere la bellezza dei monumenti. Tanto divertimento e altrettanta cultura, quindi, per l’antica Vergilianus – pare che il toponimo tragga l’etimo dallo scrittore latino Publio Virgilio Marone; che morì (secondo le fonti) a Napoli: “Mantua me genuit, Calabri rapuere tenet nunc Parthenope. Cecini pascua, rura, duces”. È la nota epigrafe apposta sul sacello del grande poeta, autore della “Eneide”. Ma Bracigliano potrebbe trarre origine – anche – o dalla famiglia Prochilia (donde: Prochilianus) oppure da “Inter brachia montium” – “tra le braccia dei monti”. La cittadina, fresca e ventilata, ospita tante manifestazioni – non solo di natura culinaria: un misterico retaggio pasquale è costituito dai cosiddetti “Misteri” del venerdì santo. Una serie di ritualità molto complesse e affascinanti, che comprendono la processione dei cataletti della Madonna e di Gesù ma soprattutto le suggestive figure di fuoco, create dalle torce apposte lungo il percorso della processione in atto prima di Pasqua. Bracigliano assurge così a simbolo della forte identità contadina nelle nostre zone, si organizzano tantissime sagre; una delle più genuine era anche quella della ‘mmesca – minestra o zuppa con svariate verdure dentro. Bracigliano: “O paese do cunto, da musica e da cerasa”. Sì, anche la musica, in quanto le scuole di tal luogo permettono di studiare diversi strumenti sin da quando si è piccoli. I programmi didattici sono focalizzati su questa materia, che allevia lo spirito e conduce in altre dimensioni e direzioni. Oltre alla sagra di Bracigliano, dal 29 giugno prende inizio anche quella “Sciurill e cucuzziell” ad Aiello di Baronissi – organizzata dal sodalizio “Alvaa”, acronimo per “associazione libero volontariato Aiello e Acquamela”. Similarmente a quanto accade a Bracigliano per molte pietanze, la zucchina di Aiello è una leccornia genuina – ingrediente della “ciambotta” (con patate, appunto zucchini e fiori di tallo). Insomma: paese che vai, sagra (nella fattispecie estiva) che trovi…