Salerno: città divisa tra Gay pride e Confraternite, quale ruolo per i cattolici?

Su squille elettorali, la città ha vissuto un caldo week end, all’insegna del corteo arancione, a suggello della tre giorni di animazione e dibattiti sui diritti omosessuali e del raduno regionale delle Confraternite. Non in risposta all’evento gay, come inizialmente sospettato, ma autonomo e calendarizzato già da tempo, prima che l’Associazione nazionale Arcigay chiedesse patrocinio comunale all’altro evento. Le reazioni, le più disparate. In tanti ad accorrere, se non altro per curiosità sul Lungomare ed a seguire balli e musica per strappare diritti di genere.

“Francamente mi sembra una pagliacciata, un Carnevale fuori ricorrenza- ha commentato Angelina P. di 63 anni, del rione Calcedonia- e non capisco come si possano portare avanti argomenti contro natura. Perchè di questo trattasi: siamo stati creati maschio e femmina! Non condanniamo chi nasce con delle anomalìe a riguardo, ma non possiamo plaudire e trasmettere ai nostri figli errati concetti. La famiglia è quella etero, che vede un papà ed una mamma. Se così non fosse, dovremmo riscrivere anche i trattati di psicologia dell’età evolutiva. Orgoglio gay? Ma finiamola di dire idiozie!!!!!”

“Cos’è questa follìa che sembra voler far passare per ‘normale’ ciò che di fatto è anomalo- ha aggiunto Mario A., medico internista- rischiando di non trasmettere chiarezza alle nuove generazioni. Di cosa lamentarci se ogni giorno sentiamo di una violenza crescente e di atti che non risparmiano i minori, nella loro soppressione? Non ho mai creduto che i gay fossero da discriminare, ma non posso plaudire alla loro escalation in termini di diritti. Si sta esagerando e mi auguro che s’innesti la marcia giusta per frenare un attentato alla famiglia naturale. Non capisco come mai dobbiamo subire costanti attentati alla sacralità dei diritti naturali, in nome di una libertà che si tinge d’amoralità se va contro la legge naturale dell’esistenza. Non intendo dire che quanto in passato la storia ha scritto a riguardo, esatto, ma non possiamo non mettere un freno ad un’escalation che ormai è diventata asfissiante. Una volta si parlava di etica e di morale: chiedo ai nostri amministratori, che addirittura hanno patrocinato l’evento, se per loro esista ancora come categoria sociale. La medicina riconosce la diversità, ma non certamente la camuffa con la normalità. Non intendo scendere nello specifico della questione, costantemente messa a tappeto, ma dico Basta alla condizione umana nella struttura della società civile, se non nell’ordine della creazione.”

“Mi meraviglia che la Chiesa locale non abbia detto la sua a riguardo- ha aggiunto Giuseppina B. , docente di Scuola Primaria- sollevando il mondo cattolico, ancora esistente, in città a riguardo. L’Arcivescovo Luigi Moretti ha seguito il cammino delle Congreghe, accompagnando liturgicamente la celebrazione eucaristica ed il ritiro nel quadriportico del Duomo. Ma sul Pride, nessun commento emerso! Anche in occasione del Giovedì Santo, allorquando fu mandata in giro una locandina blasfema, ritraente l’ultima cena di Gesù, col discepolo Giovanni, spacciato per omo, silenzio assoluto. La fede la dobbiamo difendere noi laici? Son cresciuta nelle file dell’A.C., nella mia Parrocchia di origine e non mi raccapezzo nel constatare che noi cattolici restiamo inermi e silenti dinanzi alle offese alla fede cristiana. Se vivessimo in altri Paesi, certamente non passerebbero lisci gli attacchi al credo religioso: basta ricordare cosa è avvenuto al satirico Charlie Hebdo. Siamo restati in pochi, come cristiani, ma ci siamo! Chiediamo alla Chiesa locale di darsi una mossa, perchè siam stanchi d’assistere alle vicende cronachistiche, che vedono questo o quel sacerdote corrotto. Ne esistono fortunatamente ancora tanti, che vivono con convinzione il proprio ministero: guardiamo a questi giacchè, quando stiamo per morire, quello che chiediamo, è un prete al nostro capezzale.”

“Francamente non capisco perchè accelerare tanto in termini di diritti omo- ha aggiunto Luigi S., scrittore- perchè mi pare che dalle passerelle omo in Capitale, alla registrazione anagrafica dei nascituri, si sia giunti a tanto in termini di diritti civili. Ma, come si suol dire, il troppo storpia! Esistono delle priorità alle quali guardare nel Paese, che vanno dalla disoccupazione, alla violenza ad ogni piè sospinto. Cerchiamo di pensare a quali diritti conferire alla scuola, messa in ginocchio ultimamente ed alle famiglie eterosessuali, che assistono ogni giorno a femminicidi e violenze sui minori. Gli omo  vivano pure la propria condizione, ma non pretendano di far passare per naturale, ciò che non lo è: in fondo tutti veniamo al mondo da un uomo e da una donna!”