Pentecoste: vieni Spirito Santo

Padre Giuliano Di Renzo

Veni, Sancte Spiritus, / et emitte caelitus / Lucis tuae radium…
Vieni, Spirito Santo / manda a noi dal cielo / un raggio della tua Luce…

Purtroppo gli uomini sono accartocciati nella pervicace loro piccola luce, che è tanto solenne nel suo orgolgio e nelle sue passioni che finisce per essere uno stoppino che diffonde debole luce infrarossa con cattivo suo odore di fumo. Fumo di ignoranza, fumo di spirito rozzo, fumo di odi, di dolori e di morte.
Luce dello Spirito Santo è la luce della fede, o se si vuole l’oscurità della fede che è però più luminosa di qualsiasi nostra piccola luce.

Le nottole sono insensibili alla luce del giorno, ma si affidano con gioia al radar di ultrasuoni di cui il Signore li ha equipaggiati per volare sicure.
Gli esploratori spaziali si affidano volentieri, senza sentirsi per ciò sminuiti dalla dipendenza da esso, al navigatore spaziale per non perdersi nell’insidioso freddo immenso del buio spazio cosmico.
Né le nottole, né i nostri amici astronauti pretendono un “libero viaggiare” nell’ambiente a loro ostile, mentre noi uomini, prigionieri e deformati dal vano nostro orgoglio, accecati dalle nostre passioni pretendiamo di viaggiare nell’ignoto della vita con il beneamato nostro libero pensiero, libero dalla fede e dai valori morali.
Libero pensiero che poi libero non è e neppure pensiero. Quante atroci storture l’intelligenza umana dispensa come in Luna Park della lugubre sua mefistofelica fantasia.
Riusciamo, se riusciamo, a fare con essi solo appena un passo fuori del nostro guscio e uscio e ci perdiamo nella cacofonia di tutte le idee da tutte le ogni direzione.
Nella riceca scientifica, dove dubbio della mente, non della verità ma della mente stessa, e la cautela circa il corretto uso di volta in volta del metodo sono d’obbligo, pure ci si affida alla particolare intuizione di luci della natura man mano intraviste.
Nessuna verità si scopre andando a zonzo e senza meta. Non si danno nel mondo i giramondo indipendenti dal bene e dalla verità. Troppo preziosa è la verità, anche piccola, per concedersi essa senza dover pagare noi lo scotto dello sforzo e della “fede”.
Troppo grande è la verità, infatti, di qualsiasi piccola verità anche picola, sempre essendo la verità preziosità di un dono. La perla nascosta della Verità è il suo valore di vero come dono.
E tuttavia pretendiamo che il nostro viaggio nella vita sia sicuro e leggero, non avendo altra guida che la cecità del nostro capriccio e la nostra piccola luce così offuscata della nostra piccola mente.
Anche la mente del genio è quasi nulla di fronte al mare immenso e profondo della verità che si stende davanti ad essa (Isaac Newton).
Per vedere nel cielo o vedere sotto di noi non basta la vista, ma si ha bisogno di raffrozarla con il telescopio o il microscopio e vari altri strumenti raffinatissimi.
La ricerca della Verità richede allenamento e fatica!
L’assoluta indipendenza che assecondi il nostro orgoglio di completa autosufficienza non esiste. La mente ha bisogno della verità per essere una mente e la volontà ha bisogno del bene per armonizzarsi con se stessa e godere la sua estasi di pace.

“Vieni, Spirito Santo, / manda a noi dal cielo / un raggio dlla tua Luce”.

Il canto si solleva rapido nel suo proprio spazio di Luce.

“Vieni, padre dei poveri / Vieni, luce dei cuori./ Dolce ospite dell’anima. / Nella fatica riposo / Senza di te nulla è nell’uomo / nulla che in lui non sia male…Sii premio ai nostri sforzi / sii a noi gioia senza fine.
Amen. Alleluja”.