Il nostro futuro

Giuseppe Lembo

L’uomo deve essere al centro del Mondo; deve rimanere, sempre più, al centro del Mondo.

Spostare l’attenzione del Mondo sull’Economia è un gravissimo errore per il futuro del Mondo che si fa male, in quanto, per scelta sbagliata, pone al primo posto l’Economia e non l’Uomo con il suo ruolo culturale per il Mondo e nel Mondo.

Tanto, per il falso mito della “crescita infinita” che tale non è, in quanto le risorse del pianeta, pensate infinite, sono sempre più limitate.

Questo saggio messaggio dell’Economia limitata e non infinita anche nel futuro, ci viene dall’America di Bob Kennedy, datato nel 1968 e consegnato agli studenti dell’University of Kansas, tre mesi prima di cadere assassinato.

Dice Kennedy nel suo saggio pensiero al Mondo: “Il PIL misura tutto, tranne quello che rende la vita veramente degna di essere vissuta”.

Una grande verità umana! Un importante messaggio-testamento che sconfessa il Mondo dell’”ECONOMIA DEL MONDO”; dell’ECONAMIA AL PRIMO POSTO DEL MONDO.

Non è così! Non è assolutamente così! Il primo posto, come sempre, è dell’Uomo. Al primo posto c’è l’Uomo, prima dell’Economia e delle sue tante ingannevoli diavolerie che, sempre più spesso contro l’Uomo, viene fatta credere la cosa più importante del Mondo.

Viene circondata di valori che in sé non ha, presentandola come la “prima cosa bella” del Mondo che, purtroppo, facendosi male e facendo tristemente male all’Uomo della Terra, si nega sempre più al Futuro.

Un messaggio-verità che, dopo decenni dal 1968, è più vero che mai e ci insegna, affidandola al Futuro, la strada giusta per un Mondo con al centro l’uomo, non insegnando o facendo credere più oltre, follemente la crescita infinita, assolutamente impossibile, in quanto le risorse del pianeta sono limitate.

Parte da qui l’economista inglese TIM JACKSON, docente di sviluppo sostenibile all’Università del Surrey che saggiamente sostiene come Kennedy ed altri “Non c’è solo il PIL”. Serve, all’Uomo del pianeta Terra, prima di tutto e soprattutto, “benessere e prosperità”.

A riportare, molto opportunamente, all’attenzione del nostro saggio pensiero, il rapporto economia-uomo è Tim Jackson con il suo libro “Prosperità senza crescita”, nella seconda edizione aggiornata al 2017 -Edizioni Ambiente; oggi viene riproposto a 10 anni della sua prima apparizione.

Come allora, ancora oggi, continua a sollevare polemiche.

Il suo pensiero è fermamente determinato sul principio da tanti non condiviso, ma che io convintamente condivido, è che, come mondo in cammino, “abbiamo bisogno di un’economia più equa e sostenibile, con o senza crescita. Jackson, ci propone ed a me va assolutamente bene, condividendola, un’idea alternativa di proprietà capace di conciliare la limitatezza delle risorse planetarie con “la legittima aspirazione planetaria di benessere”.

A darci questa bella testimonianza del pensiero umano attento al mondo è la giornalista Elena Comelli, con un lungo articolo riguardante il citato autore, pubblicato dal “Corriere della Sera”, in un’intera pagina, intitolata “L’Economia del Futuro”.

Non può e non deve essere usato il PIL come indicatore del benessere umano. Si tratta di un indicatore non veritiero e deviante, in quanto “feticciodel nostro tempo umano, considera il benessere materiale, come risorsa di vita.

Chi guadagna di più, deve necessariamente stare bene e vivere meglio degli altri, così facendo, azzerando le tante disuguaglianze interne al proprio mondo di vita (aria che respira, qualità dell’istruzione, disuguaglianze ed altro, altro ancora).

Il benessere materiale non è il tutto per l’uomo; è alla base e fa la differenza di una materialità assolutamente fine a se stessa, senza minimamente coinvolgere la sfera del benessere umano fatto di valori, di conoscenza, di umanità, di bellezza che non tutti sanno saggiamente vedere, apprezzare e tanto meno godere.