Italia… di periferia!

Giuseppe Lembo

Alla base del vivere insieme italiano, sempre più disunito ed indifferente all’altro, c’è il rifiuto di conoscere se stessi, come necessità assoluta, per meglio conoscere gli altri.

Tanto non c’è; l’uomo indifferente, accetta di vivere così com’è, non preoccupandosi di niente e tanto meno di cercare di rimuovere le cause di un male umano e sociale che, da individuali, diventano sempre più contaminanti e comuni, con percorsi umanamente tristi, che fanno disumanamente crescere l’ineguaglianza che fa tanto male sia individualmente che all’insieme umano, producendo, superando i limiti di una certa soglia, una rottura violenta del comune senso di giustizia che invece dovrebbe essere naturalmente parte di Noi e che, il corso disumano delle cose, così come nel tempo in cui viviamo, rischia sempre più di annullare, trasformando la concreta ineguaglianza umana in una condizione di permanente ingiustizia.

Questo va succedendo nel nostro Paese, gravemente ammalato di uomo, con un crescente sconquasso antropico – territoriale a cui corrisponde l’abbandono umanamente diffuso dell’idea, valori di vita della “giusta società”, purtroppo cancellata dal suolo italico tristemente degradato, da crescente miseria e da una sempre più diffusa deprivazione umana, sociale e culturale, il frutto di una profonda solitudine da vera e propria fine esistenziale, con segnali tristi e vicini a Noi, anche nella nostra Bella Italia, gravemente ammalata di Uomo che, proprio non sa vivere più insieme  e che, così facendo, si nega al Futuro.

Siamo sempre più in una triste e disumana deprivazione umana, sociale e culturale; siamo ad un degrado territoriale che non solo non permette di vivere, ma nega e sempre più, anche la semplice sopravvivenza così negandosi alla vita che, per mancanza di condizioni umane e territoriali, diventa sempre più “vita negata”; tanto, per effetto di un’umanità – disumana che ormai, non sa volere bene a se stessa ed ancor meno agli altri, sempre più indifferenti e/o ancora peggio nemici da combattere e da eliminare, perché inopportuni ed ingombranti nel proprio percorso del vivere che si nega, facendo male, all’”altro” della Terra, sempre meno voluto bene e saggiamente riconosciuto come compagno di viaggio con percorsi di vita, belli da vivere insieme.

A chi giova la sempre più diffusa solitudine esistenziale italiana? Non certamente al cittadino, sempre più tristemente ed in solitudine, abbandonato a se stesso. Tanto, nell’insieme italiano sia urbano-metropolitano che periferico della più degradata ed abbandonata periferia italiana, con una propria condizione di vita, tragicamente negata oltre che al Futuro, alla quotidianità del proprio triste presente, a crescente, inevitabile e catastrofica rovina.

Le nostre periferie urbane ed i territori minori sempre più abbandonati e degradati, sono lo specchio disumanamente triste dell’Italia che si costruisce il suo Futuro negato, manifestando la sua ineguagliabile bravura a farsi male; un male da morire come insieme italiano e come umanità individuale che maledice, il giorno in cui è venuta al mondo, guardando con ostinata invidia chi ha avuto la fortuna di nascere e di crescere altrove, in realtà italiane privilegiate che, poco solidali, sono indifferenti per chi soffre e vive in grave disagio umano, la propria vita sulla Terra.

Tutto questo fa male all’Italia che, così facendo, si fa un male da morire, negandosi tristemente al Futuro. Un Futuro sempre più negato; sempre più cancellato che, coinvolge disumanamente, tutti Noi italiani; tutti Noi italiani, disperatamente soli e sempre più negati al Futuro.

Così, proprio non va! Bisogna assolutamente mettere ordine al disordine italiano, avvicinando le umanità della disumanità diffusa ed i territori del degrado e dell’abbandono, per un nuovo insieme italiano.

Per un nuovo italiano che serve a tutti gli uomini per salvarci insieme da una rovina esistenziale sempre più vicina e difficile da fermare e/o allontanare da NOI, con un passato assolutamente diverso, ricco soprattutto di profonda sostanza umana e di una grande bellezza italiana, sempre più offuscata e gravemente ammalata di un Futuro italiano tristemente negato all’Italia, da troppo tempo, umanamente tradita.

Occorre promuovere un insieme italiano che riesca a scoprire il bello dello stare insieme, riducendo così, il grave e diffuso egoismo individuale, tutto concentrato sull’oggi, cancellando, così facendo, tristemente il Futuro italiano; tanto è possibile e necessario, colpendo saggiamente gli egoismi di un presente, indifferente a guardare oltre, pensando in grande alla nuova Italia, con percorsi da Nuovo Umanesimo che possono umanamente cambiare, rigenerando l’Italia, il destino triste e senza Futuro di tutti Noi italiani, gravemente ammalati di un’Italia che si va costruendo con le proprie mani, la sua sempre più vicina rovina e del suo territorio sempre più dismesso; sempre più abbandonato e così facendo, negato al Futuro che, per non negarsi al Mondo, ha assolutamente bisogno di una saggia umanità d’insieme capace di rimanere fortemente radicata nel proprio mondo locale, sapendo saggiamente guardare all’universalità umana del mondo che, con la ricchezza-diversità, può fare crescere, migliorandole, le tante diverse umanità della Terra, vincendo la grave malattia dell’Uomo contro l’Uomo e contro la Natura che sta vivendo il tempo nuovo del Terzo Millennio, con difficoltà crescente di trovare la via giusta per andare avanti, costruendo insieme, un mondo di PACE.