Terzo millennio in cammino

Giuseppe Lembo

Al centro del progetto di un mondo universalmente nuovo, c’è l’uomo; ci deve essere assolutamente e fortemente l’uomo-cittadino del mondo. Che sta facendo il Mezzogiorno d’Italia, dove purtroppo, ancora mancano i “saggi” presupposti di una società moderna in cammino, rispettosa dell’UOMO e capace di organizzarsi pensando alla centralità del cittadino? Purtroppo e sempre più, con grave danno per tutti, mancano quegli atteggiamenti virtuosi ed eticamente corretti che dovranno un giorno, a pieno titolo, rappresentare il modo nuovo di essere cittadini attivi sul proprio territorio, nel proprio Paese, in Europa e/o nel mondo, avendo una visione sempre più globale della vita, dal particolare all’universale, basata essenzialmente sull’uomo. Siamo finalmente a nuovi scenari globali; siamo fortunatamente al necessario tentativo di dare vita ad una società-mondo che è di tutti e nella quale tutti devono sentirsi cittadini attivi; tutti devono contribuire per organizzarla in una visione di totale inclusione umana, eliminando le volontà egoisticamente escludenti che, purtroppo, ancora condizionano il cammino dell’umanità, promuovendo e favorendo, la violenza a danno della non violenza, la guerra a danno della pace, l’odio a danno dell’amore, il rifiuto e l’esclusione a danno dell’inclusione e dell’integrazione, la morte a danno della vita, il sottosviluppo a danno dello sviluppo, l’ingiustizia a danno della giustizia, l’inumanità a danno dell’umanità, la sofferenza umana individuale e di insieme a danno di una vita da godere, l’ignoranza a danno del sapere, la disinformazione a danno dell’informazione autenticamente al servizio della persona, attraverso la buona ed autentica comunicazione. Tutti sono chiamati, da attivi protagonisti, a costruire questa prospettiva di un mondo nuovo; di un mondo sempre più necessario per salvare l’uomo e la natura, ridotta purtroppo, per colpa di un forte e diffuso nanismo umano e culturale ad una “pattumiera maleodorante”. Al primo posto dei diritti universali dell’uomo, ieri come oggi, c’è il diritto alla vita. È anche in assoluto, il primo problema etico, da considerare universalmente condiviso. Il diritto alla vita è il diritto dei diritti; di fronte alla vita, tutti hanno il diritto di viverla dignitosamente e nel rispetto dell’altro. Il diritto alla vita, soprattutto per quanti (e sono tanti), dopo essere nati vengono abbandonati a se stessi, è da considerare anche il diritto a non nascere, se trattasi di persone poi destinate a morire. Questa è l’inumana sorte di quel miliardo di uomini che viene al mondo per poi morire di fame. Per realizzare le speranze e vincere le sfide, in risposta alle gravi tensioni, alle inquietudini, alle tempeste che minacciano l’uomo e la natura, occorre una forte morale condivisa; occorre una morale che deve sapere andare oltre il moralismo e l’etica delle sole false coscienze. La fame è un problema globale; è il primo grave problema che sulla Terra-Stato, la società-mondo deve urgentemente affrontare e risolvere. È una necessità-virtù che giova sia al mondo dei ricchi che al mondo dei poveri; è un atto dovuto in risposta a quella carta dei diritti universali che pone il cibo e l’acqua come risorse per la vita dell’uomo; come risorsa-diritto per la vita di tutti gli uomini che abitano la Terra. Il cibo è una merce come le altre; diventa merce proibita per quel mondo della povertà che non ha risorse da spendere,per cui è costretto a morire di fame, per colpa dei tanti “boia” che indifferenti eseguono le loro atroci condanne a morte, facendo morire da indifferenti i propri simili. In futuro è importante la buona volontà dei SAGGI della Terra; fame e carestie faranno atrocemente aumentare i conflitti sul pianeta Terra che ha bisogno unicamente e prima di tutto, di Pace e di una solidale convivenza di tutti i popoli  che devono imparare a vivere insieme nella società-mondo, rispettandosi ed aiutandosi a non morire ed a migliorare le condizioni della vita, per poi raggiungere l’obiettivo di una vita di qualità, la sintesi intelligente di un “saggio” vivere umano, il frutto di un forte e saggio equilibrio nei rapporti uomo/uomo ed uomo natura.