Salerno: lamentele alla stazione per dispositivi controllo bagni pubblici

Anna Maria Noia

Non proprio proteste eclatanti, però delle lamentele sono scaturite in questi ultimi giorni presso la stazione ferroviaria di Salerno. Laddove, nelle vicinanze dei bagni pubblici per passeggeri, personale e gente in attesa, sono stati inseriti dei moderni dispositivi per controllare l’affluenza ai bagni stessi. Ma, soprattutto, i malumori degli utenti sono stati rivolti al fatto che adesso si pagherà senza possibilità di farla franca, grazie – appunto a questi sportelli (vedi anche foto). Dapprima vi era soltanto una sorta di controllo, da parte degli addetti al servizio di Ferrovie dello Stato; da ora, non sarà più così: chi vorrà accedere ai servizi igienici dovrà “sganciare” una tariffa. È bastato questo per far sorgere i primi commenti, non certo – ripetiamo – l’andare in  bestia ma comunque il profferire discorsi di delusione e mormorazioni contro tale “limitazione” (se così si può dire) della (vera o presunta) “libertà” di utilizzare i bagni. Quando i problemi “veri”, reali, sono ben altri – sono altro. Ossia: questa fattispecie è senz’altro importante – ma non proprio fondamentale o questione di vita e di morte. Le problematiche più urgenti sono, ad esempio: i ritardi di alcune fattispecie di treni (Intercity, eccetera); le carrozze sporche; il saliscendi di alcuni individui pericolosi od equivoci in alcune stazioni (non tanto Salerno, ma ad esempio Napoli – soprattutto di notte); la sicurezza dei passeggeri – dalla banchina (dove attraversano spesso e volentieri – correndo gravissimi rischi) all’accesso in vettura; le cattive condizioni – queste sì – dei bagni a bordo dei treni stessi e altro. Compresa – magari – anche la necessità di ulteriori e più approfondite pulizie sia a bordo che nelle varie stazioni. Però la problematica – ripetiamo, non grave – esiste e persiste. Ma – d’altro canto – questa soluzione potrebbe risultare ottimale per impedire la scostumatezza di alcuni passeggeri – che spesso imbrattano di deiezioni e getti di orine i locali adibiti a bagno pubblico. Insomma, una bolla di proteste e di sdegno che alla fin fine sembra come la classica “tempesta in un bicchiere d’acqua”. Senza infamia e senza lode.