Mercato San Severino: bocce, presentato trofeo “Citta’ di Mercato San Severino”

Anna Maria Noia

Con un’apposita conferenza stampa, convocata alla fine di ottobre, è stata presentata la nuova edizione (la terza) del trofeo “Città di Mercato S. Severino” – I memorial “Soci defunti”. Il tutto a cura dell’Asd (associazione dilettantistica) bocce “S. Antonio”, attiva nel centro irnino. Alla presenza dell’assessore allo Sport Peppe Albano; di Raffaele Marino del Coni; del presidente regionale Fib (Federazione italiana bocce) Antonio Barbato; del presidente della realtà bocciofila “S. Antonio”, Francesco Santoro; del responsabile dei bocciofili “S. Gaetano”, Franco Santoro (omonimo del già citato “leader” del sodalizio che ha tenuto a battesimo l’evento). Assente Ferdinando Esposito, presidente Fib a livello provinciale. Il torneo – illustrato, appunto, nel corso dell’incontro coi cronisti – è partito il 30 ottobre (dalle 19, fino al 3) e, come termine, è stato fissato il 4 novembre (alle 15 le premiazioni). Previsti riconoscimenti sia ai giocatori “singoli” (in coppia, a dir la verità) che per le società partecipanti. È sempre stato un appuntamento sportivo cui non bisognava mancare. Le gare, tutte al bocciodromo di Mercato S. Severino – sito nella frazione Monticelli. Un contest reso ancor più significativo per essere stato dedicato ai soci defunti. È il pensiero espresso durante la conferenza stampa da Albano. Che si è dichiarato “vicino alle famiglie che hanno perso i cari”. Peppe Albano ha sottolineato e rimarcato che “oltre al fine puramente agonistico, c’è solidarietà – per quanto riguarda il trofeo”. Ha espresso la sua Barbato, a snocciolare alcuni dati: la Federazione – sono sue parole – “conta in Campania più di 6mila iscritti, per 120 società. Uno sport per tutti e per ogni età, dai 6 o 7 anni ai 100”. Sfatato, dunque, il “mito” che voleva le bocce una disciplina solo per anziani – anzi: per “vecchi”! Infatti, le bocce coinvolgono sempre più, ormai, i ragazzi dai 12 ai 15 e ai 18 anni. “Stiamo coltivando tali fasce di età – afferma Barbato – e abbiamo numerosi progetti rivolti appunto ai giovanissimi. Tra questi progetti, ve ne è uno importante riguardo la possibilità di partecipare ai prossimi giochi paraolimpici con una squadra locale”. “C’è bisogno di ragazzi anche per un naturale ricambio di energie – ha asserito il responsabile Antonio Barbato – e stiamo entrando nel mondo della scuola, grazie ad una convenzione col Ministero dell’Istruzione o Miur. Stiamo ottenendo un buon risultato coi ragazzi. Sarebbe bello se tale sport si praticasse negli istituti educativi”. Barbato ha proseguito: “Non ci serve tanto un aiuto economico – spiega – in quanto ci autogestiamo, ci occupiamo noi di formare gli atleti (almeno fino ai 18 anni). Intendiamo ricevere un ausilio perché, anche grazie al Coni, vi sia un incentivo all’alfabetizzazione motoria in merito alle bocce”. La federazione e i suoi rappresentanti auspicano vivamente anche una convenzione con le università. Addirittura, si è detto, pare vi sia stata una tesi di laurea all’ateneo di Tor Vergata a Roma incentrata sul gioco definito “più bello e antico del mondo” da alcuni presenti in sala. In particolare si è descritta la specialità del “petanque” (tra le varie tecniche utilizzate nel lanciare le sfere e il boccino). Dunque vi deve essere una sinergia tra scuola e bocce. Uno sport consigliato dai cardiologi (fa bene al cuore) e non solo: si tratta di una disciplina “democratica” (trasversale), adatta a bambini, portatori di handicap, normodotati, non vedenti (con accompagnatori) e sordomuti. Insomma: per tutti. Anche a scuola, coinvolgendo docenti e genitori – oltre che i ragazzi. Anche il Coni, nelle parole di Marino, è “attento ai giovani, attivandosi per far conoscere quest’attività”. 120mila i tesserati in Italia, circa 2mila società nazionali affiliate; quasi 800 atleti in Campania, frequentanti gli impianti. Questi i numeri. Anche a S. Severino, in molti si appassionano a questo gioco. Rilassante. Nelle due società prima descritte, appunto “S. Antonio” e “S. Gaetano” (quest’ultimo nella frazione Piazza del Galdo). Anche l’Asd “S. Antonio” vorrebbe presentare al Comune un progetto di avvicinamento dei giovani a questa realtà. Perché nel centro irnino praticano bocce le donne, ragazze e non, affianco agli uomini. Tale sport avvicina le persone, aggregandole e facendole socializzare. È utile in caso di “disagi sociali”, annullando le distanze e i confini; le barriere (mentali) architettoniche. Lo si descrive come uno sport simile al biliardo, ed in effetti ci vuole un buon collegamento testa-braccio; si richiedono equilibrio, occhio, precisione per giocare. Ed è bello, infine, anche a vedersi. Non mancano, anche a S. Severino, campioni nazionali e regionali che danno lustro alla cittadina. Portando alto il nome del paese.