Salerno: Piccolo Teatro del Giullare, stagione teatrale 2017-2018

Taglio del nastro per la Stagione 2017/2018 del Piccolo Teatro del Giullare di Salerno. In scena proprio la Compagnia del Giullare con una delle tre nuove produzioni in cartellone. Sabato 14, 21 e 28 Ottobre (ore 21) e Domenica 15, 22 e 29 Ottobre (ore 18.30), si aprirà il sipario su IL DIARIO DI ADAMO ED EVA da Mark Twain-regia: CARLA AVARISTA-costumi: Stefania Pisano-consulenza scenica: Franco AlfanoElena Scardino-disegno luci: Virna Prescenzo-grafica: Andrea Bloise

Note di regia:
Adamo ama la solitudine. Adamo è indolente, concreto, un po’ rozzo, indifferente al panorama; non gli importa dei colori del cielo al tramonto, meglio controllare la frutta per testarne il grado di maturazione. Eva è ingenua, vitale, intraprendente, romantica; per lei il mondo è un incanto e va pazza per i colori. Parla, parla, parla in continuazione, e contrariamente ad Adamo, sente il bisogno di affibbiare nomi a tutte le cose: la rosa non può chiamarsi che rosa, i puntini luminosi nel cielo sono certamente le stelle; il biblico giardino diventa il Parco delle Cascate del Niagara. Difficile immaginarli più diversi (Adamo, infatti, ritiene di non aver perso nessuna costola); eppure i contrari sono destinati fatalmente ad attrarsi. Lo scrittore americano Mark Twain concepisce i diari di questi illustri progenitori in due momenti distinti: “Il diario di Adamo” è del 1893, quello “di Eva” del 1905. Con fine umorismo carica i due malcapitati di tutti i difetti (ma anche di pregi) per trita convenzione attribuibili all’uno o all’altro genere. Cavalca con ironia tutti gli stereotipi del caso, gioca di realismo tra effetti paradossali e consapevolezze di modernità. La fine è nota: i due si amano, anche per Twain. Sul palcoscenico il racconto si anima in un’atmosfera fantastica e sospesa. La vita di Adamo ed Eva procede serenamente nel Giardino che assomiglia tanto a un parco, fino a quando il frutto della conoscenza fa capolino. E dal sentimento non trovano scampo, oggi, come allora. Semplicemente succede. Non si riesce a spiegare. Non ce n’è bisogno.