"Respiri di vento" accattivante silloge di Franco Pastore

In quest’ultima, in ordine di tempo, raccolta poetica, Franco Pastore esplora, capta e slatentizza le sue prementi urgenze dell’anima, le amare conclusioni del cuore, i frastagli, le insorgenze emotive oltre le opache croste di gelo dell’inassimilabile routine. La sua resa poetica, trascorsa da una costante vena di malinconia, si fa autentica voce dell’anima, oltre le tentacolari e distraenti digressioni della ragione. La visione amara e desolata della vicenda umana, di cui si rende inimitabile soggetto ed interprete, non si inaridisce nelle secche di un bolso patetismo.
Gli orizzonti della consistenza umana, spogliati di luci e colori, si riempiono di amarezze e di noie, si fanno acre coscienza dell’impossibilità di costruire vie di fuga, di trovare rasserenanti rifugi, di operare snodi ai tenaci viluppi che limitano l’apparente libertà umana. Ma la disperazione resta fuori.
Franco Pastore, mai come in questa raccolta, ha esplicitato con tanta profonda consapevolezza i gravami esistenziali, gli ingorghi, gli ingombri, le derive, il cupore, le nebbie fitte della vita. Ma essa è accettata per quella che è, per quello che può dare.
Metafore e analogie intrigano e determinano il verso essenziale e armonioso di Franco Pastore che cerca e rinviene nell’introiezione della realtà grumi di palpiti, penombre dell’animo, evanescenti ragnatele che – come nel luccichio tremolante della pioggia in una nuvola passeggera – giocano con i flebili raggi del sole, creando una dolce dicotomia fra la concretezza e il fascino del sogno. Fra le esperienze vissute, i vagheggiamenti e le attese.
Luigi Crescibene