Benevento: fermato uomo con droga a colloquio in carcere con fratello detenuto

Era tra i familiari dei detenuti della Casa Circondariale di Benevento che attendevano di effettuare il colloquio con i congiunti ristretti, ma era anche in possesso di droga che non è sfuggita agli attenti controlli dei poliziotti penitenziaria. Brillante operazione del Nucleo Cinofili Polizia Penitenziaria del carcere beneventano, che ha fermato un uomo ginto nell’istituto di pena per fare il colloquio in compagnia di un minore. L’uomo è stato denunciato. Una successiva perquisizione a bordo dell’auto ha permesso il rinvenimento ed il sequestro di altro stupefacente. Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. commenta: “Questo ennesimo rinvenimento di stupefacente destinato a detenuti, scoperto e sequestrato in tempo dall’alto livello di professionalità e attenzione dei Baschi Azzurri di Benevento, a cui vanno le nostre attestazioni di stima e apprezzamento, evidenzia una volta di più come sia reale e costante il serio pericolo che vi sia chi tenti di introdurre illecitamente sostanze stupefacenti in carcere. Nonostante nella maggior parte degli istituti penitenziari si stiano adottando misure di sicurezza basate sulla dinamicità e sulla videosorveglianza, che a nulla servono se non si prevede l’obbligo del lavoro per i detenuti, non ci sono telecamere e altri sistemi di sicurezza che possano intervenire e sostituire la professionalità della Polizia Penitenziaria”. Donato CAPECE, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: Questo episodio, oltre a confermare il grado di maturità raggiunto e le elevate doti professionali del Personale di Polizia Penitenziaria in servizio nella Casa Circondariale di Benevento e del Nucleo Cinofili dei Baschi Azzurri, ci ricorda che il primo compito della Polizia Penitenziaria è e rimane quello di garantire la sicurezza dei luoghi di pena e impongono oggi più che mai una seria riflessione sul bilanciamento tra necessità di sicurezza e bisogno di trattamento dei detenuti. Tutti possono immaginare quali e quante conseguenze avrebbe potuto causare l’introduzione di droga in un carcere”. Il SAPPE evidenzia che “dai dati in nostro possesso sappiamo che il 25-30% delle persone, italiane e straniere, detenute in Italia, ossia uno su quattro, ha problemi di droga. Per chiarezza va ricordato che le persone tossicodipendenti o alcoldipendenti all’interno delle carceri sono presenti per aver commesso vari tipi di reati e non per la condizione di tossicodipendenza. La loro presenza comporta da sempre notevoli problemi sia per la gestione di queste persone all’interno di un ambiente di per se cosi problematico, sia per la complessità che la cura di tale stato di malattia comporta. Non vi è dubbio che chi è affetto da tale condizione patologica debba e possa trovare opportune cure al di fuori del carcere e che esistano da tempo dispositivi di legge che permettono di poter realizzare tale intervento. Ma, nel contempo, va stroncato con fermezza ogni tentativo illecito di introdurre e far circolare droga in carcere e va punito severamente chi se ne rende responsabile”