Cava de’ Tirreni: Cava5stelle Libro Bianco, rifiuti solidi urbani, nessun peggior sordo di chi non vuol sentire

In questi giorni l’amministrazione comunale ha diffuso la nota con la quale comunica alla cittadinanza che tra qualche settimana nella frazione S. Anna verranno posizionati cassonetti per la raccolta differenziata. Si tornerà indietro di 10 anni. Dieci anni fa infatti si decise di eliminare i cassonetti dalla città per stimolare i cittadini a differenziare e a conferire ad orari e in posti stabiliti le varie frazioni di rifiuto. Ora, dopo tanto lavoro ed essere riusciti a sensibilizzare una grande quantità di cittadini che con impegno hanno aderito alla nuova strategia abituandosi a differenziare e a rispettare gli orari e i giorni di conferimento in strada consentendo di raggiungere notevoli risultati con la raccolta differenziata ad una percentuale vicino al 65%, si decide un dietro front inspiegabile. Invece di lavorare sullo zoccolo duro di coloro che, anche se minoranza, non hanno mai provato ad adeguarsi al cambiamento della raccolta, prevedendo una ulteriore e più capillare campagna di sensibilizzazione, si consente a pochi irresponsabili di cantare vittoria.Con la delibera di giunta del 27/4 u.s., l’amministrazione ha deciso anche di proseguire con la sperimentazione del “porta-porta spinto” iniziato a marzo 2016. Si legge nella delibera “visti i risultati incoraggianti”, ma non si presenta alcun dato che consenta di valutare i risultati di questa sperimentazione iniziata 15 mesi fa. Unico dato certo sono gli oltre 5000 gli euro spesi per l’acquisto delle buste con un codice a barre. E il fatto più paradossale è che sembra che il codice a barre non venga utilizzato, in quanto la Metellia, da quanto ci risulta, non è dotata di apparecchiature che permettono la lettura degli stessi codici. Ancora una volta una spesa inutile che si fa gravare sulle tasche dei cittadini. Come noto abbiamo la cattiva abitudine di farci delle domanda a cui troppo spesso non riusciamo a dare risposta. Quali sono gli obiettivi di questa sperimentazione?  Perché non ascoltare e replicare esperienze di altri Comuni? Andare a Capannori dove Rossano Ercolini, premio nobel per l’ambiente, promotore della strategia Rifiuti Zero, ha effettuato una rivoluzione culturale nei cittadini, e poi applicare nella nostra città tutt’altro, che senso ha? Già dal Settembre 2015 abbiamo provato a suggerire all’assessore all’ambiente quale poteva essere la strada da seguire, certamente lunga, tortuosa e irta di difficoltà ma che avrebbe portato Cava ed i suoi cittadini ad aumentare la differenziata, farla di qualità, con l’auspicato obiettivo di conseguire una notevole riduzione del volume dei rifiuti. Invece nulla: “ …. è vietato disturbare il manovratore”. La gestione dei rifiuti è un argomento delicato il cui miglioramento richiede anni di impegno costante, ma bisogna avere le idee chiare, e fare scelte inusuali e spesso impopolari. L’attuale amministrazione metelliana, ha scelto, in buona sostanza, di continuare sulla strada di chi l’aveva preceduta, anzi con le scelte di questi ultimi giorni addirittura, se possibile, peggiorando la situazione. Risultato, il volume dei rifiuti sarà sempre alto. L’associazione Cava5Stelle – Libro Bianco è consapevole dei problemi che la città si trova ad affrontare, pur tuttavia è portatrice di una “visione” diversa.  E’ opinione degli attivisti che l’amministrazione sembra troppo legata ad un desiderio di risultati immediati (soprattutto economici) che rischia di impedire di avere una “visione” lungimirante nell’approccio alla gestione dei rifiuti. O meglio dei materiali che fanno parte del nostro quotidiano e che una volta usati possono continuare ad essere una risorsa, se giustamente valorizzati, e non un problema. Si cominci dalla raccolta: la scelta, il cambio di passo, dovrebbe essere applicato il principio che ci suggerisce l’Europa: “chi inquina paga”. L’utilizzo di buste con i tag RFID permetterebbe di identificare i cittadini ed i loro depositi ed in base quelli tassarli; l’impiego, sugli attuali bidoncini per l’umido, di un sistema con serratura (per l’identificazione dei cittadini), l’utilizzo delle card, già in possesso dei cittadini per l’area ecologica, e l’ausilio di una bilancia per pesare il contenuto depositato sarebbero parte integrante dell’idea (vale la pena ricordare che la frazione umida è quella più pesante e viene smaltita con costi di oltre 130 euro a tonnellate), e anche qui far pagare in base al peso conferito. E’ rimasta inascoltata da parte dell’amministrazione anche la proposta, presentata dalla nostra associazione, di aderire a livello regionale al bando per l’assegnazione di compostiere di comunità ,non vorremmo sbagliare ma non si legge il nome di Cava de Tirreni nell’elenco. Un’altra opportunità, a costo zero, persa per la nostra comunità.