L’Italia dei paperoni…

Giuseppe Lembo

L’Italia è stata e purtroppo ancora è, un Paese dagli sprechi infiniti. Come ci dicono Stella e Rizzo nel libro “La casta” c’è stato e continua comunque ad esserci uno “spreco Italia” dalle dimensioni inimmaginabili per la gente comune, ridotta in grave e sempre più diffusa povertà. Uno dei tanti elementi dello “spreco Italia” è nella megalomania immobiliare, così senza controllo da avere spinto la Camera dei Deputati ad occupare in dependance da spreco una superficie pari a 14 basiliche di S. Pietro, con una disponibilità di 323 m. a deputato. Molti degli edifici occupati dal ruspante nobiliato parlamentare sono stati recentemente ristrutturati. Il tutto con i soldi degli italiani, un popolo di sottomesi, sempre più povero e sempre più abbandonato a se stesso. Non parliamo delle spese-spreco per buvette, ristorante e barbiere di Camera e Senato. Oggi e solo oggi, con un minimo ed opportuno ripensamento, si è fatto qualche passo indietro, riducendo, ma di poco gli sprechi italiani da paperon dei paperoni. Il buco derivante dai tanti sprechi italiani oltre a fare male al presente, fa soprattutto e sempre più, male al futuro che fa dell’Italia un Paese negato oltre ai tanti che non potranno vivere d’Italia, anche ai tanti che per il crescente disagio italiano, non vengono al mondo. Dei tanti che sono negati alla vita, perché non vengono fatti nascere. Basta con gli sprechi dovuti ai tanti privilegi della casta che se la ride, mentre gli italiani piangono. Basta con le prebende di deputati e senatori che godono di indennità, seppur formalmente lecite, assolutamente da eliminare, in quanto, privilegi da nababbi non compatibili con le condizioni dell’Italia sempre più povera. Occorre responsabilmente tornare a pensare da saggi italiani del potere all’Italia ed agli italiani abbandonati a se stessi, riducendo per questo, i “gravi” privilegi della casta padrona. Privilegi che sanno di un vero e proprio assurdo italiano, con il lauto diritto alle beneficenze, da parte di deputati e senatori, discrezionalmente usate per tutto ed in tutte le direzioni. Tutto questo succede, spesso in modo silenzioso, alla povera Italia nostra, mentre l’Italia soffre; mentre l’Italia tristemente soffre per un crollo quasi triplo del reddito medio degli italiani. Oltre a tutto questo Paradiso italiano in terra per soli pochi privilegiati, come ci raccontano Stella e Rizzo nella “Casta”, c’è il dolce godimento di vitalizi (regionali, parlamentari ed europei) con spesso l’aggiunta di pensioni professionali, a carico del tartassato contribuente italiano, in quanto il frutto dei soli contributi figurativi. La “casta” della politica italiana è ben ramificata nel sistema Italia. Dal parlamento alle Regioni italiane è un insieme di privilegi italiani che fa indignare; che fa indignare i tanti italiani che non ce la fanno più a campare. Siamo, in ambito regionale, all’assurdo italiano. Un consigliere della Regione Lazio, per aver partecipato ad una sola seduta della Regione già sciolta con un solo giorno da Consigliere regionale, prende ben 3.037 euro netti al mese. È il triplo di milioni di lavoratori italiani che per decenni e decenni, si sono spezzati la schiena nelle fabbriche, nei campi, nelle miniere. È questa l’Italia! l’Italia dei privilegi delle “Caste” sempre più egoisticamente attente a garantirsi poteri e benessere, a danno dei tanti altri d’Italia che vivono di stenti, morendo sempre più spesso di fame. L’immagine italiana, ormai svuotata di umanità e di saperi, con i saggi valori di umanità e di solidarietà, è purtroppo, come le tante altre nobili cose italiane, un’immagine fortemente dismessa. Un’immagine sfuocata e sempre più senza anima con i “potenti” e le “caste” nel ruolo disumano di vampiri – sanguisuga impegnati a succhiare il sangue della povera gente, sempre più prossima a morire dissanguata. L’Italia dismessa non tiene, tra l’altro, conto delle esigenze dei territori, sempre più abbandonati a se stessi. In Italia il degrado, l’abbandono, la dismissione, l’insicurezza, l’indifferenza per le povertà sempre più diffuse, la salute, il lavoro, la cultura, sono ormai negativamente quella parte di Noi sempre più dimenticata e cancellata dai diritti dei cittadini, “protagonisti” silenziosi di soli DIRITTI NEGATI. Così non si fa altro, facendoci male, che cancellare il futuro italiano, avvolto nella nebbia sempre più fitta di una grande confusione e delle tante incertezze, soprattutto istituzionali che, giorno dopo giorno, negano il nostro maltrattato Paese, al futuro possibile, diventando, così facendo, Paese cancellato al futuro. Paese dal futuro negato.