Mercato San Severino: tomba di Ovidio Serino nel degrado

Anna Maria Noia

La storia dovrebbe essere maestra di vita, ma non è così. Giambattista Vico ci insegna infatti che nell’esistenza dell’umanità vi sono corsi e ricorsi. Che il nostro passato venga dimenticato e accantonato, lo dimostra lo stato di degrado ed abbandono in cui versa – attualmente – la tomba del misconosciuto (ai più) garibaldino sanseverinese Ovidio Serino. Colui che partecipò all’avventura dei Mille dell’eroe dei due mondi (Giuseppe Garibaldi), assieme a Cesare Abba, Nino Bixio e Ippolito Nievo. L’avello giace nascosto al civico cimitero di Costa. Originario della frazione Carifi, il Nostro era membro di una numerosa famiglia: ben dieci fratelli. Su questa figura leggendaria, sacerdote e membro della setta degli Unitari nonché apostolo della rivoluzione del Cilento, sono state scritte pubblicazioni – tra cui quella di don Antonio Sorrentino, parroco della frazione S. Angelo. Tuttavia la sua tomba, nonostante le promesse dei primi cittadini susseguitisi al governo e all’amministrazione di S. Severino, non ha avuto il risalto che meritava; nessuno vi depone fiori e la maggioranza dei cittadini continua ad ignorare la presenza del prode combattente. Pochissimi giorni fa, alcuni appassionati ecologisti ed ambientalisti si sono recati al cimitero e – per caso – hanno notato l’inciviltà che caratterizza, adesso, la stele sopra il corpo di Serino. La foto del degrado, postata in rete e subito virale, ha scatenato molti commenti di sdegno e disappunto. Tra sacchi di spazzatura, rifiuti eterogenei, secchi di vernice la vista del sacello è deludente. Non vi è pulizia e tutto pare inerte. Su Ovidio Serino è stata condotta una ricerca scolastica anni fa, ad opera della docente Angela De Pascale. Curiosa è la vicenda relativa alla costruzione della tomba stessa, sotto l’egida del sindaco Agostino Guerrasio. Vi sono anche dei discendenti, che risiedono a Salerno.