Napoli: Lopa nell’anniversario sisma 23 novembre 1980 in Irpinia

Mi sembra ieri, sono trascorsi 36 anni, ed è ancora vivo il ricordo di quella indimenticabile domenica del 23 novembre del 1980, ore 19,35 un boato di pochi secondi e giù distruzioni di case e interi paesi in Campania e Basilicata, con migliaia di morti e feriti. Cosi sono intervenuti, gli esponenti di Prima l’Italia Comitato per il No al Referendum Napoli Sociale Sovranità Nazionale, Rosario Lopa e Alfredo Catapano esponente di Napoli Capitale-Azione Nazionale, al dibattito organizzato nell’anniversario del terremoto dell’ottanta. Napoli e i paesi della zona del vesuviano subirono danni gravissimi. In tutti questi anni del dopo terremoto, ancora non è stata chiusa la pagina della ricostruzione, a causa di forti ritardi dovuti allo sciacallaggio del profitto da parte di alcuni personaggi del mondo politico, imprenditoriale, finanziario, tecnico e malavitoso. Qualche anno fa nel nuovo tribunale di Napoli c’è stata un’udienza che vedeva coinvolti nell’affare terremoto oltre settanta persone. Chissà quando si potranno sapere i nomi degli innocenti o dei colpevoli. Purtroppo questo anniversario ci riporta alla memoria di quelle sfortunate persone che perirono sotto le macerie, parenti, amici o semplici conoscenti. Napoli subì gravi danni con circa settanta morti e centinaia di feriti, la più grave sciagura avvenne a Via Stadera a Poggioreale, con il crollo di un intero edificio di nove piani, dove rimasero privi di vita cinquantadue persone. Gli esponenti politici del centro-sinistra, che negli anni hanno governato le istituzioni locali, tra cui la Regione Campania, negli anni addietro, per le ricorrenze del terremoto visitavano i paesi e i posti danneggiati dal sisma, promettendo agli amministratori e ai cittadini la disponibilità della loro carica Istituzionale per accelerare il completamento della ricostruzione. Ma il tempo passa e non hanno più il tempo di ricordarsene. Bisogna chiarire che se ci sono state finora luci e ombre sulla ricostruzione adesso è tempo di operare con onestà e serenità, con la collaborazione di tutti affinché si possa completare l’opera di questa ritardata ricostruzione e avviare progetti di ricostruzione e messa in sicurezza dopo il sisma che ha colpito il centro Italia. Con il terremoto è avvenuta la saldatura tra sistema illegale privato-camorra e sistema illegale pubblico-corruzione. Il terreno d’incontro e di spartizione è stata la spesa pubblica, le enormi risorse economiche affluite nei territori colpiti dal sisma. Di contro, una lentezza esasperata nella ricostruzione delle case: 36 anni dopo il sisma, ci sono ancora  nuclei familiari che vivono ancora nei prefabbricati. La città di Napoli la sua provincia e tutta la regione vennero stravolte da gigantesche colate di cemento e centinaia di metri cubi di sbancamenti: viadotti, svincoli e strade a scorrimento veloce costruite su terreni instabili, su versanti in frana che non sopportano il peso. Fantomatiche aree industriali. Il paesaggio regionale è stato brutalizzato con una devastante alterazione dell’ecosistema fluviale, impossibile oramai da recuperare, insomma il trionfo del cemento e delle grandi opere, le sole che consentissero ai vari attori della vicenda post-terremoto di organizzare i loro affari multimiliardari.