Agropoli: Sanità, “Comitato Diritto di Cura” contro chiusura Centro Radiosurgery, riceviamo e pubblichiamo

Ci stiamo battendo per evitare la messa in liquidazione del Centro Radiosurgery, di eccellenza nella cura dei tumori, con Bilanci in attivo da 4 anni consecutivi.Questa una delle tante testimonianze di pazienti che hanno ricevuto idonea assistenza in tale struttura ed invocano la garanzia assistenziale nella continuità. Gentile Direttore, siamo abituati ogni giorno a leggere vicende negative riguardanti la nostra regione, io vorrei parlarvi della mia esperienza positiva in campo sanitario. Ho 72 anni e circa 10 anni fa mi è stato diagnosticato un tumore al polmone; mia figlia era un giovane medico e dopo avere consultato vari medici in Campania, decise di portarmi a Milano in un centro di eccellenza dove sono stato sottoposto a due interventi chirurgici  a distanza di 3 anni, conservativi  per fortuna che mi hanno permesso di vivere   la mia vita. A dicembre di quest’anno, durante un controllo, l’incubo è tornato. Essere malati di cancro, significa essere un malato cronico , continui a vivere la tua vita  o cerchi di viverla  facendo credere a tutti che non hai paura, ma puntualmente quando si avvicina il giorno del controllo il tuo cuore batte forte, pensi mille cose , sei nervoso perchè lui vive con te e potrebbe risvegliarsi. Le mie paure si sono tramutate in realtà; è tornato e questa volte più forte di prima…era il 22 dicembre, il controllo fatto 6 mesi prima era andato bene , avverto un dolore forte al petto, una morsa, tutti pensavano ad un infarto ed invece il mio polmone si era sgonfiato, così poi mi hanno spiegato, a causa di quel mostro che lo aveva occluso: la paura era tanta! Mi mancava davvero l’aria, non potevo muovermi anche solo girare la testa mi faceva mancare il respiro anche con ossigeno. E poi pensavo:  ”Questa volta non ce la farò, oggi è il 22 dicembre; tutti i dottori più bravi saranno già alle Maldive. Che brutto Natale sarà per la mia famiglia, non vorrei dar questo dispiacere”. Invece compare un angelo, un giovane chirurgo, perche’ i giovani devo proprio dirlo, hanno ancora la voglia di cambiare le cose che non vanno; nonostante spesso si trovino a lavorare in dei posti poco dignitosi, ce la mettono proprio tutta. Intervento andato bene: esco dalla sala e riprendo a respirare senza ossigeno, ma sapevo che iniziava ancora una volta quel percorso lungo post operatorio in cui devi sottoporti a chemioterapia  e radioterapia. Questa volta la mia età era cambiata, le mie condizioni fisiche erano diverse, certo non sarei potuto arrivare a Milano dal quel bravo professore che mi aveva salvato. Ero  demoralizzato  e invece  quel giovane dottore che mi aveva salvato  mi indicò un centro di eccellenza , il  Malzoni Radiosurgery ad Agropoli. Era il 24 dicembre. Il direttore del centro, Dott Scotti mi aspettava per la visita. Sbalordito e poco fiducioso mi dovetti ricredere: trovai ad Agropoli un centro nuovo, accogliente, tutti gentili, i pazienti che uscivano quel giorno dal centro avevano il sorriso ed avevano con gli operatori sanitari un rapporto umano. Il dott Scotti guardando la mia TAC, con serenità mi disse che entro pochi giorni avrei iniziato le mie terapie. Oggi io sto meglio, ma vi scrivo perche’ hanno messo in liquidazione il centro, nonostante abbia bilanci in attivo da 4 anni . Io e i pazienti abbiamo istituito un comitato “diritto di cura “ e visto che le istituzioni non fanno niente per rassicuraci abbiamo deciso di essere noi stessi i portavoce di un grido di aiuto . Non possono sottrarci le nostre terapie, il tempo non e’ dalla nostra parte , per queste malattie e’ tiranno , vivere ogni giorno con la paura che sia l’ultimo giorno e’ un incubo; non possono chiudere un centro di eccellenza , non lo permetteremo.  Spero possiate pubblicare la mia storia , un grido di aiuto alle istituzioni e un grido di speranza  per chi come me ha ripreso a credere che anche in Campania ce la si possa fare. Lettera di un paziente

Anna Petrizzo,  membro del Comitato di Diritto di Cura