Bebè…surrogati!

di Rita Occidente Lupo

Gli anni passano e la scienza continua a correre anche sul filo della vita. Così Louise Brown, pioniera di oltre 5 milioni di bambini nati da fecondazione assistita, ricordata insieme a  diversi bebè, venuti al mondo da madri surrogate. Oggi, molti Stati, consentono a coppie etero e omo la genitorialità mentre altri, come l’Italia, ancora a tappeto Una maternità surrogata, ha diversi costi: in Stati Uniti, India e Ucraina, dai 10.000 ai 40.000€. Secondo statistiche, nel giro di pochi anni, il numero di nascite da utero in affitto, aumentato del 200%: un centinaio di coppie italiane annualmente si reca all’estero per favorire tale pratica. La maternità surrogata è permessa, se altruistica, nel Regno Unito, in Olanda, Ungheria, Australia, Canada, e Islanda, mentre autorizzata, dietro compenso, in Croazia, Danimarca, Lettonia, Cipro, Georgia, Israele, Sudafrica e Thailandia. E se le cronache riportano tale ricorso per vip e politici, tra cui Elton John, Nicole Kidman e Tyra Banks, in Italia l’ultimo caso che ha fatto molto scalpore, quello del politico Nichi Vendola. Per le madri surrogate, in particolare dei Paesi poveri, le donne devono sottoporsi, dopo l’inseminazione, a iniezioni di ormoni, prendere pillole e adottare un particolare stile di vita. Il rischio di gravidanze gemellari e di aborti selettivi, non assente; inoltre, non va omesso l’aspetto psicologico: molte si sentono in colpa per aver dato via il bambino e non sempre la famiglia le supporta in questa scelta. Occorrerà registrare nel tempo il parere anche dei figli, per capire fino a che punto, essere a conoscenza di non esser venuti al mondo naturalmente, può compromettere la crescita evolutiva.