Nocera Inferiore: Referendum Trivelle, tutte le ragioni del SI

Francesca Carrano

Stamattina, presso la Biblioteca comunale di Nocera Inferiore, si è dibattuto sulle ragioni del referendum abrogativo del prossimo 17 aprile. Organizzato da Fare Verde e dal Circolo Proudhon di Salerno con il Patrocinio del Comune di Nocera Inferiore, l’incontro è stato un momento di riflessione sul perché del voto a favore della proposta referendaria. Relatori, il Sindaco Manlio Torquato, l’Assessore alle Politiche per l’Ambiente Francesco Scarfò, il responsabile di Fare Verde Onlus Campania Michele Sassi, il Presidente Nazionale di Fare Verde Onlus Francesco Greco, il responsabile del Circolo Proudhon, Luca Lezzi. Il referendum nazionale è stato promosso da nove regioni italiane: Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise. Il quesito su cui gli italiani sono chiamati ad esprimersi è il seguente: “Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?”. Se non si vuole che le trivellazioni già in atto entro le 12 miglia dalla costa vengano rinnovate, bisogna votare SÌ. Votando NO si manifesta la volontà di mantenere la normativa esistente. Il referendum popolare è valido solo se raggiunge il quorum del 50% più uno degli aventi diritto al voto. I giacimenti interessati sono Guendalina (Eni) e Gospo (Edison) nel mare Adriatico e il giacimento Vega (Edison) nelle acque in Sicilia. Quali le ragioni del SI? Il referendum ha un valore più politico che tecnico- ha precisato l’Assessore Scarfò- la normativa prevede che le concessioni per trivellare in mare scadranno solo tra trent’anni, nessun posto di lavoro andrà perso né ci saranno contraccolpi economici per il Paese. Infatti, dagli impianti estrattivi in mare, in maggior parte di gas naturali, si fa fronte a percentuali di consumo che vanno dal 3% all’1%. Un dato esiguo recuperabile con la loro sostituzione e l’aumento delle rinnovabili. Una sfida quella delle energie alternative, già vinta in alcuni comuni quali Giosualdo- riferisce Greco- dove l’amministrazione, grazie all’efficientamento energetico, autoproduce l’energia con impatto zero sull’ambiente. Inoltre, le royalties che le compagnie versano alle Regioni sono esigue mentre non sono stimabili i danni ambientali in caso di incidente in piattaforma essendo il Mediterraneo un mare chiuso. La Croazia, che condivide con l’Italia l’Adriatico, ha modificato la normativa tutelando le sue coste e puntando sulle rinnovabili. In caso di vittoria del SI, nessun operaio impiegato sulle piattaforme verrebbe licenziato, non si avrebbero aumenti dei costi dei beni perché nulla cambierebbe dal punto di vista economico. Il voto del 17 aprile è un impegno per il futuro, per un passaggio alle rinnovabili a tutela dell’ambiente. Ancora dubbi sul perché andare a votare il prossimo 17 aprile e votare SI?