Napoli: Gerardo Marotta, cultura per un mondo nuovo

Giuseppe Lembo

Gerardo Marotta: piccolo grande uomo, che sapeva fare il miracolo di suscitare, anche tra la gente indifferente, un grande amore per la cultura, la sola e sicura generatrice di mondi nuovi; di mondi umanamente condivisi. I luoghi della cultura dove c’è qualcosa di ancora vivo che sta a testimoniare l’impegno di Gerardo Marotta, oltre quelli sacri di Napoli, sono tanti in Campania; sono tanti da riprendere e rigenerare per fare del Progetto cultura di Gerardo Marotta, finalizzato alla crescita umana della Campania, un percorso di umanità, di valori e di cultura, da cui ripartire per riprendere quel cammino d’insieme umano e culturale senza il quale non si va da nessuna parte. Sono veramente orgoglioso di aver conosciuto Gerardo Marotta ed avere assorbito nel profondo i suoi valori; i suoi intramontabili principi di vita; i suoi tanti utili insegnamenti. Sono orgoglioso per il mio impegno al servizio delle sue idee e del suo Progetto di cultura per il non facile riscatto dell’uomo del Sud e di tutti i Sud del mondo. Gerardo Marotta come Danilo Dolci di cui sono stato amico ed altrettanto attento seguace dei suoi importanti insegnamenti di vita, aventi soprattutto per nobili fini dichiarati la PACE dell’uomo sulla Terra, purtroppo e sempre più violentata da odio e da guerre con le giuste attese di un mondo nuovo, sono per me, l’espressione di una profonda sacralità umana; ho per entrambi un forte e reverenziale rispetto di uomo della Terra, attento al proprio fare per gli altri uomini della Terra, così come hanno saputo ben fare Danilo Dolci e Gerardo Marotta. Devo necessariamente ricordare in questa occasione importante di espressione assolutamente libera del mio pensiero libero, anche la mia rispettosa amicizia per Salvatore Valitutti, un italiano del pensiero pedagogico, politico e culturale di altri tempi che oggi, dimenticato dai più, ha ancora tanto da insegnare per la sua etica ed i suoi  comportamenti umani, agli uomini del nostro tempo, purtroppo, sempre più indifferenti al vero protagonismo umano, con alla base l’insostituibile presupposto del rispetto umano per gli altri. Salvatore Valitutti, come Danilo Dolci ed il nostro Gerardo Marotta con i suoi ottantotto anni da festeggiare tutti insieme, sono i riferimenti forti del mio pensiero libero; di uomo libero che ha sempre creduto e crede fortemente nei valori, negli ideali, nella cultura, per poter cambiare il mondo e le condizioni dell’uomo, creando convintamente, in modo diffuso, crescita e sviluppo da promuovere al Sud, soprattutto in contesti umanamente e socialmente difficili, quali quelli del Cilento, purtroppo sempre più indifferente ai valori fondanti di umanità positiva, ancora mancanti, perché è mancante il senso comune del giacobinismo, una condizione umana importante affinché l’uomo possa capire il grande valore della libertà e dell’insieme sociale condiviso. Nel manifestare a Gerardo Marotta il senso profondo del mio umano sentire fatto di amicizia e di rispetto, rinnovandogli gli auguri per il suo ottantottesimo compleanno e per il quarantennale del suo Istituto, voglio positivamente propormi come portavoce per quei meritati e giusti riconoscimenti alla figura di un uomo di cui l’Italia deve andare assolutamente orgogliosa. Per tutto quanto opportunamente detto, ritengo che:

– Una figura così umanamente e culturalmente importante per tutto quello che ha fatto per il nostro Paese, meriti come giusto riconoscimento, la nomina di Senatore a vita da parte del Presidente della Repubblica.

Tanto, per il ruolo che ha attivamente svolto per la cultura italiana e la sua intelligente diffusione nel mondo.

– Essendo Gerardo Marotta, un uomo di cultura dalle dimensioni non solo italiane, ma patrimonio del mondo, dovrebbe essere segnalato per il giusto riconoscimento del Premio Nobel, per la cultura a favore dell’uomo e delle libertà fondamentali di ciascun uomo della Terra.

– Considerato l’importante ruolo dell’Istituto italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, per il futuro dell’umanità, è, altresì, importante attribuirgli da parte dell’UNESCO, il riconoscimento di patrimonio immateriale dell’umanità. Un giusto ed opportuno riconoscimento che può ridare a Napoli quella centralità dei saperi che potrebbe determinare anche condizioni nuove per un mondo umanamente e socialmente nuovo, con una forte centralità di Napoli e del Mediterraneo, culla di civiltà antica che va riscoperta per garantire il futuro di mondi umanamente difficili che, per risollevarsi, hanno tanto, tanto bisogno degli altri del mondo.

– Fare dell’Istituto italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, un laboratorio permanente di cultura del sapere filosofico; inteso come fabbrica del pensiero del sapere filosofico, assolutamente utile al futuro del mondo, partendo dal presente e prima ancora dal suo passato.

– Fare della Campania l’ombelico del mondo del pensiero filosofico, attraverso un percorso di pensiero Napoli – Elea – Velia. Per questo grande obiettivo è opportuno trasferire la Biblioteca dell’Istituto italiano per gli Studi Filosofici, settore filosofia, da Napoli alla Terra di Parmenide, nella Fondazione Alario. Tanto, per promuovere al mondo, dalla Terra di Parmenide, il pensiero dell’essere.