Redditi, bar battono gioiellieri?In testa notai e farmacie, arretrano discoteche ed attività nel benessere

Enzo Carrella

Sono alcuni dei dati che si ricavano dalle statistiche dettagliate sulle dichiarazioni dei redditi 2014, appena rese note dal Dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia. Resta quello di lavoro dipendente il reddito più diffuso. Solo 2,5 milioni i redditi tra imprenditori e professionisti  Sul totale di 41 milioni di contribuenti quelli che hanno un reddito prevalente da lavoro dipendente o da pensione sono l’82,6 per cento (pari a 34,6 milioni di persone fisiche), mentre solo il 5,9 (2 milioni e 420 mila contribuenti)  per cento ha un reddito prevalente derivante dall’esercizio di attività di impresa o di lavoro autonomo. Il dato sorprendente è quello che  sale al 3,8 per cento, anche per effetto delle novità nel trattamento fiscale, la quota di coloro che hanno in prevalenza reddito da fabbricati (di proprietà e o dati in locazione a terzi). Nelle grandi aziende si guadagna di più.  Posizione di stallo per i dipendenti  della Pubblica  Amministrazione. Il reddito medio annuo dei 10,3 milioni di lavoratori dipendenti impiegati nelle società di capitali (23.580 euro) supera quello di coloro che operano invece nella pubblica amministrazione (3,5 milioni con un media di 22.400 euro) ed è più che doppio rispetto alla retribuzione(10.680 euro) dei dipendenti il cui datore di lavoro è una persona fisica/imprenditore (che sono 1,5 milioni). C’è però da comprendere  in tale ultimo dato perché – a giudizio del Mef- esisterebbe una diversità di applicazione del ccnl per i lavoratori che comunque risultano impegnati e assunti nel medesimo comparto (commercio, terziario, industriale, artigianato, terzo settore) viste le unicità dei ccnl di lavoro applicati. Nel 2013, anno a cui le dichiarazioni si riferiscono, il 78 per cento dei dipendenti ha comunque prestato servizio presso lo stesso datore di lavoro nel corso dell’anno, mentre il restante 22 per cento ne ha avuti due o più: Notai sempre in testa e destinati a rimanervi a lungo con gli appena 210 mila euro di media di  reddito annuo: Tra lavoratori autonomi e imprenditori invece appare irraggiungibile il reddito dei notai(212.600 euro in media) se pur in discesa  rispetto ai 233 mila euro dell’anno 2012 e in generale spicca quello delle attività professionali: farmacie (97.300 euro), studi medici (60.300), commercialisti (58.500). Vanno molto meno bene le cose per il commercio, con alcuni settori come centri benessere e discoteche che evidenziano redditi medi negativi. Malissimo l’edilizia con un reddito medio negativo che arriva a 8.500 euro. 3,6 milioni di dichiarazioni con gli STUDI DI SETTORE per un totale di 98 miliardi di euro: Per quanto riguarda invece lo “spauracchio“ degli studi di settore, questo strumento di valutazione dei redditi risulta essere  stato applicato a 3,6 milioni di soggetti, di cui il 65 per cento sono persone fisiche.  Il reddito totale dichiarato è sceso a 98 miliardi (-1,8 per cento) in linea con la contrazione del Pil registrata nell’anno. Il reddito medio dichiarato è stato pari a 25.400 euro per le persone fisiche, a 35.500 per le società di persone e a 23.800 per le società di capitali: queste ultime hanno fatto segnare una variazione positiva dello 0,8 per cento contro il calo, intorno al punto percentuale, delle altre due categorie. I redditi professionali – in tale ambito- leader tra quelli ..diversi: Il settore delle attività professionali (42.100 euro) si conferma quello con il reddito medio più elevato.  Seguono le attività manifatturiere con 29.000, i servizi con 23.500 e il commercio con 17.500, comunque in leggera ripresa. Il ministero dell’Economia fa notare la significativa differenza tra il reddito medio dei soggetti congrui (ovvero quelli i cui ricavi risultano uguali o superiori a quelli stimati dagli studi di settore) e quelli dei non congrui: si passa da un reddito di  41.300 euro ad una perdita di 8.600. I gioiellieri con 14.400 euro vanno peggio di bar e gelaterie (15.600) e negozi di alimentari (15.300 euro). Della serie  che il “virus della rinunzia dei contribuenti ” colpisce i beni voluttuari ma non la ..tazzina di caffè o la pizza. Nessuno vuole e cerca la ..dieta forzata