Mercato San Severino: presentato “L’angelo Piero” di Anna Senatore

Anna Maria Noia

 Presentazione del libro di Anna Senatore presso l’aula consiliare del Comune. Tra il parterre qualificato, presenze di spicco che hanno collaborato al testo come Pietro Lista – artista che ha realizzato disegni e copertina dell’opera prima di tale scrittrice, al suo esordio nel vasto campo della letteratura. A introdurre per i saluti istituzionali, l’assessore alle Politiche Culturali Assunta Alfano. Hanno partecipato i celebri attori salernitani Regina Senatore e Alessandro Nisivoccia. Poi si sono susseguiti gli interventi del professor Giuseppe (Geppino) Gentile – docente di Letteratura Spagnola al campus di Fisciano – e di Rino Mele, ordinario di Storia del Teatro e dello Spettacolo sempre a Fisciano. A coordinare, Rita Occidente Lupo, direttore del nostro quotidiano. A deliziare con brevi intermezzi musicali molto sensuali, il violinista montorese Angelo Cerrato – che ha eseguito brani da “La vita è bella” e “Oblivion”. Molto intense e attese le interpretazioni dei due attori. Alla fine la “signora” del teatro salernitano nonché nazionale Regina Senatore – tra l’altro cugina di Anna – è stata omaggiata con una dolce torta augurale realizzata da Pantaleone, uno dei pasticcieri più rinomati della hippocratica civitas. L’opera di Anna Senatore  è stata descritta nel corso della presentazione come “matassa di un passato che confluisce nel presente”, “opera protesa nel futuro, in mondi tersi”, come suggerisce il colore azzurro – prevalente nella copertina. Di un libro particolare, tra lirica e prosa – di 23 piccoli testi in sessanta pagine, per i tipi di “Gutenberg edizioni”. Tante e belle, mai smaccate o retoriche le parole  su tale fatica letteraria. Regina Senatore ha raccontato, prima di leggere espressivamente “Il piccolo sonno” – tra gli scritti di Anna – il proprio condividere la stessa casa e lo stesso destino della cugina, abitando numerosi in una casa di via Tasso, a Salerno. Di qui tutta una serie di amarcord e di commossi pensieri al tempo che fu, comparando il tempo presente in cui sembra che l’Uomo voglia “distruggere il passato, un tesoro da custodire nei nostri cuori” – ha detto l’attrice. Gentile, da parte sua, non è stato da meno; è rimasto all’altezza dei bei discorsi che si sono ascoltati durante la manifestazione. Ha dissertato su tutto il testo, partendo dalla copertina, con la “leggerezza del segno di Pietro Lista”, per approdare al senso specifico della pubblicazione. Si è soffermato sulla figura dell’angelo, su come è stato dipinto e su cosa la scrittrice avesse voluto fare di tale presenza “non inquietante” – sono parole del docente – come invece emerge dalle tele di un pittore “maledetto” quale Caravaggio. L’immaterialità dell’angelo Piero si fa “luce e voce” nell’opera della Senatore. Significativo anche il “tributo” allo scrittore argentino Borges – autore tutt’altro che facile, molto complesso da comprendere – particolarmente apprezzato dalla autrice e dunque citato più volte nel libro. Infine, il professore Mele ha chiosato in linea con l’altissimo profilo dell’happening – purtroppo “snobbato” dai Sanseverinesi – un momento di alto livello a contatto con la Cultura vera. “Non un semplice libro di memorie – ha dichiarato Mele – quello di Anna Senatore. E’ invece un esercizio logico nel rimettere ogni cosa al suo posto, come nella selva dell’infanzia, un bosco oscuro e disordinato, ma al cui orizzonte si intravede il mare calmo.” Anche Sandro Nisivoccia ha voluto caratterizzare ed accentuare la lettura/declamazione dei versi e dei riferimenti narrativi della Senatore: “Amo recitare le poesie – ha affermato. Tra i brani più espressivi della autrice, Nisivoccia ha scelto “Ho visto” e “La morte”. Regina Senatore invece ha concluso con “Ritrovarsi. A mio figlio Giovanni” e con “Zì Marì.” Infine ha illustrato le sue emozioni la stessa scrittrice, che ha esplicato i suoi temi ricorrenti – cioè la natura e la famiglia – e il suo vivere in “uno spazio intermedio e campo magnetico sfuggente tra fine del giorno e inizio del tramonto”. La sua poesia più vivida, lo rivela lei stessa, è “Il gregge nella luna” – componimento ispirato da una località del Cilento. Una donna molto sensibile, dunque, la Senatore; talmente tanto da vivere realmente esperienze spirituali quale l’incontro con esseri di Luce, creature superiori appartenenti all’Ordine cosmico. In ella rivive l’apparizione/ombra di Piero, morto appena fanciullo.