Salerno: Piero De Luca alla presentazione del libro “Monnezza di stato”

Quello dei danni prodotti all’ambiente e alla salute dei cittadini campani da una gestione disastrosa dei rifiuti nella nostra Regione è un tema su cui concentrare l’attenzione in modo serio e non demagogico, da un lato, analizzando con serietà le ragioni di un’azione politica inadeguata in tale ambito, dall’altro, provando ad elaborare proposte concrete ed efficaci per uscire nel più breve tempo possibile da una situazione tragica che ancora imbarazza la Campania in Italia e in Europa. In ambito europeo, il recente Trattato di Lisbona ha non solo rafforzato il legame tra la tutela dell’ambiente e la protezione della salute umana, ma ha anche precisato il contenuto di ogni politica ambientale messa in campo in Europa, chiarendo che essa deve mirare a raggiungere nelle varie regioni dell’Unione un elevato livello di tutela e deve fondarsi, per quanto di rilievo, su alcuni principi guida: la precauzione e l’azione preventiva nei confronti dei rischi per la salute umana derivanti in particolare dalle politiche di trattamento e smaltimento dei rifiuti; l’autosufficienza nella gestione dei rifiuti stessi; la chiara e netta responsabilità penale, civile e amministrativa in capo a chi inquina un determinato territorio. Ebbene, dall’analisi dei dati tecnici disponibili emerge che da anni nessuno di questi principi generali di condotta della politica ambientale è rispettato nella nostra Regione nell’ambito della gestione dei rifiuti. Ancora oggi esistono numerose discariche abusive o irregolari da bonificare, e non è stata messa in campo alcuna azione concreta e realmente operativa per completare una rete adeguata ed integrata di impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti, la cui assenza è stata peraltro già sanzionata il 4 marzo 2010 da una nota sentenza della Corte di giustizia UE ed ha recentemente portato inoltre al taglio di 18,5 milioni di euro di fondi FESR da parte della Commissione europea. Per evitare nuove multe o nuove correzioni finanziarie è necessario allora rompere il muro dell’indifferenza o della paura di affrontare una problematica così delicata, e concentrare gli sforzi dei tecnici e degli amministratori sulla realizzazione di misure concrete volte ad incrementare la raccolta differenziata, a rafforzare la rete di impianti di compostaggio, a consentire di trattare e smaltire i 6 milioni di ecoballe stoccati come reperti archeologici nelle aree di Giugliano e Villa Literno, ed infine a bonificare e mettere in sicurezza le tante discariche irregolari ancora presenti sul territorio campano.  La nuova programmazione europea 2014/2020 mette a disposizione della nostra Regione circa 6,3 miliardi di fondi FESR cui poter attingere per porre in essere tali azioni. Non possiamo permetterci di sprecare altro tempo se vogliamo uscire da una fase di perenne emergenza ambientale in questo ambito e regolarizzare la gestione, la raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei nostri rifiuti, senza ricorrere più in modo sistematico alla costosa, e alla lunga insostenibile, prassi del trasferimento degli stessi in altre regioni del Paese o in altri Stati europei.