Napoli: Congresso Unione Inquilini “Diritto alla Casa”

Il Diritto alla Casa, ai tempi della crisi economica e sociale, è quanto di più precario possa esistere. Emergenza abitativa ed emergenza sociale nella fase acuta della crisi economica sono visibili ad occhio nudo e una è dentro all’altra. Il lavoro che non c’è porta con sé anche la casa che non c’è o che si rischia di perdere per morosità incolpevole. La casa e il lavoro che non ci sono portano con sé la disperazione sociale con l’entrata in crisi di rapporti personali consolidati nel tempo e disagi forti per minori e anziani. Alle famiglie senza casa e senza lavoro di fatto vengono negati i  diritti fondamentali dei cittadini come quelli alla salute, all’istruzione, alla dignità , alla cittadinanza. Lavoro, casa, dignità e cittadinanza nell’agenda dei governi liberisti non esistono se non nella forma precaria e con alto tasso di sfruttamento: politiche attive per il lavoro e la casa non sono al centro dell’iniziativa dei governi e di conseguenza del Comune di Napoli e del suo hinterland e/o  della Regione Campania . Il Comune di Napoli e la Regione Campania hanno messo a bilancio “zero euro” per l’emergenza abitativa e il Diritto alla Casa. Case popolari escluse quelle del piano di abbattimento delle Vele di Scampia non si sono acquistate e costruite negli ultimi 20 anni. Il punto acuto della crisi abitativa nell’intero territorio della Regione Campania è rappresentato  da numeri impressionanti : 22 mila famiglie presenti  in graduatoria per avere una casa popolare; oltre 2500 sfratti esecutivi l’anno quasi tutti per “morosità incolpevole”; fallimento di centinaia di mutui casa con intervento del Tribunale Fallimentare; aumento esponenziale negli ultimi anni dei fitti in nero senza potere più ricorrere alla registrazione d’ufficio da parte dell’agenzia delle entrate su denuncia degli inquilini in cambio di un affitto calmierato.

Il Patrimonio Abitativo  Pubblico: una grande risorsa contro l’incalzare della crisi economica da difendere, incrementare valorizzare e non dismettere perché si vende e non si acquista altre case popolari. Napoli : Un Patrimonio Abitativo Pubblico imponente tra edilizia residenziale pubblica realizzato con i fondi della legge 219 sul dopoterremoto e patrimonio storico avuto in dotazione dall’ente pubblico per lascito da enti disciolti o donazioni di privati attualmente in gestione diretta da parte del Comune di Napoli tramite la società partecipata NAPOLI SERVIZI.  Nella disponibilità abitativa del Comune di Napoli tra alloggi di edilizia residenziale pubblica e patrimonio storico ( tutto ubicato nel centro antico e storico di Napoli ) ci sono oltre 36.000 unità immobiliare e circa 15.000 abitazioni ad uso non abitativo ( per il vecchio gestore del patrimonio immobiliare pubblico – Romeo Gestione Spa  i dati sono questi: 30.000 Rapporti locativi, 15.700 Posizioni locative regolarizzate, 8.700 Contratti stipulati, 280.000 Contact center (in bound/out bound) , 250 Condomini gestiti,  66.000 immobili inseriti in inventario,  9.500  contenziosi attivati  per oltre 518 unità immobiliari per un incasso di 57 milioni di Euro .Patrimonio ERP  (Edilizia Residenziale Pubblica) 3.000 alloggi venduti, incasso di 118 milioni di Euro dei quali oltre 50 milioni serviti per liquidare le spettanze arretrate a Romeo e nessun acquisto di alloggio da destinare al vecchio e nuovo bisogno casa. L’affare nella vendita del patrimonio immobiliare di proprietà del Comune di Napoli l’ha fatto il gestore liquidato dei rapporti d’utenza e non certo la collettività.  Gestione Iacp di Napoli – patrimonio ricadente nella città di Napoli costituito da 27.000 unità abitative e da oltre 8.000 quelli ad uso non abitativo . Se coinvolgiamo la provincia di Napoli il patrimonio gestito dall’Iacp ammontano ad oltre 40.000 unità abitative e 18.000 quelli a uso non abitativo. Ricordiamo a tutti che l’incremento del patrimonio abitativo nella città di Napoli ebbe luogo grazie ai fondi della ex legge 219 – legge sul dopo terremoto del 1983 e il piano realizzato fu di oltre 20.000 alloggi compresi i piani di recupero delle periferie.    

I dati sulle graduatorie giacenti presso il Servizio Casa del Comune di Napoli: A) anno 2011- sfrattati – domande presentate al Comune di Napoli oltre 16.000 ; B) domande per l’emergenza abitativa presentate oltre 500; C) domande presentate nel 2014/2015 per morosità incolpevole oltre 800; D) provvedimenti di sfratto arrivati alla fase della esecuzione a Napoli e in Provincia – dati delle Prefettura di Napoli – oltre 650 anno 2014 e 2015; E) domande sostegno all’affitto anno 2010 – partecipanti oltre 7600-  aventi titolo al beneficio a seguito di graduatoria definitiva quasi 3600 nuclei familiari; F) anno 2011 – partecipanti al bando sostegno all’affitto – 7900 cittadini – aventi titolo ad usufruire del beneficio –  3900; F) anno 2012 e 2013 il Comune di Napoli non ha fatto il bando sostegno all’affitto per mancanza di fondi ; G) anno  2014 bando scaduto il 16 marzo 2015 domande già arrivate all’ufficio sono 8000. I fondi stanziati dal governo e dalla Regione Campania nel 2009 /2010 per il sostegno all’affitto sono diminuiti mentre aumentano le domande;

Finanziamenti da erogare ai cittadini vincitori di bando per il sostegno all’affitto. Al Comune di Napoli sono state date le seguenti cifre A) anno 2009 –  4 milioni 300 mila euro-  B) anno 2010 – fondi non ancora trasferiti  al Comune per un totale di 3.milioni e 126 mila euro- C) elenchi aventi diritto inviati alla regione il 30/12/2011 -programmati 2.milioni e 500 mila euro ; D) 2012 e 2013 non vi sono stati bandi sostegno all’affitto da parte del Comune di Napoli ; E) anno 2014 bando scaduto  il 16 marzo 2015 –  non è stata ancora fatta la ripartizione dei fondi da parte della Regione Campania.  Dall’istituzione del fondo per il sostegno all’affitto man mano che passano gli anni, aumentano le domande e diminuiscono i soldi disponibili e il trend sarà sempre più negativo. Nelle graduatorie vecchie del Comune di Napoli ci sono vincitori di concorso per l’assegnazione di un alloggio popolari categorie di cittadini che alloggiano nei bassi, negli scantinati o che sono giovani coppie e/o coabitanti. Vecchio e nuovo disagio abitativo non soddisfatto e rimasto a marcire nelle carte a disposizione degli uffici del Comune di Napoli.

Il nuovo che avanza “ Occupare lo sfitto, il vuoto dando anima e corpo agli scheletri presenti nei nostri quartieri. La proprietà assente, parassitaria, putrefatta preferisce tenere vuoti e sfitti oltre venticinque mila case per un totale di settantacinque mila vani utili per fronteggiare il disagio abitativo esistente in città.  Non è tollerabile che ci sono gente senza casa e case senza gente. Il Comune per fronteggiare l’emergenza può e deve requisire gli alloggi vuoti e sfitti perché le politiche d’incentivi fiscali alla proprietà assente e parassitaria non importano nulla. Scheletri di fabbricati che richiedono interventi di consolidamento e manutenzione urgente che la proprietà assente non fa e che il Comune può fare a debito nei confronti del proprietario e in caso di insolvenza nel pagare acquisire il fabbricato al patrimonio pubblico.

I Beni Immobiliari di patrimonio dei boss della camorra da sequestrare, confiscare e acquisire al patrimonio pubblico senza ulteriore perdita di tempo o lungaggini burocratiche. Il loro riutilizzo e riuso a fini sociali riparerebbe una ferita che questi gruppi hanno inferto alla società civile con i crimini commessi.

 

Decadenza dal titolo di assegnatario di alloggio popolare per i condannati in via definitiva per il reato di cui all’articolo 416 del codice penale , associazione a delinquere di stampo camorristico. Si libererebbero oltre 5000 alloggi popolari tra Napoli e la sua Provincia. Questa cosa qui si può fare subito: il Comune di Napoli su sollecitazione dell’Unione Inquilini chiese alla Corte di Appello di Napoli e alla Prefettura di avere l’elenco dei condannati per il reato di associazione per delinquere di stampo camorristico e pensiamo che i dati siano in suo possesso. Cacciari i camorristi dalle case e dai rioni popolari. Il governo centrale, la Regione Campania e il Comune di Napoli devono immediatamente mettere mano a un piano d’interventi trovando risorse finanziarie reali per fronteggiare l’emergenza abitativa dando soluzioni e risposte per le persone che esprimono un reale e accertato disagio e bisogno abitativo. Bisogna con forza dire basta alla svendita del patrimonio pubblico e lavorare con tenacia alla sua rivalutazione e valorizzazione ben coscienti che è attualmente una delle poche  armi  a disposizione per fronteggiare l’emergenza abitativa e capace di dare risposte certe ai bisogni sociali  frenando la speculazione dei finti assegnatari che acquistano la casa popolare a prezzi stracciati e la rivendono a prezzo di mercato. Il ricavato della vendita delle case popolari quasi mai è stato utilizzato per acquistare altri alloggi popolari e di solito il tesoretto è servito per coprire buchi nei bilanci degli Iacp o del Comune. Requisizione del grande patrimonio immobiliare lasciato vuoto per incuria o per fini speculativi. Nel tempo della crisi non è più accettabile che ci siano case senza gente e gente senza casa. Come accaduto per il lavoro (le “tutele progressive” e la fine di ogni diritto alla formazione subito con il decreto legge Renzi – Poletti n. 34 del 20 marzo) lo stesso ha fatto il Governo con “piano casa” con il decreto legge gemello Renzi – Lupi n. 47 del 28 marzo che nega il diritto alla residenza (e quindi alla scuola, al medico di famiglia) per chi ha trovato un tetto occupando casa. Stop agli sfratti per morosità incolpevole.

Domenico Lopresto Unione Inquilini Napoli