Salerno: Veg “Circo, barbarica prigionia animale”

Cartelloni pubblicitari, megafoni e roulotte hanno preannunciato l’arrivo a Salerno, dal 5 al 15 febbraio, dell’American Circus. Quello che i circensi definiscono “uno spettacolo di lunga tradizione” è, per gli animali, una prigionia che dura tutta la vita: gli unici momenti “di libertà” sono quelli durante i quali vengono costretti, con i metodi violenti tipici di un addestramento forzato, ad eseguire grotteschi esercizi assolutamente contro natura. Animali appartenenti a specie che in natura si spostano lungo percorsi di centinaia di chilometri, nei circhi passano l’intera vita negli squallidi vagoni-gabbia dei camion che li trasportano ed il risultato è la noia, la frustrazione e comportamenti stereotipati. Più volte abbiamo chiesto al sindaco di Salerno, ora decaduto, di rispettare l’impegno preso in periodo di campagna elettorale. Nel programma politico 2011-2016 di Vincenzo De Luca, infatti, sotto la voce “Ambiente”, si legge: “Occorre vietare l’attendamento di circhi che utilizzino animali in cattività durante gli spettacoli”. Dal 2011, però, questo è l’ennesimo circo che attenda in città. Ed oggi apprendiamo che l’assessorato alle Politiche Sociali, guidato da Nino Savastano, ha organizzato “un pomeriggio di festa e solidarietà per minori, anziani e diversamente abili appartenenti ai Centri aggregativi e polifunzionali della città”, a partire dalle 17.30, presso la tensostruttura collocata in via Salvador Allende, zona Stadio Arechi. Uno spettacolo che probabilmente strapperà qualche sorriso ai bambini, ma che costa agli animali una vita di catene, di sbarre, di viaggi estenuanti, di addestramenti brutali, di isolamento, di metodi coercitivi. Dove c’è un animale recluso c’è sofferenza e sfruttamento. Non è questo il messaggio che dobbiamo dare alle fasce più deboli della comunità, per cui l’amministrazione comunale ha organizzato questo evento. È l’empatia il valore da trasmettere, non una realtà fatta di animali ingabbiati per tutta la vita, la cui volontà è stata piegata con la forza delle fruste e della fame, solo per il nostro divertimento. Rifiutiamo questo tipo di spettacolo che affonda le proprie origini nell’antropocentrismo più becero, perché non rispettoso del diritto alla vita ed alla libertà di ogni essere senziente; rifiutiamo la prigionia, sia essa umana che animale. Sempre più diffusi ed apprezzati sono gli spettacoli del “Circo Contemporaneo”: una nuova concezione del circo, rivoluzionario, poetico, tra giocolieri, contorsionisti, equilibristi, acrobati e clown, un mondo onirico fatto di musica, suoni e luci. Vogliamo un circo più umano, che metta in luce solo la bravura dei suoi artisti. Un circo senza animali, l’unico in linea con una società che si definisce civile.
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