“Sulle orme di Marco Polo”: avvincente libro – inchiesta

Maria Pina Cirillo

 Il libro “Sulle Orme di Marco Polo – Italiani in Cina” è frutto di una notevole interazione tra la ricerca sull’emigrazione italiana all’estero, specificamente per l’Associazione Migrantes, nell’ambito del  progetto  AMICO (Analisi della Migrazione degli Italiani in Cina Oggi) e la passione, l’interesse, la sentita partecipazione a tale tema degli autori: Giovanna Di Vincenzo, coordinatrice di tale progetto ed esperta di lingua e cultura cinese, Fabio Marcelli, scrittore e Dirigente dell’Isgi- CNR e dell’Associazione dei giuristi democratici, e Maria Francesca Staiano, Dottore di ricerca in Ordine internazionale e diritti umani presso La Sapienza, attualmente professore di Diritto cinese presso la Universidad  Nacional de La Plata in Argentina.

Sebbene diversi tra di loro, anzi probabilmente proprio perché diversi per carattere e formazione culturale e professionale, essi sono riusciti a dare un’immagine viva e palpitante del “Regno di Mezzo”   trasformando quella che doveva essere semplicemente un’indagine, per quanto seria ed approfondita,  in un libro coinvolgente in cui, al di là della descrizione statistica o della volontà di offrire un mezzo, un aiuto a quanti  già vivono questa avventura o sono disposti a tentarla,   emerge l’aspetto umano, la forza, la caparbietà dei tanti che, per spirito di iniziativa, per voglia di avventura, per amore verso la cultura e la civiltà cinese, si sono confrontati, e continuano a farlo, con un universo completamente diverso da quello occidentale, coinvolto in un processo rapido quanto efficace di crescita economica e sociale ma preda di grossi problemi di tipo ambientalista e, in qualche caso, ripreso dall’atavica diffidenza o ostilità verso gli stranieri.

Diviso in tre parti, precedute da un momento introduttivo e seguite da un’interessante bibliografia e sitografia oltre che da un significativo corredo fotografico,  il libro dedica qualche pagina anche alla storia millenaria di rapporti più o meno stretti tra la Cina e l’Italia, a partire dal celeberrimo resoconto di Marco Polo, probabilmente una delle più affascinanti e stupefacenti relazioni di viaggi,  passando per le imprese missionarie dei tanti religiosi tra cui, più noto di tutti il gesuita maceratese Matteo Ricci, fino all’arrivo di ufficiali di marina, funzionari, diplomatici che affiancarono i mercanti ed i missionari rendendo un po’ più numerosa la presenza degli  italiani in Cina.  Questi, sebbene tra i primi ad arrivare nel paese del Dragone, rappresentavano, infatti, una delle comunità più sparute che, soltanto a partire dagli anni ottanta, fatta salva la crisi degli anni novanta,  ha acquisito una diversa consistenza, dapprima soprattutto per l’arrivo di expat,  poi di giovani studenti e/o stagisti e lavoratori,  segno di un’aumentata interazione Oriente-Occidente.

Questo fenomeno  è, naturalmente,  frutto di una diversa situazione economica  sia in Italia che in Cina. E’, infatti,  evidente che tale cambiamento di rotta, a cui certo non è estranea la crisi economica e sociale che attanaglia il nostro paese, nasce anche da premesse interne alla Cina stessa che, negli ultimi anni, ha avuto uno sviluppo accelerato bruciando le tappe e generando una situazione magmatica ed in continua evoluzione. Così, dopo essere stato per secoli terra di emigrazione, il “Regno di Mezzo”  si è trasformato in paese di arrivo di correnti migratorie da quasi tutto il mondo con un interessante fenomeno di  ritorno della seconda generazione di emigrati, giovani cinesi nati all’estero ed ormai cittadini del paese in cui hanno vissuto, studiato e di cui conoscono lingua, usi, costumi e tradizioni, che sempre più spesso ritornano per periodi più o meno lunghi, in qualche caso in via definitiva, nel paese di origine della loro famiglia.

E proprio per poter fotografare l’entità e le caratteristiche del flusso migratorio sempre più consistente  dal Bel Paese verso la Cina,  ormai non limitato alle classiche A4 (arredamento, auto sportive, abbigliamento, agro-alimentare) ma volto anche verso settori come l’architettura sostenibile, la sicurezza alimentare, la cultura, lo stile italiano, l’etica e la giustizia sociale, l’indagine da cui è scaturito questo volume ha scelto di analizzare, nel corso di un intero anno di ricerca, un ampio ventaglio di soggetti nelle città di Pechino, Canton e Shanghai  dove sono sia le sedi consolari italiani che il maggior numero di nostri connazionali.

Utilizzando sia fonti accademiche e giornalistiche che le informazioni emerse dalle interviste realizzate ed i risultati dell’indagine on-line, il libro propone, dunque, tre diversi momenti della ricerca, tutti comunque legati dal comune intento di non limitarsi ad inquadrare il contesto di riferimento, ma attenti al fattore umano, sempre così importante nell’esperienza migratoria, e le diverse relazioni intercorrenti tra le persone con la loro individualità e il variegato mondo circostante. Così, ad un primo approccio di tipo sociologico-legislativo, che ha analizzato soprattutto l’evoluzione delle leggi che regolamentano   le entrate ed uscite di stranieri dalla Cina, segue una seconda parte, particolarmente viva, che muovendo dai dati AIRE,  presenta ed analizza pensieri, considerazioni, emozioni, suggestioni  dei migranti  che disegnano un quadro estremamente vario in cui entrano in gioco i fattori più disparati: dalla decisione nata dalla passione per la civiltà cinese e sfociata in una sfida con se stesso sulla capacità di integrarsi in una realtà diversa dall’immagine oleografica ancora tanto diffusa in Europa, alla decisione di utilizzare la vivacità e velocità di questa società in rapidissima evoluzione per costruirsi una carriera economicamente e socialmente solida, alla volontà di sperimentare percorsi di aiuto alle persone in difficoltà nonostante l’ostruzionismo delle Istituzioni del posto, fino alla soddisfazione di  aver importato nel lontano oriente una piccola ma apprezzata fetta della creatività e del gusto italiano.

Un rapido sguardo al funzionamento dei servizi istituzionali offerti dall’Italia ai suoi connazionali presenti in questo immenso paese e uno spaccato della vita quotidianamente vissuta da quanti si trovano ad affrontare importanti differenze linguistiche, culturali, valoriali completano questa seconda parte del libro e ci introducono alla terza che, partendo da un sondaggio on line, analizza le risposte di 258 italiani che risiedono attualmente nel paese del Dragone o vi abbiano risieduto per almeno 6 mesi continuativamente negli ultimi 10 anni. Da tale rilevamento emerge un quadro decisamente preciso e particolareggiato di  tale fenomeno migratorio e da cui si desume che  tutti gli intervistati riconoscono la Cina come un paese in grado di valorizzare le capacità professionali e di offrire un rapido avanzamento di carriera legato a motivazioni meritocratiche.  Infatti sebbene il 14 % preveda un soggiorno di non più di 1 anno oltre il 70% degli intervistati prevede una permanenza a medio/lungo  termine con un 5% che opta per un trasferimento definitivo. In realtà, secondo tale indagine, a spingere la maggioranza a non stabilirsi in pianta stabile in un paese con tante opportunità sono, soprattutto, la scarsa qualità ambientale ed alimentare e le difficoltà burocratiche, sebbene negli ultimi anni sia stato registrato anche un aumentato atteggiamento discriminatorio verso gli stranieri ed una riduzione alquanto significativa di opportunità di business, causata dall’aumento dei salari e dalla maggiore concorrenza di società cinesi. L’immagine ultima, che si ha alla fine della lettura, è che   il libro sia nato, soprattutto, dall’amore verso questo grande e misterioso paese, verso un mito che, pur rivelandosi diverso da quello presente nell’immaginario collettivo dell’occidente, continua a stupire e ad attrarre e, nonostante i problemi e le difficoltà, riesce a richiamare un numero sempre maggiore di persone, soprattutto giovani, che ritengono  comunque positiva l’esperienza di un soggiorno più o meno prolungato in quello che, sempre più, si configura come autentico “Regno di Mezzo”, ossia una realtà centrale nell’economia e nella cultura mondiale da cui non si può e non si deve prescindere.