Italia – Europa un progetto di insieme che proprio non funziona

 Giuseppe Lembo

In Italia ed in Europa, cresce sempre più diffusamente, la sfiducia nelle istituzioni; le burocrazie, in modo sempre più asfissiante, hanno il dominio da piovre dai tentacoli che stritolano tutto e tutti. In questo clima ferocemente disumano aumentano le disuguaglianze. Nella società italiana in forte crisi, cresce la solitudine; ciascuno vive rifiutando gli altri, con assoluta indifferenza per il dialogo ed il confronto e con un virtuale mondo degli invisibili del web che va cancellando sempre più il mondo reale del vivere terreno; un  mondo concretamente fatto di insieme e di interazioni umane. Come ha gridato al mondo Papa Francesco nel suo discorso al parlamento Europeo di Strasburgo, siamo ormai ad una profonda crisi dell’Io individuo. Oltre al malessere sociale diffuso, c’è anche un profondo malessere naturale, con lo sfruttamento delle risorse a tal punto sbagliato da essere la causa fortemente scatenante di rovinosi disastri, con il caro prezzo anche di vite umane. Ha assolutamente ragione il Papa Francesco a ricordare all’Europa tutta, l’importanza della relazionalità dei popoli, alternativa al passato di una sovranità dal tempo ormai scaduto. La libertà di cui necessita l’Europa ed i suoi popoli, ammonisce con forza il Papa non deve assolutamente incamminarsi per la strada sbagliata e tutta in salita dell’individualismo radicalizzato, così come diffusamente presente nell’Europa di oggi; bisogna evitarlo, perché inopportuno. Oltre a dire di no all’individualismo radicalizzato bisogna, ha annunciato il Papa Francesco, assolutamente dire di no a quel particolare individualismo radicalizzato che, forte del proprio fanatismo, per se stessi non riesce a trovare punti di incontro con gli altri per una convivenza delle diversità necessariamente pacifica e solidale. Non è assolutamente possibile convivere in allegria, facendo finta di niente, tutte le volte che la “padrona” d’Europa Angela Merkel impone i compiti a casa e bacchetta gli altri dell’Unione, considerati scolaretti a volte discoli che devono allinearsi sempre e comunque, per cui è del tutto inopportuna la levata di scudi per manifestarsi adulti e responsabili nelle proprie scelte, anche se non condivise dalla Germania, l’unica concretamente a comandare in Europa. È possibile che chi governa il nostro Paese e l’Europa, non riesca ad ascoltare il grido di dolore di generazioni tradite che, nonostante le professioni, si ritrovano dei “senza lavoro”, dei “senza futuro”, costrette, valigia in mano, ad andare a creare lavoro altrove, percorrendo in lungo ed in largo, le diverse realtà del mondo, non sempre “amiche”, non sempre disponibili a quei comportamenti solidali di un’umanità globale che deve ancora imparare ad agire per il bene d’insieme di un’umanità a parole virtualmente universale, ma nei fatti ancora, come in Europa la Germania, pensa solo a se stessa. Il rapporto CENSIS 2014 fotografando la difficile realtà italiana una realtà, così com’è, dal futuro sempre più negato, ci dice che ben otto, tendenzialmente dieci, milioni di italiani non lavorano; ci dice, altresì, a chiare lettere, che le imprese non investono (quelle italiane chiudono e delocalizzano; quelle straniere non si fidano più del sistema Italia); ci dice ancora e tra l’altro, che in Italia c’è, nel 60% della popolazione, il terrore della povertà, diretta conseguenza di una disoccupazione drammaticamente presente nel Paese, verso la cui soluzione non c’è la mano tesa dell’Europa solidale e di un fare italiano capace di trovare la via giusta per ridare al Paese la fiducia necessaria, soprattutto ai giovani umiliati, traditi e senza futuro. Altro grave problema l’illegalità diffusa; grave ed immorale intreccio tra politica e malavita; un intreccio, così come evidenziato dai fatti di Roma, trasversale alle forze politiche di destra e di sinistra.  C’è solo e sempre più antigufismo renziano, ostinatamente impegnato a mettere il silenziatore a chi parla del declino dell’Italia, un declino non inventato, ma che purtroppo c’è e che rende tristi ed allarmati gli italiani, che ormai non credono più alla politica, non credono più all’Europa senz’anima e cominciano a non credere neppure a Matteo Renzi che, con le sole belle parole, non convince Bruxelles, la Merkel e tanto meno l’agenzia di rating Standard & Poor’s, dando, tra l’altro, un segnale forte di sole parole del cambiamento promesso, a milioni di italiani che, benché creduloni e sprovveduti, cominciano a non credere più alle sole favole, esprimendo con forza il loro dissenso con il non voto dei due terzi degli elettori aventi diritto, così come nella recente tornata elettorale delle regionali in Emilia-Romagna ed in Calabria.