Eboli: Rosania, la casa del P…..asticcio

L’avevamo detto  in tempi non sospetti, che l’intera  vicenda della costruzione della “Casa del Pellegrino”, da realizzare nelle vicinanze del santuario di San Cosimo e Damiano, si presentava come un “GRAN PASTICCIO” ammantato  di confusione e scarsa trasparenza. Un “pasticcio” aggravato dalla scarsa chiarezza che ha accompagnato la vicenda fin dall’inizio, fin dal reperimento dei finanziamenti: non è stato mai chiarito chi li abbia ottenuti. La confusione è aggravata dal comportamento  omertoso e arrogante tenuto dalla vecchia Amministrazione Comunale:  non è stato mai chiarito quale sarebbe stata  la forma di gestione della struttura una volta realizzata. In Consiglio comunale, allorquando la questione fu posta, la maggioranza si rifiutò di discuterne. La poca trasparenza regna sovrana quando, leggendo i documenti, ci si accorge che la denominazione ” Casa del pellegrino” non compare mai nella Pratica di finanziamento, e che quest’ultimo  viene concesso per realizzare un  ” Centro Polifunzionale”! Nessuno ha mai voluto chiarire cosa fosse e cosa dovesse contenere questo ” Centro Polifunzionale”! Non è stato mai chiarito perchè si era deciso che questo ” Centro”  ( o qualunque cosa esso  sia) fosse costruito nell’area della vecchia “tendostruttura” del dopo terremoto,  adottando  una variante al P.R.G., e non potesse essere realizzato in strutture già esistenti.  Poteva ad esempio essere utilizzato il palazzo Paladino-Varriale-La Francesca, che sorge a100 metri dal Santuario e che è di proprietà del Comune di Eboli. Questo palazzo  sta letteralmente cadendo a pezzi e, perciò, si poteva cogliere l’occasione, utilizzando quei fondi, per realizzare un momento  di “ospitalità religiosa ” e al tempo stesso recuperare una struttura di immenso valore storico ed architettonico! Non è stato mai chiarito come e se si potesse indire ed espletare  una gara d’appalto senza avere, nel frattempo, provveduto a dare “efficacia” alla variante allo strumento urbanistico, come richiede la normativa. Si è voluto sottovalutare, e quasi occultare, il fatto che  la Sovrintendenza non avesse espresso il prescritto  parere positivo su quell’opera  e che i lavori sono partiti solo sotto  “l’ombrello protettivo”  di  una sentenza del TAR che ha  riconosciuto la sospensiva dell’efficacia del parere “non positivo” della Sovrintendenza. Cosa accadrebbe se il Giudice di secondo grado desse torto al Comune di Eboli?  In questa confusione procedurale ha ” brillato” per ambiguità il Consiglio Comunale (quello  appena sciolto), con la sola eccezione della Sinistra Radicale che ha sempre espresso coerentemente la propria non condivisione dell’opera. Tale Consiglio  si è continuamente contraddetto: al suo interno alcuni avevano votato a favore dell’ opera, per poi sostenere senza vergogna, dinanzi alle Associazioni che protestavano, di avere votato a favore ma di avere, nell’intervento ,espresso il proprio dissenso ( poi leggi l’intervento e ti accorgi che si è  cercato  addirittura di rivendicare la paternità della costruzione del ” Centro”); altri prima hanno posto la questione della ” gestione” e  poi l’hanno  ritirata  per evitare che l’intero giocattolo potesse rompersi.  Che vergogna! Ma i lavori dovevano avere inizio in fretta, pena la perdita dei  finanziamenti,  e, guarda caso, ci si dimentica di darne comunicazione alla Sovrintendenza, così come la stessa aveva  prescritto con una nota del 31/12/2010 indirizzata al Comune di Eboli. Ed ora, inevitabilmente, insorgono i primi problemi: lo scavo ha portato alla luce tratti di una antica cinta muraria.La Sovrintendenza, chiamata d’urgenza, ha immediatamente imposto la sospensione dei lavori per verificare la valenza di quanto riportato alla luce. Ma del resto in quella zona ( siamo a10 metridalle mura del castello Colonna) cosa ci si aspettava  di trovare procedendo agli sbancamenti? Bastava guardare la mappa  della Eboli antica, quella  del Pacichelli del 1703, per osservare  che in quella zona il Castello è circondato da una cinta muraria . Era da aspettarsi che qualche testimonianza di quelle mura fosse ancora presente sotto la stratificazione del terreno. Ma la cosa che desta preoccupazione, e che se rispondesse  al vero sarebbe di una gravità unica, è la voce di un tentativo di “occultamento” del ritrovamento. E’ vero che la rete elettrosaldata era già stata posizionata ed era prossima una colata di cemento che avrebbe, per sempre, coperto quei reperti antichi?Nessuno può far finta di niente: se la cosa fosse vera sarebbe una vera offesa alla storia della nostra Città ed un’ ulteriore dimostrazione del disprezzo che, troppo spesso, si riserva alla storia di una comunità sacrificata dinanzi alle esigenze del ” cemento moderno”! Chiediamo alla Sovrintendenza di approfondire lo studio di quanto emerso. Chiediamo anche alla Commissaria che gestisce il Comune di Eboli di procedere ad accertare se c’è stato davvero il tentativo di occultamento e di darne conto alla intera cittadinanza. Noi continueremo in quel lavoro, che da sempre svolgiamo, di controllo e di vigilanza del nostro territorio aggredito quotidianamente  da abusivismo, ignoranza e noncuranza; territorio  che stanno  deturpando, nel disinteresse di tanti e, spesso  ( troppo spesso!), anche delle Istituzioni.

Sinistra Unita                       Rifondazione Comunista