O Tempora! O mores! Il sistema Italia

“Una Nazione arcobaleno in pace con se stessa e con il mondo” -Nelson Mandela-

Giuseppe Lembo

Siamo in affanno; siamo, purtroppo, in grave affanno. Non basta, più oltre, sbattere la testa pensando che riformando e solo riformando, il Paese esca miracolosamente dalla crisi; tanto, assolutamente non basta. Occorre, oltre alle riforme strutturali, pensare ad attivare virtuosamente i meccanismi produttivi del Paese, uscendo al più presto da una stagnazione che, continuando di questo passo, porta l’Italia inevitabilmente al disastro finale; porta ad una condizione di crisi senza ritorno; per non morire, è necessario uscirne, riprendendo quel cammino di cambiamento e di sviluppo da cui dipende non solo il nostro presente, ma soprattutto il futuro delle nuove generazioni. Ancora il futuro è possibile, se si riesce ad uscire dal guado, innovando il Paese, attivando i giovani, rendendo il territorio e le città più efficienti, dando spazio alle eccellenze oggi mortificate e sempre più abbandonate a se stesse ed a tutti gli innovatori che sono gli intelligenti precursori del cambiamento e quindi ambasciatori di futuro, in un nuovo antropologicamente attivo, così come si conviene ad un Paese che sa e vuole costruirsi attivamente il proprio futuro. Per tutto questo occorrono serie e credibili politiche di sviluppo; per tutto questo, occorre riprendere quel cammino di unità italiana da tempo interrotto e con spirito di solidale impegno, ricercare gli spazi possibili, per far nascere, come si deve e come si conviene, l’Italia del domani, dando un futuro possibile all’Italia futura. Si tratta di un progetto d’insieme italiano che deve trovare quelle intese comuni assolutamente necessarie al mondo della politica, dell’economia e della società. Per fare questo, occorre un nuovo e forte impegno italiano; occorre una grande solidarietà territoriale ed un forte spirito creativo appellandosi ed affidandosi ad un comportamento antropico capace di fare della cultura la forza del cambiamento e dello sviluppo possibile. È questa e solo questa la via maestra per salvare l’Italia e la sua gente, uscendo così com’è urgentemente necessario, da una condizione di sofferenza diffusa, purtroppo dovuta ai tanti ometti ed alle donnicciole con l’ombelico di fuori che rappresentano con il loro fare mediocre, un’umanità limitata e poco credibile nel nuovo di cui ha tanto bisogno la società italiana, fortemente ammalata di uomo che sa e bene rendere triste la vita italiana e sa altrettanto rendere sempre più sofferente il circostante mondo naturale, un mondo che è contaminato e non poco e che va intelligentemente rigenerato per vincere la grande sfida del futuro, dove è assolutamente necessario l’equilibrio armonico uomo-uomo ed uomo-natura.

In mancanza dell’uno e dell’altro si vanno a formare scenari apocalittici che rendono assolutamente difficile se non impossibile la presenza dell’uomo sulla Terra; una presenza che, come ci insegna la storia, ha sempre avuto alla base l’equilibrio e l’armonia di un solidale insieme umano, oggi stupidamente cancellato per colpa di un illimitato protagonismo dell’onnipotenza con alla base la profonda solitudine di un mondo che vive sempre più solo con se stesso e che crede semplicemente in un se stesso dove identifica il tutto del mondo, senza quei criteri condivisi mancando i quali non ci può essere quella giusta società di cui hanno assolutamente bisogno tutti gli uomini della Terra.

L’uomo del nostro tempo preso dal protagonismo dell’onnipotenza non sta per niente bene con se stesso; non sa cercare se stesso, né in se stesso, né nella memoria del suo essere uomo.

Manca, nel tempo in cui viviamo, quel giusto processo di identificazione umana e per i luoghi sempre più svuotati di identità ad un punto tale da somigliarsi maledettamente l’uno con l’altro, essendo stati spogliati di quel legame magico che fa ritrovare ciascuno nella propria età di vita giovanile e/o adolescenziale, con tutto il suo carico di struggenti nostalgie.

Tutte queste sono le tanti negatività che compongono un sistema Italia che proprio non promette niente di buono al futuro di questo nostro maltrattato Paese dove succede di tutto e di più, non ultima l’anomalia di un Premier che non siede in nessuna delle due Camere, perché non eletto mai nel ruolo democraticamente naturale di parlamentare della Repubblica italiana.

A questa anomalia, cammin facendo, ne sono seguite altre, compresa quella di un vero e proprio trasferimento del potere legislativo all’esecutivo, esautorando da questo ruolo costituzionalmente definito, il parlamentare, un’anima ormai morta che, per solo vincolo di mandato, è costretto a fare da toculacapo, su tutto quello che viene deciso da un esecutivo padre-padrone, con un bel po’ di ometti e donnine con l’ombelico di fuori, protagonisti decisori dell’ultima ora delle tante e complesse situazioni italiane per le quali si gira sempre più a vuoto senza trovare la decisione giusta, assolutamente necessaria per evitare il disastro Italia, purtroppo sempre più vicino, con grave danno soprattutto per il futuro di quelli che verranno, per i quali è difficile, è assolutamente difficile se non del tutto impossibile che possano avere una vita normale.

Con tanta sofferenza nel cuore devo purtroppo dire che siamo al minuetto Italia; un minuetto, i cui confini italiani si sono allargati anche in Europa che, attraverso le decisioni della Commissione dei tecnocrati e della BCE, ci ha tolto la nostra autonomia e la nostra sovranità, riducendoci a scolaretti ubbidienti a fare i compiti  a casa, così come vuole soprattutto la Germania e quei poteri forti che agiscono solo per sé fottendosene del bene della gente d’Europa, sempre meno convinta di appartenere ad un insieme europeo con protagonista l’Europa dei popoli, oggi ammalata e senz’anima, purtroppo, per effetto del disumano sopravvento dell’Europa dei banchieri.

C’è, nel nostro malcapitato Paese, una condizione di malessere infinito; ci sono tanti sprechi che trovano la loro ragione d’essere in una burocrazia ed in un potere assorbente di tecnocrati e boiardi di Stato che insieme al mondo politico rappresentano quel grave male oscuro d’Italia, da cui dover necessariamente ed al più presto, guarire; tanto, per evitare il declino dell’Italia che, per tanti malcapitati cittadini, è diventata un vero e proprio “inferno terreno”, dove non è solo difficile vivere, ma anche semplicemente sopravvivere.

Il sistema Italia è, purtroppo, in grave crisi; non ha più le certezze necessarie.

Abbiamo un Premier che inonda il Belpaese di tante, tante belle parole.

Parole! Parole! parole! C’è da pensare al raggiungimento dell’obiettivo miracoloso di nuovi orizzonti per una società nuova che, chiede con forza, nuove relazioni umane e sociali, una profondamente nuova governance e nuovi progetti per uno sviluppo sostenibile, il cui percorso è fatto di quelle conoscenze e quei valori che purtroppo non ci appartengono, ma che sono assolutamente necessari per cambiare il nostro Paese, facendo credere alla sua gente che è assolutamente possibile un futuro nuovo; un nuovo futuro italiano che, nonostante tutto, è ancora possibile.

Il sistema Italia, così com’è, ormai non regge più; è un sistema che non funziona perché non funziona il suo insieme, a partire dalle istituzioni sempre più indifferenti ai problemi della gente, tra l’altro, sempre meno solidale e dal filo che scorre lungo l’età sempre più rovinosamente spezzato.

Per attrezzarsi al futuro, occorre riferirsi alla lezione dei padri; alla saggezza dei veri padri della Patria, assolutamente alternativa a quanti oggi con un fare sempre più claunesco, vendono solo illusioni e non hanno assolutamente la capacità e tanto meno la volontà, di cambiare mettendo insieme i tanti cocci di un Paese ormai privo di autostima e di fiducia per un sistema Italia, ridotto all’osso, mancando di passioni e di idee ormai cancellate da un crescente e diffuso idiotismo umano.

 

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