Salerno: Celano su parere favorevole Crescent

Miccio avrebbe espresso parere favorevole per il Crescent ma con prescrizioni che modificano strutturalmente il manufatto. Appare evidente lo sforzo della Soprintendenza di “salvare” quanto già realizzato e la parte privata ancora da edificare, evitando la realizzazione delle parti pubbliche del fabbricato ancora da costruire, che, tra l’altro, appaiono le meno impattanti sotto l’aspetto paesaggistico. Non si comprende, inoltre, come possa essere ammissibile, atteso che si “troncherebbe” solo la parte pubblica del mega edificio, un PUA di iniziativa pubblica, privo delle opere pubbliche previste (le torri ed il trapezio). L’Amministrazione avrebbe impegnato, dunque, milioni di euro di soldi pubblici per urbanizzare l’area ad esclusivo vantaggio di un edificio privato. Tutto cio’ imporrebbe, in ogni caso, l’approvazione di un nuovo PUA in Consiglio Comunale. Il Sindaco abusivo, che oggi manifesta soddisfazione, e’ lo stesso che fino ad ieri asseriva che non sarebbe stato disposto a rinunciare a nessuna parte dell’opera. Oggi e’, invece, a tutti evidente che il Crescent non sarà realizzato nella forma e nelle dimensioni fortemente “desiderate” da De Luca, quantunque il progetto sia stato già pagato, e che, se è’ stato necessario un parere in sanatoria che ha modificato le caratteristiche architettoniche e le volumetrie di un fabbricato già in gran parte realizzato, appare chiaro a tutti che l’iter seguito dall’Amministrazione e’ stato a dir poco approssimativo. È’ chiaro anche che neppure la sorta di compromesso escogitata da Miccio salvaguarda la città ed i Salernitani, che saranno costretti a tollerare la presenza di un “mostro” di cemento adibito ad abitazioni civili nella zona più interessante per lo sviluppo produttivo della città. Sarà anche curioso comprendere come l’esecuzione del nuovo iter avviato dal Soprintendente e finalizzato al rilascio di una nuova autorizzazione paesaggistica, possa conciliarsi col procedimento penale in corso che proprio sull’aspetto paesaggistico ha ipotizzato gravi criticità a carico di funzionari e di precedenti Soprintendenti, con sequestro dell’intero comparto. La realizzazione di un acquario in progetto di finanza da noi prospettata, con criteri architettonici poco impattanti, avrebbe certamente “rispettato” l’ambiente e dato finalmente una identità turistica definita alla città, con ricadute certe (e non solo propagandate) sotto l’aspetto occupazionale. Di tale scempio c’è un solo responsabile, che in barba a tutto, continua a sedere imperterrito sullo scranno più alto di palazzo di Città.