Stipendi d’oro? Governo docet!

di Rita Occidente Lupo

Ancora a parlare di stipendi d’oro, si rizzano i capelli. Eppure, la decisione parlamentare, di introdurre un tetto agli stipendi dei dipendenti, 240.000€ annui, pare a molti una presa in giro. Perché troppi continueranno a superare abbondantemente la cifra da capogiro. E così, professionisti doc, si vedranno retro pagati, rispetto anche a commessi ed uscieri delle camere governative. Per non parlare dei famosi privilegi di casta, che i colletti bianchi annoverano. E che al di là del dettato della Boldrini, l’M5S continua ad additare. Infatti, dipendenti parlamentari profumatamente retribuiti, al di là di titoli di studio e curriculum, creano sdegno in chi ancora crede alle chiacchiere meritocratiche. Usate ad hoc per motivi elettorali o per affabulare quanti cercano di guadagnare il largo, nel marasma occupazionale. Soprattutto la parola tagli, buccia di banana sulla quale scivolano in troppi, senza che i bernoccoli del caso, possano rimettere in sesto la bilancia erariale, a vantaggio dei roventi bisogni sociali.

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