Voglia di salvare il Paese?

La «bordata» all’indirizzo di Mario Draghi è partita da una figura di spicco dell’establishment tedesco, il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble: «Non sono particolarmente contento dell’acquisto dei titoli cartolarizzati da parte della Bce». 

  La Banca Centrale Europea (BCE) si adopera per immettere liquidità nel circuito produttivo degli Stati europei, tramite le maggiori banche, in una fase di stallo dell’economia. Nulla da eccepire in linea di principio, salvo quanto emerge dalla lettura dell’articolo de Il Sole 24 Ore. 

Intanto, le agenzie di rating preparano il terreno per aggredire la preda Italia e cioè la massa di titoli di Stato italiani in circolazione, 2.168 miliardi di euro che, riversati sul mercato, provocherebbero un forte calo di quotazioni ed una impennata dei tassi d’interesse a copertura del rischio Paese. 

Come sovente evidenziato, punto di forza dell’Italia è il limitato debito privato, 126% del PIL, rispetto ad una ricchezza privata di 8.000 miliardi di euro. 

Propongo per l’Italia di traslare una quota di debito pubblico verso quello privato con un “contributo patrimoniale” del 5%, escluso il valore della 1° casa. Con il ricavato di 350 miliardi (7.000 x 5%) il debito pubblico scenderebbe oggi a 1.800 miliardi, pari al 115% dall’attuale 135%, con risparmio di interessi per svariati miliardi. 

A questo punto entra in azione programmata la BCE con acquisto di titoli di Stato italiani per ammontare pari a quello incamerato col contributo patrimoniale. La medesima azione della BCE va prevista ed applicata anche agli altri Stati dell’Unione Europea interessati da analoga operazione straordinaria. Le banche nazionali, su esplicita previsione governativa, dovranno svolgere parte attiva nell’operazione, anticipando i soldi ai possidenti senza liquidità, con prestiti a 10/20 anni a tasso minimo. Gli italiani sono già vessati fiscalmente! Condivido, ma chiedo: vogliamo salvarlo questo Paese? Val la pena impegnare il 5% del patrimonio personale al fine di salvaguardare il restante 95%? D’altro canto stiamo già subendo in silenzio la perdita di valore dei nostri terreni e fabbricati nell’ordine del 10-20%. Si ribadisce la necessità di contemporanea accelerazione della revisione della spesa (spending review), dell’impostazione di una politica industriale credibile e della modifica di legislazione per l’effettiva sburocratizzazione del Paese. E’ il momento di dare segnali forti e convincenti ai mercati i quali, al di là del momentaneo, soporifero ribasso dei tassi d’interesse, si sveglieranno di colpo senza darci il tempo di reagire. Quanto accaduto con gli “spread” nell’estate del 2011 è un’avvisaglia ed un segnale da temere e non trascurare. 
Da Il Sole 24 Ore, a margine dell’articolo: “Il piano Draghi non piace a Berlino: siamo contrari all’acquisto di titoli Abs.”
Sàntolo Cannavale

Articolo de Il Sole 24 Ore: “Il piano Draghi non piace a Berlino: siamo contrari all’acquisto di titoli Abs.”
Il Governo tedesco è contrario al piano di acquisto di titoli cartolarizzati proposto dalla Bce. La «bordata» all’indirizzo di Mario Draghi è partita da una figura di spicco dell’establishment tedesco, il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble: «Non sono particolarmente contento dell’acquisto dei titoli cartolarizzati da parte della Bce», ha detto Schaeuble durante un intervento al Bundestag, perché potrebbe generare conflitti di interessi tra le attività della istituzione, che da novembre assumerà anche il ruolo di autorità di vigilanza centrale sulle banche europee. Secondo Schaeuble bisogna agire «con prudenza» anche «per evitare conflitti di interesse o parvenze di conflitti di interesse» tra politica monetaria e vigilanza, che devono essere «rigorosamente separate»all’interno della Bce. 

Giovedì il nuovo piano Abs
La presa di posizione, la prima di una figura di primo piano vicina ad Angela Merkel, arriva a pochi giorni dall’attesa conferenza stampa di Draghi, che giovedì prossimo al termine della riunione del board a Napoli annuncerà i dettagli del piano di acquisti di Abs. L’ipotesi è di acquistare già da ottobre titoli cartolarizzati emessi da veicoli finanziari delle banche garantiti da mutui o da prestiti alle imprese. L’obiettivo è di liberare in questo modo i bilanci bancari per rilanciare il credito con una cifra stimata in 350 miliardi di nuovi acquisti. In tutto, tra prestiti quadriennali a tasso quasi zero (le Tltro appena partite in sordina con la prima asta da 82 miliardi) e acquisti di Abs, la Bce conta di aumentare il suo bilancio da 2mila a 3mila miliardi di euro. 
Una missione non facile senza un massiccio piano di acquisti di titoli di Stato sul mercato. 
Il bersaglio è il «Quantitative easing (Qe)»
Il vero bersaglio di Schaeuble in realtà potrebbe essere proprio il quantitative easing, che la Bce potrebbe lanciare nei prossimi mesi se la minaccia di deflazione dovesse materializzarsi. Sia il presidente della Bundesbank Jens Weidmann che il governo tedesco non hanno mai nascosto di essere contrati a un progetto chea loro avviso configura un finanziamento dei bilanci nazionali e dunque vìola il mandato della Bce. 
Draghi invece non ha mai escluso la possibilità del ricorso al «Qe» se la situazione lo dovesse richiedere. All’ultima riunione del board, quando la Bce ha tagliato il costo del denaro allo 0,05% e preannunciato il piano di acquisto di Abs, Weidmann ha votato contro. 

Redazione Il Sole 24 Ore