RC, Sinistra Unita: Piana del Sele, area di crisi

 Le notizie di stampa di questi giorni sullo stato di salute dell’economia della Piana del Sele purtroppo non lasciano spazio ad illusioni: siamo un’area di crisi e la Regione Campania, che l’anno scorso ha riconosciuto come area di crisi l’agro nocerino, dovrebbe accorgersene con urgenza, per consentire l’accesso a specifici finanziamenti. I dati della crisi del polo industriale di Battipaglia, per anni uno dei principali motori industriali della provincia di Salerno sono devastanti: a rischio chiusura  l’ALCATE, la BTP, la PAIF, la TERMOPAIF, con l’aggiunta della SIMER. Sono circa 250 i posti di lavoro che si corre il rischio di perdere entro la fine dell’anno, con una ricaduta spaventosa sull’indotto, e che si aggiungono ai 300 persi nello scorso anno. E non e’ un problema solo di Battipaglia (a parte che sono tanti anche gli ebolitani che lavorano in queste fabbriche) ma e’  di tutta la Pianadel Sele che diventa più povera con questo processo di desertificazione industriale in atto. La cosa drammatica e’ questo processo di impoverimento del tessuto produttivo della Piana avviene, troppo spesso, nel silenzio assordante delle comunità locali, delle istituzioni e della politica locale tutta presa dalle proprie beghe interne. Mancano idee, mancano progetti per cui un imprenditore debba investire nella nostra area, mancano tavoli di concertazione. Ci stiamo lasciando alle spalle una delle stagioni turistiche più negative per le nostre aree…Sicuramente gioca la generale crisi del turismo meridionale su cui tanto si e’ discusso in questi mesi, senza che poi nulla di concreto si ponesse in essere visto che la “questione meridionale” e’ scomparsa ,da anni, dalla agenda di governo e dal dibattito politico. Sicuramente molto ha influito un clima impazzito, ma altrettanto sicuramente molto e’ dipeso dai ritardi antichi delle istituzioni e della politica locale sui temi dello sviluppo turistico nella Piana. Anche quest’ anno le amministrazioni locali hanno brillato, a partire da quella ebolitana a guida Melchionda, per la loro assenza sulla fascia costiera : niente servizi, niente manutenzione, uno stato di abbandono generalizzato. A questo quadro di desolazione  si sono aggiunte le croniche deficienze della provincia di Salerno: strade sempre malridotte e pericolose, pineta abbandonata, ripascimento delle spiagge affidato ad un progetto imbarazzante contestato, a ragione, dalle associazioni ambientaliste, che corre il rischio di essere l’ennesimo spreco di denaro pubblico capace di creare più danni che altro. Ci potremmo chiedere che fine hanno fatto i progetti turistici sulla fascia costiera, finanziati dai fondi europei, di cui Eboli era capofila, che durante la campagna elettorale del 2010 Melchionda presentava come cosa, ormai, fatta. Sono passati 5 anni e non si e’ mosso assolutamente nulla. La stessa agricoltura che e’ il solo settore che ha retto alla crisi devastante di questi anni, e che rappresenta per la nostra area una opportunità enorme viste le sue punte di qualità a partire dai prodotti legati alla zootecnia, o all’ortofrutta o alla stessa florovivaistica, eccellenze che resistono, crescono e sempre più sono apprezzate, trovano il disinteresse delle istituzioni locali. Ma che fine hanno fatto i progetti europei sull’agricoltura che per anni ci sono stati spacciati come acquisiti e pronti? A questo si e’ aggiunto in questi anni il venir  meno dei servizi legati allo stato sociale, a partire da quelli assicurati dal Piano di zona, sempre più impoveriti causa le scelte di politica finanziaria della Regione, ma anche la sostanziale povertà di idee delle autonomie locali. Infine la crisi legata alla Sanita’ della Piana del Sele, dove le scelte imbarazzanti sulla ospedalità della Piana che la Regione Campania ed il “grande liquidatore” che guida l’ASL salernitana stanno mettendo in atto in questi mesi perseguendo un preciso disegno politico ( che stiamo denunciando da anni) che prevede la progressiva marginalizzazione della Sanità nel nostro territorio,  sacrificato alla difesa della risposta sanitaria dell’asse “Agro-nocerino, Salerno città , Vallo della Lucania” . Vicenda questa su cui si misura, purtroppo, anche la crisi di autorevolezza dei nostri politici e la incapacità delle Istituzioni locali di “leggere” scelte che vengono da lontano e  sono state colpevolmente sottovalutate. Questo il quadro devastante della situazione della nostra Piana , che si e’ andato delineando in questi ultimi anni nell’ignavia generale di chi  istituzionalmente aveva il compito di tutelare gli interessi dei cittadini. Dobbiamo riaccendere i fari dell’attenzione della politica regionale e nazionale su un’ area che conta ben 200.000 abitanti e ha la potenzialità di rappresentare il vero volano motore dell’economia provinciale e di tutta la  Campania. Chiedere il riconoscimento di Area di crisi e’ un primo passaggio importante che può aprire la via all’utilizzo di  fondi altrimenti irraggiungibili. Diventa non più rinviabile l’apertura di una riflessione generalizzata  della Regione, della Provincia ( fin quando esisterà),  dei Comuni della Piana, delle forze sindacali e delle forze produttive e delle stesse forze politiche dei livelli comunali, regionali e nazionali ( per quel poco che ancora riescono ad esprimere in termini di analisi e di proposta!). Su questi temi, insieme ad altre forze politiche e sociali non solo di Eboli, ma anche degli altri Comuni vicini, organizzeremo momenti di confronto nelle prossime settimane. Su questi temi chiameremo la città di Eboli a destarsi dal torpore in cui dieci anni di amministrazione a guida Melchionda l’hanno precipitata, con un prossimo appuntamento in piazza al quale chiederemo di partecipare anche ai movimenti e alle associazioni che hanno animato il tessuto civile della città in questi mesi, perché ci sia tra noi un confronto costruttivo.

Rifondazione Comunista                                                                                                    Sinistra Unita