Salerno: Peduto, accorpare 5 aziende partecipate (Salerno Mobilita’-Salerno Pulita-Salerno Energia-Salerno Solidale-Salerno Patrimonio) in un’ Azienda Unica Salernitana (AUS) per razionalizzare costi, salvaguardare livelli occupazionali, migliorare servizi

 “Accorpare le cinque aziende partecipate ( al 100% ) del Comune di Salerno in un’ Azienda Unica Salernitana multiservizi, nell’ottica prioritaria di razionalizzare i costi, salvaguardare i livelli occupazionali e migliorare – potenziandoli – i servizi al cittadino”. La proposta, rivolta all’amministrazione De Luca, arriva da Rosario Peduto, portavoce cittadino di FDI-AN, che continua: “L’ obiettivo della nostra idea-proposta è anzitutto quello di mettere al riparo il grande patrimonio occupazionale che le partecipate del Comune rappresentano e conservano prima che la mannaia della “spending review” si abbatta su di loro. Ma soprattutto – vista la grande preoccupazione che gli attuali bilanci di esercizio delle stesse destano – la fusione permetterebbe una grandissima riduzione dei costi a partire dai compensi dei cinque amministratori unici che, da soli,  gravavano complessivamente nel 2013 per un totale di Euro 304.274,00 : si abolirebbero infatti 4 – su 5 – amministratori ma anche quattro direttori, 4 collegi sindacali, 4 uffici paghe. Non solo, si creerebbe un’ unica officina meccanica, un unico centro acquisti che ottimizzi le spese, si armonizzerebbero le risorse umane laddove – ad oggi – nessuna municipalizzata conosce le esigenze occupazionali dell’altra  e non si rileva, a tal proposito, nessuna strategia del Comune di razionalizzazione del personale. Se solo sui compensi annui degli attuali  cinque amministratori unici si può realizzare – operando una fusione immediata di SALERNO MOBILITA’ – SALERNO PULITA – SALERNO ENERGIA – SALERNO SOLIDALE – SALERNO PATRIMONIO – una riduzione dei costi di circa euro 250.000,00, è facile immaginare l’enorme risparmio di denaro pubblico che si può ricavare dalla creazione di un’ unica multiservizi comunale: una cifra importante che potrebbe essere investita nella garanzia di sempre migliori servizi al cittadino e nella tutela dei livelli occupazionali, evitando svendite “al buio” per i dipendenti sul modello della Centrale del Latte ed iniziando anche a profilare per la futura “Partecipata Unica” un percorso di organizzazione aziendale “partecipativa” a partire dalla presenza, nel consiglio d’amministrazione, della rappresentanza delle maestranze e non più del “vassallaggio” della politica locale”.